Capitolo 3.

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HERMIONE POV'S.

E' sera ed è abbastanza tardi, siamo nella Sala Comune dei Grifondoro. Harry e Ron sono andati a letto già da un po', mentre io e Ginny stavamo aspettando che loro andassero a dormire per poter parlare. Prima di aprire bocca mi trascina nella nostra camera. Eh già, siamo anche in stanza insieme. Una volta con noi c'erano Calì e Lavanda. Calì non è voluta tornare a scuola e la capisco, molto. Lavanda...lei è morta. Il mio umore cambia immediatamente da ansioso a triste, mentre fisso il letto vuoto e freddo di Lavanda e quello ordinatamente rifatto di Calì. Hanno pensato di lasciarli lì per mantenere vivo il ricordo di quelle ragazze, di cui una si trova nel quadro dedicato a lei al 7° piano, assieme alle altre vittime. Lascio cadere quei pensieri così delicati e rivolgo la mia attenzione a Ginny, che mi guarda con sguardo significativo. Poi sorride. Giuro, è una, se non la, persona più forte e contemporaneamente tanto delicata che io abbia mai conosciuto. Si siede sul suo letto e mi incita a parlare. Mi siedo anche io e comincio a raccontare. -Stamattina, quando Malfoy mi è venuto contro, mi ha guardata.- dopo una pausa riprendo -Tranquilla, non era solo questo, altrimenti è una cosa molto stupida. La cosa che mi ha stupita, oltre il fatto che non mi ha insultata, è stato che, guardandomi negli occhi, è come se avesse creato una specie di contatto, abbattendo la maschera che lui in sette anni, se non di più, aveva creato. Mi sono sentita strana. Poi durante la cena, cosa diavolo mi è successo? Perchè lo fissavo? Ginny, a me piace Ron, quindi per favore non dirgli di tutto questo. Nessuno deve saperlo, anche perchè queste cose solo a te le sto dicendo e solo a te le dirò.- Ginny mi osserva. Intanto il cervello della piccola Weasley lavorava e cercava di capire quello che Hermione le aveva detto. Ovvio che non lo avrebbe detto a suo fratello. -Allora, Hermione, tu sai che non lo dirò mai a mio fratello, neanche sotto tortura. Il problema da risolvere è capire come mai quel comportamento da parte di Malfoy nei tuoi confronti. Comunque, ne riparliamo domani mattina, ora sono stanca, buonanotte tesoro.- Mi ha dato un bacio prima di mettersi a letto. Sono andata in bagno per mettermi il pigiama e intanto riflettevo su una cosa che io stessa avevo detto. Ron mi piaceva davvero? Io lo amavo? Non ne ero più così sicura. Lasciai cadere anche questi pensieri e mi coricai, cosciente del fatto che domani avrei saputo gli orari e le lezioni.

DRACO POV'S.

Subito dopo cena un Blaise energico ed eccitato mi ha trascinato nella nostra stanza, che condividevamo con Tiger. Fisso il letto vuoto di Goyle, quello non sarebbe stato mai più riempito. Lui era morto durante la guerra, nella Stanza delle Necessità, cadendo nel fuoco creato dalla sua stessa bacchetta. Mi è dispiaciuto e mi dispiace tuttora. Intanto Blaise non fa altro che camminare avanti e indietro per la stanza cercando di estorcermi qualcosa, ma sa che se sono io a non voler parlare non avrebbe dovuto insistere. Però io voglio parlare. Allora apro bocca, non dopo aver preso un profondo respiro, mi giro verso di lui e lo guardo. Lui capisce che voglio parlare e allora si siede sulla scrivania (neanche sulla sedia!) e mi guarda impaziente e agitato. -Blaise, stamattina, quando sono entrato nella cabina e ho detto di aver parlato con la Granger, Potter, Lenticchia e la Piccola Weasley; ho detto una grandissima cazzata.- Lui mi guarda complice per farmi capire di saperlo già. Sorrido mentalmente a quel pensiero. Non parla ma con lo sguardo mi incita a continuare. -Beh, mentre salivo e vi cercavo, sono sbattuto contro la Granger. Mentre mi alzavo l'ho guardata e ho sentito crollare la maschera di indifferenza di tutti questi anni. Non ho capito nè come, nè perchè. L'ho guardata ed è stato come guardarle dentro. E so cosa stai per dire, non so neanche io cosa è successo a cena, quando ho sorriso alla tua affermazione.- Noto solo ora di aver detto tutte le cose velocemente, tanto che mi chiedevo se lui avesse afferrato il discorso. Lui mi fa cenno di si. -Dra, siamo passati da 'la sporca mezzosangue' a 'la Granger'?- Tra tutte le cose stupide che Blaise Zabini potesse dire, questa era la più grande, però era dannatamente vero. Perchè quella sorta di cambiamento? Alzo le spalle e lui capisce. -Comunque questo non è da te, cosa sta succedendo al vecchio Draco? Lui non si farebbe mai incasinare i pensieri da una mezzosangue, per di più la saccente so-tutto-io Granger!- annuisco, ha ragione. Gli do la buonanotte. Vorrei dirgli grazie ma non ci riesco, non ci sono mai riuscito, non avendo mai vissuto situazioni in cui poter usare quella parola. Mentre stavo per cadere tra le braccia di Morfeo, sento la voce di Blaise.

-Non c'è di che, Draco. 

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