.15. | (revisionato)

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Passato.

Cento anni prima.

Il suo mantello accarezza il terreno, mentre avanza verso la casa ridotta a qualche pezzo di legno in piedi per miracolo. Ha aspettato tanto questo giorno. Ed ora la meravigliosa sensazione che tutto andrà per il verso giusto si fa strada veloce e repentina dentro di lei. Quanto tempo impiegato ad ideare quel piano, quanto tempo sprecato a progettare ogni mossa e a calcolare il tempo in cui avrebbe dovuto agire. Un passo falso e sarebbe stata la fine.
È stato tempo perduto. Soltanto un modo per nascondere le sue paure. Paure oramai scomparse, come il suo cuore.
Moriranno presto. Non lo meritano, ma cosa importa? Questo e altro per il dominio del mondo. Risparmierà loro molte torture e in un batter d'occhio saranno a terra, ai suoi piedi, come un macabro inchino. Un inchino alla futura regina!
Dovranno ringraziarla per averli fatti prostrare per primi. Ma non potranno. Saranno morti e senza vita. E che valore ha un cadavere? Nessuno. Soltanto quella bellezza che la morte gli dona.
La pelle grigia, ogni muscolo immobile, il sangue che smette di circolare, la bocca dalla quale non fuoriesce alcun respiro, gli occhi spenti e tristi, il cuore che ferma lentamente ogni suo battito. La vita scivola via e la morte ti porta con sé. Ed è questo che ha sempre amato nel vedere un uomo morire. Ed è questo che amerà per sempre.
Sorride. E quello scintillio dei suoi denti immacolati si scorge nel resto del volto coperto dal cappuccio.
E suo figlio, nato dall'amore di due ingenui ragazzi non si salverà. Poiché non deve restare più nulla di quell'orribile passato e di quell'enorme sbaglio. L'amore, che le causa ribrezzo al solo pensiero, non esiste. E lo ha sempre saputo. È stata soltanto una stupida illusione. Nulla di veritiero nei confronti di quell'uomo. Sa che l'odio ha sempre fatto parte di lei e non si opporrà ad esso, non farà nulla per scacciarlo. Lo ha accolto e non lo abbandonerà, poiché anche se volesse, non potrebbe. E ne è felice.
Le vien da ridere al solo pensiero che qualcuno possa innamorarsi. E quanto si è stupidi e ingenui nel credere che ciò possa essere ricambiato. È soltanto un'illusione e nulla più. Soltanto attrazione, ma non è amore. Poiché l'amore non esiste. Ma l'odio... sì.
E lo proverà.
Varca la soglia della casupola con un ghigno malefico, lasciando che un'espressione di stupore si dipinga sulle facce dei presenti. Nessuno la riconoscerà. È difficile capire se sia uomo o donna. Soltanto nella loro lenta agonia, si abbasserà il cappuccio e vedranno l'espressione di trionfo misto ad odio che ha sempre troneggiato sul suo viso. Solo allora la sua identità verrà rivelata.
La sua famiglia scomparirà. Perché non importa chi si ha intenzione di uccidere, basta uccidere. E per lei, la sua famiglia è niente in confronto all'avere tutto il mondo ai piedi.

Nella piccola e squallida stanza sono presenti tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita, sconosciuti. E stanno fissando lei.

《Posso esserle d'aiuto?》, sua madre sorride in modo gentile. È sempre stata un buona donna, anche quando sua figlia compiva degli atti malvagi, ella vedeva il bene in lei. Ma non la conosceva abbastanza. Ed ora è convinta che sia un estraneo. Non l'ha mai conosciuta. Sotto quel saggio sorriso si nasconde una donna amorevole e gentile. Non ha mai desiderato una madre così. Una madre che la abbracciava ogni volta che tornava a casa sana e salva. Una madre che donava la propria vita pur di salvare quella di sua figlia. Una madre che non l'ha mai abbandonata. Una madre che avrebbe voluto che sua figlia avesse fatto lo stesso. Una madre debole. Incapace di accettare tutto questo. Ora è vecchia, ma il suo cordiale sorriso non è scomparso. E quando le aveva detto che sarebbe fuggita lei l'aveva guardata come se avesse voluto ucciderla, ma poi i suoi occhi erano stati inondati dalle lacrime, le aveva tirato uno schiaffo e subito dopo l'aveva abbracciata. Le aveva chiesto cosa non le avesse donato, le aveva chiesto perché e poi le aveva raccomandato di stare attenta. Di non lasciarsi ingannare da nessuno, ma soprattutto di non dimenticarla. E lei lo aveva fatto.
Ma ora ricorda quel giorno come se lo stesse vivendo.
Suo padre è seduto alla sua destra. Su una vecchia e scomoda sedia, con un braccio poggiato al tavolo in legno, ormai antico e scricchiolante, mentre la squadra dall'alto in basso con una pipa in bocca. Lo ha sempre visto così, quando usciva di casa e lui attendeva impaziente il suo ritorno. Forse quest'abitudine non è scomparsa, forse la sta ancora aspettando. E il fumo che si libra nell'aria stantia e viziata di quella catapecchia sembra portargli via, lentamente, ogni giorno di vita. Probabilmente vuole soltanto che sia così. Glielo si legge nello sguardo triste e spento; non è più l'uomo di una volta. Ma i suoi occhi sono ancora vispi e attenti come li ricordava, sono ancora quelli che la intimorivano quando era bambina e che anche adesso hanno uno strano effetto su di lei, seppur il padre non abbia la benché minima idea di chi si nasconda sotto quel nero mantello, e nonostante non abbia alcuna abilità nell'arte delle armi, né delle arti magiche. Anche lui le voleva bene, ma sapeva ciò che sarebbe accaduto. Eppure non ha smesso di amarla. E quando aveva varcato la soglia di casa sua per l'ultima volta, una lacrima le aveva bagnato il viso. Sarebbe stata l'ultima. Non avrebbe pianto mai più, si era detta. Mentre suo padre le aveva rivolto un cenno di saluto e si era seduto su quella sedia, la sedia sulla quale si era sempre seduto ad attenderla, poiché sapeva che sarebbe ritornata un giorno.
Ed è ancora lì. Seduto sulla stessa sedia di quel giorno ormai lontano. Si è mai alzato?
Ora qualche ruga in più gli solca il viso e la barba è cresciuta a dismisura, quasi a raggiungere il petto.
Alla fine è ritornata. Suo padre lo ha sempre saputo. Ma è passato così tanto tempo che probabilmente avrà smesso di crederci. Tuttavia è nello stesso posto in cui lo aveva lasciato molti anni prima, con la pipa in tra le labbra e lo sguardo torvo di ha combattuto troppo, di chi ha vissuto tanto tempo triste e infelice, di chi ha vissuto troppo a lungo per amare la propria vita. E soltanto lei è in grado di vedere tutto questo in lui, perché lo conosce abbastanza bene da rimpiangere i momenti in cui con lui era felice, che tempo prima non aveva saputo apprezzare. Che aveva dimenticato per non soffrire ancora. E che adesso sono riapparsi crudeli e inesorabili nella sua mente. Forse questa volta non la abbandoneranno più.

Ma ciaooooooo!
Solo io mi sono commossa (commossa tanto per dire... Okay, mi sono quasi commossa) ???
SE LO SIETE SCRIVETELO QUI SOTTO E VOTATE YEP.
E secondo voi chi è questa donna??
Io lo so 😏
MA NON POSSO DIRLO.
Al prossimo caaaap!

Black Fire [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now