Capitolo 10

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Vorrei ringraziare tutti per il supporto. Continuerò questa storia contando sul vostro appoggio.

Alice.
«Aliiiiiiiiiii!» questa voce, la voce del ragazzo che mi ha aiutata a crescere nelle difficoltà, con cui ho fatto le mie prime esperienze, le prime avventure, il mio compagno di vita.

Una voce così profonda rispetto agli anni in cui giocavamo a pallone dietro casa sua, quando mi raccontava quelle barzellette che non fanno ridere ma il suo sorriso è così contaggioso da non poterne fare a meno.

Nonostante tutto la riconoscerei ovunque perchè quella è la voce che mi fa sempre venire la pelle d'oca ogni volta che mi sussurra qualcosa all'orecchio, che mi fa provare tutte quelle emozioni assieme, solo lui, il mio migliore amico.

«Enrico, cucciolo mio!» e niente, lui è mio.
«Boia, quanto mi sei mancata, sei arrivata in ritardo, cos'hai fatto con il tuo ragazzo?» dice scherzando.

Il mio ragazzo?
Ma che cazz?

Vabbè...ora devo concentrarmi sulla festa e non devo pensare a nulla.

«Niente, ho fatto una doccia molto lunga.»
Certo Elisa, una doccia lunga 30-40 minuti.
«Seh, come vuoi.» conclude Enrico e mentre si gira noto che gli spunta quel sorrisetto perverso sulla faccia, che, per tutto quello che mi faceva passare ho preso un po' di volte a schiaffi.

Lo porto in un'altra stanza perchè mi ricordo, poco dopo essere entrati in cucina, di dovergli dare il regalo di compleanno che gli ho comprato già da qualche giorno.
Glielo consegno.
Comincia a scartarlo.
Lo estrae dalla scatola.
È un album con delle immagini dei momenti più belli dell'infanzia e dell'adolescenza passati assieme.

Gli escende una lacrima sfogliandolo, pagina per pagina, quasi mi connuovo anche io.

Non voglio neanche pensare che dovremmo stare lontani ancora per qualche mese e io non credo di potercela fare del tutto.

Se dopo 2 settimane a distanza mi è mancato così tanto, non immagino in 3 mesi cosa mi succederà, sclererò.

Entra poco dopo Paul per dirci che la festa è in salotto e che senza Enrico non ha senso festeggiare.

Lui, quindi, torna alla festa, in salotto, o dovunque ci siano persone, e io rimango da sola in cucina, fin quando non arriva Samuele, anche lui un amico che non vedo da tempo e che mi è mancato.

Mi abbraccia da dietro, mi bacia il collo e una scossa mi passa per la spina dorsale.

Quella sensazione, non capisco più niente, ad un tratto visualizzo la scena in cui io e Paulo facciamo sesso...
Oh cazzo...
Paulo.

Mi stacco immediatamente da Samuele e lo guardo negli occhi. Lui è 20 cemtimetri più alto di me e due volte più grosso, sono in trappola.

Ma una voce, quella che mi ha sempre salvata da tutto, urla «Tooortaaa! Al cioccolato, come facevate a sapere che mi piace il cioccolato ragazzi?! Siete così speciali, vi amo!»
Mi spunta un sorriso, rimane sempre un bambino dentro di lui.

Ci spostiamo in salotto e appena entriamo vedo Àlvaro osservarmi con uno sguardo serio, di sicuro Paulo gli ha detto di controllarmi, infatti lo spagnolo si gira verso Paul e Simone, anche se entrambi sembrano più interessati a godersi la festa piuttosto che controllare me.

Non mi lascerò condizionare la sera.

Prendo Samuele per mano e lo porto con me in un'altra stanza...
...non m'importa di Paulo, non è nessuno per dirmi cosa fare e con chi stare.

Ma qualcuno mi si mette davanti.
«Dove pensi di andare Ali?» chiede Àlvaro.
«Non sono affari tuoi. Mi voglio divertire e stare con le persone che non vedo da tantissimo tempo okay?» gli rispondo.
«Okay Ali calmati, ma stai attenta a ciò che fai.» mi sussurra all'orecchio.
«Senti, il tuo amico ha approfittato del fatto che ero in asciugamano per portarmi a letto e a me i ragazzi così non piacciono affatto.» dico fissandolo negli occhi con rabbia e lasciandolo a bocca aperta.

Penso sempre prima di fare le cose, ma non posso fare sempre tutto perfetto.

Ci spostiamo al piano di sopra, dove c'è una seconda festa. Nei corridoi non si sente altro che musica, così ci lasciamo trascinare e cominciamo a ballare. Un ballo non molto sobrio, visto l'aria di alcool che c'è in tutto il piano.

La canzone è una delle nostre preferite: We Can Do di Skate Maloley.
Siamo andati al suo concerto assieme quando avevamo 14 anni, eravamo inseparabili: Io, Samuele ed Enrico.

«Ti ricordi quel concerto? È stato fantastico.» urla Samuele.
«Si, è lì che ho dato il mio primo bacio, come dimenticarlo.» dico ripensando alla mia prima volta, proprio con Samuele.

Le sue labbra si attaccano alle mie e, rimanendo attaccati, lui sussurra «Sono felice di essere stato il primo.»
Tutto intorno a noi si annulla e rimaniamo solo noi due nel nostro piccolo infinito.

Il tempo passa e la festa finisce, passo minuti preziosi con Enrico e mi faccio accompagnare da Samuele a casa (di Paulo).

Mi accompagna alla porta.
«Con tutto quello che abbiamo passato assieme, non ho smesso di pensarti, di pensare a quello che abbiamo condiviso e...»
«Ma che cosa carina, ora ciao e buonanotte.»
Mi tira dentro casa Paulo e chiude la porta alle mie spalle.

Ma che cazz...

«Coerenza Ourlo e me ne vado a letto.

Spero vi piaccia, grazie ancora di tutto.💋❤

Solo Lui.  {Paulo Dybala}Where stories live. Discover now