Capitolo 2 (Nuovo)

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SOFIA

Sentivo ancora l'odore nauseante di quell'uomo addosso, nemmeno il profumo di cibo della tavola calda riusciva a cancellare la sensazione di disagio che mi strisciava sulla schiena. Era stato terrificante sentirsi braccati contro la propria volontà e di sicuro non pensavo che qualcuno fosse pronto a salvarmi, ritrovarmi davanti quel ragazzo era stato spiazzante. Una sorta di miracolo avvenuto al momento giusto perché per quanto innocuo sembrava quel tizio mentre parlava con lui, non lo era stato con me. Mi aveva toccata lo stronzo. Corsi in bagno e al lavandino per rinfrescarmi. Avevo viaggiato in auto dalla Georgia per poter essere lì con la mia amica d'infanzia e non volevo rovinarle la serata. Ellie stava per sposarsi ed era giusto che fossi felice per l'evento, avevo preso una pausa dagli studi e dal lavoro alla biblioteca universitaria per esserci.

Mi spruzzai un po' d'acqua fredda sul viso e mi pizzicai le guance per renderle rosse, gli occhi erano lucidi e stanchi e mi maledissi per aver incontrato un ragazzo come quello che mi aveva soccorsa in quello stato. Ero vestita in modo sportivo, con i capelli in disordine e i vestiti spiegazzati. Per niente attraente. Sbuffai e presi delle salviette per asciugarmi, poi raggiunsi le ragazze al tavolo. Non c'erano spogliarellisti e nemmeno alcolici, Ellie indossava un velo bianco sui capelli biondi e beveva quella che sembrava una bibita fresca mentre le altre avevano optato per un frullato. Non le conoscevo, ma sapevo che erano mogli o compagne di altri militari. Ellie stava per sposare un ufficiale dell'Aeronautica Militare e ormai erano anni che viveva come una di loro. Trovavo ammirevole la sua capacità di accettare quella vita, io non ce l'avrei mai fatta. Scostai la sedia e mi lasciai cadere vicino a lei, ricambiando il suo abbraccio caloroso.

«Adesso mi spieghi cosa ci facevi lì fuori con Cameron» esordì.

Presi un sorso dal mio bicchiere e mi leccai le labbra per prendere tempo, Ellie non distolse lo sguardo da me nemmeno per un istante.

«Non so di cosa tu stia parlando».

«Parlo del ragazzo con cui stavi parlando, non prendermi in giro».

Sbuffai e puntai lo sguardo oltre la vetrina, lui non c'era più. Doveva essere tornato all'altro locale o ovunque fosse diretto, non lo conoscevo nemmeno e non avevo idea di cosa ci facesse lì.

«Un tizio ubriaco mi stava molestando nel parcheggio e lui è intervenuto, poi mi ha accompagnata qua e mi ha chiesto di bere qualcosa con lui» confessai.

Ellie sussultò e strinse gli occhi in preda alla rabbia.

«Avrebbe dovuto staccare le palle a quel tizio!».

Ridacchiai e scossi la testa, rassicurandola del fatto che stessi bene.

«Che hai fatto quando ti ha invitata a bere qualcosa?».

«Sono scappata qui dentro» borbottai, distogliendo lo sguardo. Mi ero sentita così in imbarazzo in quel momento che la fuga mi era sembrata la scelta migliore. Non è che non volessi stare con lui, lo volevo eccome, ma mi serviva un momento per riprendermi da quello che era successo. Ellie roteò gli occhi e scosse la testa.

«Cameron è all'addio al celibato di Jack dall'altro lato della strada. Lo conosco, Sofia. Alzati e vai da lui».

Cosa voleva dire che il suo futuro marito si trovava dall'altra parte della strada?

«Io non... davvero?» borbottai.

Lei annuì e si alzò, trascinandomi con sé verso la porta. Mi spinse oltre l'uscio e sorrise.

«Ci vediamo più tardi, non tornare senza qualcosa da raccontare!» esclamò, poi mi sbatté la porta in faccia. La porta di una dannata tavola calda. Fissai le auto sfrecciare sulla strada che separava i parcheggi dei due locali. Quello dall'altro lato sembrava una vera e propria bettola, mi chiesi come mi fosse venuto in mente di parcheggiare lì. Scesi gli scalini e mi diressi verso quella direzione. Attraversata la strada, sentii il cuore pompare velocemente nel passare accanto alla mia auto. Accelerai il passo e raggiunsi la porta, da dentro proveniva il volume assordante della musica mescolato a urla e risate. Mi sentivo una vera idiota, forse Cameron non c'era più e aveva solo voluto essere gentile.

CON UN BATTITO DI CIGLIAWhere stories live. Discover now