Capitolo 6

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Alice.
«Obbligo o verità Simo?» chiede Paul eccitato, sembra un bambino a cui viene mostrata la Nutella.
«Glielo faccio ioesclama Àlvaro che mette via il telefono dopo aver letto dei messaggi.
«Obbligo!» dice prontamente Simone. «Bene bene bene, bacia la ragazza più bella della stanza...» propone alzando più volte le sopracciglia, lo guardo male.
Simone si gira e, dopo aver buttato un'occhiata alle mie spalle, Àlvaro lo spinge addosso a me, letteralmente.
Le nostre labbra si uniscono in fretta e, quasi inevitabilmente, le lingue danzano tra loro. Inaspettatamente la sua mano destra si infila sotto la mia maglietta, dei brividi mi attraversano la schiena. La cosa va avanti per un po', ma non ci sono emozioni, non sento quelle famose farfalle di cui tutti parlano. Quando Simone non ha più autocontrollo e la sua mano è sul gancio del mio reggiseno lo allontano bruscamente, per farlo tornare alla realtà. Paul e Àlvaro hanno la bocca aperta, Simone ha ancora il fiatone e la testa all'indietro per riprendersi, anche se quelli che ne hanno più bisogno sembrano lo spagnolo e il francese. «Paul, obbligo o verità?» chiedo essendo l'unica ad essersi ripresa.
Continuiamo a giocare.

Paulo.
Rincorro Antonella fino al corridoio che porta al salotto, lei si ferma così la affianco sulla soglia e vedo Simone che praticamente si fa Alice.
Il mio cuore perde un battito.
Ci tengo a lei ma non sono capace di capire fino a che punto. Avevo detto ad Àlvaro di distrarla non di spingere Simone a farci sesso.
«Visto, lei non sta con me e non le interessa neanche starci, quindi puoi anche risparmiarle la predica.» le dico mandando giù un blocco di saliva.
Mi costa tanto dire questo.
«Vabbe, ma se fai soffrire anche lei non te la perdonerò.» dice Anto seria.
«Okay, te lo prometto.» concludo e la accompagno alla porta sul retro.
La rivedrò presto, lo so. Come ho fatto soffrire lei, che non lo meritava affatto, perchè non può succedere anche con Alice? Forse Anto ha ragione...non sono cambiato poi così tanto. Però ora devo dirne quattro a quello spagnolo del cazzo.
«Àlvaro...ti devo parlare.» dico a voce bassa avvicinandomi a lui. Alice non mi guarda neanche, Simone e Paul le stanno mostrando delle vecchie foto imbarazzanti dai giornali di alcune Star del cinema, della musica o del calcio. Ci divertiamo molto a guardarli noi quattro assieme, prendiamo un po' in giro quelle persone piene di soldi.
Porto Àlvaro in una stanza libera e il più lontana possibile dal salotto.
È una stanza senza mobili e oggetti vari, che usiamo di solito noi ragazzi per sfogarci quando ne abbiamo bisogno.
«Ti avevo detto di distrarla cazzo, non di farla limonare con Simone. Che cazzo ti è saltato in mente?! Non voglio che si innamori di lui. Morata questa non te la perdono.» dico arrabbiato (n.a. geloso).
«Ma che ti prende amico, calmati eh.» risponde lui ridendo.
«Calmarmi? Se la stava scopando in salotto, davanti a voi due poi. Distrarla vuol dire fare in modo che non si accorga di una cosa, non approfittarne e aiutare un altro amico a trovare la ragazza...che mi piace tra l'altrourlo spingendolo addosso al muro grigio.
«Ti ho detto di calmarti Paulo, non ne ha approfittato. Tu mi hai chiesto di fare qualcosa, e io l'ho fatta okay? Quindi sta calmo. È una brava ragazza, si vede, e non merita di soffrire e sai a cosa/chi mi riferisco.» mi dice lui allontanandomi delicatamente da se.
«Hai ragione, non lo merita. Non voglio che succeda la stessa storia di Antonella. -poi mi torna in mente una cosa- Ma che cazzo sto dicendo. Io a lei non mi devo affezionare tanto fra 5 giorni non mi baderà più, dimenticherà tutto quello che è successo e tornerà alla sua vita di prima, dimenticandosi di me.» finisco io. «Alla fine fai quello che vuoi, ma il Dybala che conosco io non si arrende, MAI. Non sarà qualche km a fermarti.» dice Àlvaro prima di uscire dalla stanza per poi tornare in salotto.
Mi appoggio al muro, poco dopo esco anche io e raggiungo gli altri.

Alice.
Vedo tornare i due amiconi, dietro di loro intravedo un orologio e noto che è quasi mezzogiorno. «Paulo io vorrei tornare a casa, andiamo?» gli chiedo. «Certo, raccolgo due cosea da portare a casa e partiamo. Aspettami in macchina.» mi risponde subito.
Saluto tutti e tre: Simone, Paul e Àlvaro. Prendo il telefono, esco dalla porta principale e mi avvio verso la macchina nera parcheggiata fuori dal vialetto. Comincio ad avere fame, così per distrarmi prendo il telefono, entro su Instagram e guardo le foto che hanno postato i miei personaggi famosi preferiti, come Alexandra Daddario, Skate Maloley, Fernando Torres e Sergio Agüero. Ad un certo punto il cellulare vibra e mi arriva un messggio su whatsapp.

Da Enrico:
'Questa sera festa a casa mia Ali, spero tu venga. Un bacio, ti aspetto.❤️'

Interessante questo capitolo? Ho gli esami quindi non posterò per un po'. Un abbraccio.

Solo Lui.  {Paulo Dybala}Donde viven las historias. Descúbrelo ahora