Wilson pt.2

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La guardai mentre lei in disperazione cercava di scacciare dalla testa l'idea che si fosse veramente innamorata di me.

Sorrisi.

"Che hai da sorridere?" disse esasperata.

"Perché sei la cosa più bella che mi sia capitata ultimamente" dissi

"Non sparare stronzate Lucky"

Mi sedetti di fianco a lei sul marciapiede, lei si distanzio di ben mezzo metro e io cercai di trattenermi dall'avvicinarmi.

La luna piena le illuminava il volto e i capelli erano scompigliati.

La stavo fissando e lei lo sapeva ma continuava a guardare un punto fisso sull'asfalto.

"Non sto scherzando Kylie, tu sei vera e mi piaci davvero"

Lei rimase a fissare l'asfalto, non si scompose, non batte ciglio.

"Senti dimenticati quello che ti ho detto, io non sono il tipo di persona che si innamora sono soltanto ubriaca"

"Allora perché mi hai detto tutte quelle cose?" chiesi

Lei formò una specie di sorriso.

"Perché sei straziante con le tue domande" disse

"Sei tu che mi incuriosisci" dissi cercando di avvicinarmi senza farmi notare.

Ma lei lo notò e si alzò di colpo.

"Voglio tornare a casa" disse

Spalancai la bocca.

"Sono le tre di mattina e sei ubriaca e siamo a circa quattro ore da New Bern" dissi

"Allora troviamo un motel aperto" disse

Io annuì.

"Vieni dentro, chiediamo al barista" dissi

Lui ci indicò la strada per un motel che era aperta 24 ore su 24 e per fortuna era a pochi chilometri dal posto.

"Sali in moto con me" dissi

"No ce la faccio" replicò lei.

"Kylie sei ubriaca fradicia, non ti lascerò guidare la moto al costo di rimanere qua tutta la notte"

Lei alzò gli occhi al cielo e sbuffò

"Va bene" disse

Io salì sulla mia moto e lei si sistemò dietro di me.

Raggiungemmo il motel e prendemmo una camera.

Il letto era singolo ma per fortuna ci stava un divano al lato posto davanti ad una di quelle vecchie televisioni.

"Prendi il letto, io dormirò qui" dissi sbattendo la mano sul cuscino del divano

Lei annuì e si sdraio immediatamente, cadendo in un sonno profondo.

Io riuscì ad addormentarmi solo un paio di ore dopo, la mia mente si era fermata all'immagine di lei che mi diceva di essersi innamorata di me.

Mi svegliai per l'ora di pranzo, lei era seduta con le gambe incrociate ai piedi del letto mentre rollava uno spinello.

Quando notò che mi ero svegliato, si alzò di fretta e uscì dalla stanza.

Mi stroffinai gli occhi cercando di capire dove mi trovavo e improvvisamente ricordai quello che era successo la nottata precedente.

Andai in bagno e dopo essermi fatto un bel bagno, presi le chiavi ed uscì pure io da quella stanza.

"Scusi ha visto uscire una ragazza mora da qui?" chiesi all'anziano dietro al bancone del motel.

"Si, è lì fuori" disse

Io mi voltai prima a destra, dove non c'era nessuno e poi a sinistra dove c'era lei seduta sulle scale di emergenza a fumare il suo spinello.

Mi avvicinai passandomi una mano tra i capelli ancora umidi.

Lei alzò lo sguardo verso di me per poi riporlo sull'erba che aveva in mano.

"Vuoi?" disse stendendo il braccio

Io scossi la testa e rifiutai.

Lei alzò le spalle e continuò a fumare.

"Dobbiamo andare a recuperare la mia moto" disse dopo aver finito di fumare.

Le sventolai le chiavi davanti al viso e le sorrisi, lei si alzò e ricambio il sorriso.

"Andiamo" dissi

Volevo chiederle di parlare, volevo sistemare la situazione e soprattutto sapere se avevo la possibilità di ribaciarla un'altra volta ma evitai qualsiasi riferimento a quella sera cercando di mantenere la tranquillità tra noi.

Recuperammo la moto e andammo a rilassarci in un bel parchetto in centro a Wilson.

"Greenville è più bella" disse lei mentre si accendeva una sigaretta

"Perché credi?"

Mi sembravano città abbastanza simili e non capivo cosa intendesse.

"Visi più solari" disse guardando una coppia che sdraiata sull'erba del parco non si rivolgeva nemmeno una parola, erano immersi nelle loro tecnologie.

"Un viso triste può essere tanto bello quanto uno solare"

"La spensieratezza è affascinante però"

"Io ti trovo stupenda eppure non sei per niente una persona spensierata" dissi senza pensarci

Lei abbassò lo sguardo e io me ne stavo già pentendo, quando improvvisamente lei si voltò verso di me e mi lasciò un dolce bacio a stampo sulle lebbra per poi alzarsi dalla panchina ed andare verso la fontanella con una bottiglietta in mano.

Io rimasi stupito, non aveva mai reagito così ad un mio complimento, se non facevo io il primo passo lei non avrebbe mai fatto nulla e tutto quello mi aveva spiazzato.

Ritorno con la bottiglietta piena

"Quello che è appena successo non ti darà il diritto di baciarmi quando vorrai" disse

"Darà il diritto a te di rifarlo quando vorrai però" le dissi sorridendo.

Lei mise la bottiglietta dentro alla borsa e estrasse un'altra sigaretta senza rispondere.

"Perché lo hai fatto?" chiesi dopo un po'

"Non lo so"

"Non lo sai?Saprai se avevi voglia di baciarmi o meno"

"Ho sempre voglia di baciarti Lucky ma non posso"

Quella frase mi suonò come una supplica e cercai di avvicinarmi per poterla baciare.

Lei mi mise una mano sul petto allontanandomi.

"Non ti farò del male Kylie"

Lei abbassò la testa

"Io voglio tornare a casa" disse

"Cosa?"

Quella frase non mi piaceva, io volevo finire il viaggio come pianificato.

"Non voglio continuare"

"Perché?"

"Perché la situazione è ridicola"

"Cos'è ridicolo?"

"Tutto quello che sta accadendo tra noi"

"Io non lo trovo ridicolo"

Lei alzò la testa verso di me

"Oh andiamo Smith non posso essere veramente il tuo tipo" disse

Quella frase mi rendeva nervoso, odiavo sentirla sminuirsi, come se lei valesse meno di me quando era il contrario, lei risaltava tra i due sia di mentalità che di estetica eppure credeva ancora che io potessi farle del male.

Coast || Lucky Blue Smith, Kylie Jenner ( #Wattys2016 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora