CAPITOLO 27

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-Woooooooo - esclama Hilary con uno stupido sorriso stampato in faccia quando rientro in casa tutta infreddolita. - cosa era quello???

Ho bisogno di una coperta, di una camomilla, di un bagno caldo, o forse ho solo bisogno di alcol. Dov'è? Dove diavolo è la bottiglia di rum? Rovisto tra le bottiglie della dispensa facendo un gran casino, che però non basta a fermare Hilary.

-Ok, lo ammetto, ho tenuto il naso incollato alla finestra. - dice seguendomi nella dispensa - Ma quello era un bacio! Ne sono certa!

Continuo a cercare. -Eccola! - esclamo afferrando una bottiglia di rum invecchiato.

-Avanti Sue! Chi era il figo?

Do un sorso alla roba alcolica che arriva dritta al mio cervello, passano per lo stomaco vuoto.

Hilary mi sta fissando, in attesa di una risposta che nemmeno io conosco. Cosa ha visto? Cosa è accaduto un attimo fa?

-Lascia stare. - dico mentre do un altro sorso - non è come sembra.

-Cosa significa non è come sembra? Quello era un bacio. Ed era anche molto passionale. Sai, hai anche alzato il piede, come in quei film romantici!

-Non è vero!! - rispondo, ma non ne sono tanto sicura. Oddio! E se fosse vero? Se l'avessi fatto davvero? Naaa

-Certo che si! L'ho visto io da qui! Croce sul cuore! Come si chiama?

-Ian. - dico guardandola, poi me ne salgo in camera.

Non ho voglia di parlarne.

-Ian.. - la sento ripetere mentre salgo le scale - che gran figo!

Scuoto la testa sorridendo. La mia amica non cambierà mai.

La sveglia risuona come una tromba nel mio cervello. Ho un gran mal di testa, gli occhi doloranti e una terribile nausea. Merda. La bottiglia di rum è qui sul comodino ed è quasi finita. 'Ho esagerato.' penso mentre scappo in bagno per vomitare.

'Non berrò mai più!' so che sto mentendo a me stessa, è la stessa promessa che mi ripeto da almeno cinque anni. Mai mantenuta.

-Susyyy! Tutto bene? - urla Hilary dal piano di sotto.

Riesco ad emettere un lamentoso si. Circa dieci minuti dopo, con il mio pigiamone e i capelli arruffati, scendo per prepararmi un caffè. Mi trascino giù per le scale, con gli occhi gonfi e il trucco colato. Se qualcuno mi vedesse ora.....

-Che cazzoo! - urlo non appena alzo lo sguardo.

Lui è lì, seduto al mio tavolo, che mi fissa con aria divertita.

-Biondina! Non mi sembri in forma oggi..

Socchiudo gli occhi e mi gratto la testa. Decido di ignorarlo e mi verso del caffè preparato da Hilary in una tazza. Mi siedo accanto a lui. Sento il suo profumo e la sua elettricità. Sento la solita attrazione irrefrenabile. Sorseggio il caffè e tento di spostare la mia attenzione su qualcos'altro. Come ad esempio lo sguardo che si sono appena scambiati. L'ho visto. Era un fulmine. No, no, no.

Lo stomaco si contorce. Perfetto, non bastava la nausea da alcol, ora ci si mette anche quella da gelosia.

-Cosa ci fai qui Claus? - chiedo, e la mia voce non è per nulla rassicurante.

-Oh, ero di passaggio e...

-E cosa? Vuoi scoparti la mia amica? - il mio tono diventa duro e Hilary sgrana gli occhi.

-Sue.. - sussurra poi lei - Claus stava solo...

-Claus stava andando via! - urlo. Come sono antipatica. Ma cosa mi sta succedendo?

-Ok ok biondina! Devi ancora smaltire la sbornia! - dice alzandosi - ci si vede più tardi! - e mentre va via le fa l'occhiolino.

Sono come un toro quando vede il colore rosso, come un vulcano in eruzione.

Hilary finisce la sua colazione in silenzio ed io faccio lo stesso. Forse ha ragione Claus, forse devo ancora smaltire l'alcol.

-Io esco. - dice Hilary senza degnarmi di uno sguardo. Indossa un cappotto bianco con una pelliccia vaporosa intorno al collo ed in un attimo è fuori e sento la porta d'ingresso sbattere.

Mi prendo la testa tra le mani, coi gomiti poggiati sul tavolo. Tutto gira, la mia testa, il mio stomaco. Decido che forse è meglio uscire a prendere un pò d'aria e impiego circa mezz'ora per salire di sopra, vestirmi e scendere in strada.

L'aria fresca è piacevole e nonostante la testa mi giri ancora e la nausea non sia del tutto svanita, ho la sensazione di sentirmi già meglio. Mi siedo su una panchina che si affaccia sul lago. È tutto così silenzioso. Poi vedo Claus in fondo alla strada, gli faccio cenno con la mano, vorrei scusarmi per il mio stupido e assurdo comportamento di poco fa, ma non mi vede ed entra nel capannone accanto la loro casa. Ok, vorrà dire che aspetterò che si liberi.

Fisso il cielo. È azzurrissimo e le nuvolette bianche si rincorrono veloci, assumendo forme strane.

Credo siano passati almeno venti minuti da quando mi sono seduta, così decido di tornare dentro, una febbre è di certo l'ultima cosa di cui ho bisogno.

Mentre sto per alzarmi vedo la porta del capannone aprirsi. Bene! Potrò scusarmi ora con Claus e ritornarmene al caldo di casa mia. Faccio un passo in direzione capannone e poi mi blocco. La mascella crolla, il cuore sobbalza, lo stomaco viene stretto in una morsa quando vedo Hilary uscire dal capannone. Si guarda intorno furtivamente e poi si allontana.

Maine love - #wattys2016 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora