nine.

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Spiegai la nostra idea, il viaggio per il North Carolina, a Jeff e Flynn e quello che notavo era il loro sguardo 'quand è che ci avresti detto di Kylie?' che continuava ad apparire nei loro occhi.

"Venite da me" disse Flynn "scarico la mappa da Internet e ve la stampo"

Ritirarono le loro canne da pesca e le sistemarono sul furgoncino di Jeff.

Entrambi salirono sul furgoncino mentre io e Kylie li seguimmo con le moto.

Mentre Flynn cercava sul suo pc qualche mappa che ci servisse ad orientarci per bene, accompagnai Kylie in bagno.

Stava davanti a me e non potei evitare di guardare i suoi fianchi che mi inebriavano muovendosi prima a destra e poi a sinistra.

"Ti sta davvero bene questo vestito" le dissi.

Lei mi guardò ma non rispose, non ringraziò e nemmeno arrossii di fronte al mio complimento. Rimase impassibile come sempre.

"Ti ricordi come tornare in camera di Flynn?" le chiesi prima che entrasse in bagno.

Lei guardò attentamente il corridoio che avevamo attraversato.

"Si, dovrei farcela" disse

"Quando ci avresti detto che quella nuova è la tua ragazza?" chiese Jeff appogiando la sua mano sulla mia spalla.

"Non è la mia ragazza" dissi

"Ma tu la vorresti" disse Flynn mentre aspettava che la stampante stampasse il foglio.

"No" dissi

"Non era una domanda Lucky, era un'affermazione, hai gli occhi a cuore quando la guardi"

Dopo penso un'eternità di tempo, arrossii in volto.

Non mi succedeva spesso, non ero quasi mai imbarazzato, o anzi, poche cose riuscivano a mettermi in imbarazzo.

"Qualcuno è innamoratoooo" disse Jeff tirandomi un leggero pugno sulla spalla.

Io mi scostai e non riuscì ad evitare un sorriso prima di raccogliere la piccola palla da basket e iniziare a tirare nel canestro attaccato sul muro.

Kylie rientrò in camera qualche minuto dopo.

"Avete fatto?" chiese

Io annuì prima di fare l'ultimo canestro e prendere la mappa stampata dal tavolo.

Gliela porsi.

Lei la guardò continuando a girarla per capire l'orientamento, si vedeva che non ci capiva nulla.

"Così" dissi sorridendo e posizionandola nella maniera giusta.

"Lo avevo capito" disse lei acidamente.

"Allora partendo da New Bern andiamo a nord fino a Greenville, poi andiamo verso ovest fino a Wilson, poi a sud verso Goldsboro, sempre a sud verso Kinston e poi verso Jacksonville poi andiamo a est e torniamo a New Bern" dissi indicandole tutti i punti sulla cartina.

"Perfetto" disse

Prese la borsa da per terra.

Notai che aveva fretta di partire, di scappare, di visitare.

Rividi quel luccichio e non riuscì a trattenere un altro sorriso.

"Ciao ragazzi, ci vediamo tra un paio di settimane" dissi abbracciando i miei due amici mentre Kylie si metteva il casco.

Fece semplicemente un gesto con la mano per salutarli e così imboccammo l'autostrada verso Greenville.

Il tempo era perfetto, mite, poche nuvole e un filo di vento, solito clima autunnale del North Carolina, probabilmente una delle poche cose che amavo di quello Stato.

Ci fermammo dopo un'oretta di viaggio in un autogrill e prendemmo due panini.

"Belle le strade" disse mentre mangiavamo i panini seduti su una panchina li vicino.

A pochi metri da noi le macchine sfrecciavano avanti e indietro mentre noi le guardavamo passare.

"Pensi che si incazzera molto tuo padre?" Mi chiese Kylie dopo un po'.

"Lui è sempre incazzato" dissi

"È solo che ieri sera, ti stava distruggendo con lo sguardo"

Risi sarcasticamente, se solo lei sapesse di quanto quello sguardo non mi intimoriva quanto la sua cintura o le bottiglie di birra vuote addosso.

"Non preoccuparti, sarà incazzato quando torneremo ma risolvo io, ok?"

Lei annuì per poi alzarsi e gettare la cartaccia del panino nel cestino affianco.

Estrasse una sigaretta e l'accese, aspirò e gettò fuori il fumo in quella maniera sua che rendeva ogni singolo movimento stupendo, lei era diventata la visuale migliore che io avessi mai avuto in vita.

"Chi ti ha fatto quei segni sulla schiena?" chiese

"Perché ti interessa?"

Non avevo voglia di raccontarle come mi ero procurato quei segni e nemmeno dirle il perché o raccontarle tutto ciò che Brad faceva per sfogare la sua rabbia interna.

"Perché nessuno dovrebbe meritarsi di avere la schiena ridotta in quel modo" disse abbassando la testa.

Era preoccupata, era preoccupata per me.

Le sorrisi ingenuamente.

"Perché ridi?" disse

"Sei preoccupata per me"

"Non sei te in particolare, è solo una morale umana non rendere la schiena di qualcuno in quella maniera"

"La persona che lo ha fatto non a niente a che fare con la morale umana" dissi accendendo una sigaretta.

I suoi occhi divennero lucidi, qualcosa l'aveva colpita in particolare, era curiosa ma qualcosa la bloccava dal chiedermi di più, cambiò semplicemente argomento.

"Quanto manca per arrivare a Greenville?"

Io presi la cartina dalla tasca dei miei jeans e la guardai qualche istante.

Ci trovavamo quasi a metà strada.

"Penso un'altra ora e mezza" dissi

Erano quasi le tre del pomeriggio e l'autostrada era piena, tutti in vacanza, tutti che scappavano dalla loro vita quotidiana, tutti che cercavano di sentirsi vivi e non nel loro mortuorio di quotidianità pallosa.

Quando stavamo per arrivare, la polizia stradale fermo il traffico a causa di un incidente stradale.

Ci fermammo affianco ad un furgoncino bianco, nei sedili posteriori c'erano due bambini, un maschio e una femmina, entrambi guardavano affascinati le nostre moto, io guardai Kylie che aveva alzato il casco e stava sorridendo ai due.

Era così strano vederla per un millesimo di istante spensierata e sembrava lei la bambina invidiosa dell'innocenza che si aveva da piccoli mentre loro invidiavano noi "grandi" per la libertà di poter viaggiare, senza sapere che crescere equivale a soffrire, che se non si soffre non si cresce.

La strada venne sbloccata una ventina di minuti dopo, il tempo di fumarmi un paio di sigarette.

Presi la strada provinciale che portava per il centro di Greenville.

Avevamo raggiunto la nostra prima meta.

Coast || Lucky Blue Smith, Kylie Jenner ( #Wattys2016 )Where stories live. Discover now