CAPITOLO 18

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Sapete, io ho la terribile abitudine di fare cose di cui poi mi pento amaramente, quando sono distrutta.

Claus mi si avvicina ed è un attimo. I nostri corpi sono troppo vicini, le nostre menti troppo confuse, i nostri cuori troppo infranti.

Il suo profumo mi investe, inebriandomi.

Io so di avere quella terribile abitudine, lo so che farò qualcosa di non etico. So che mi comporterò come una stupida. Ma la mia consapevolezza non basta.

Lo guardo dritto nei suoi sexy occhi di ghiaccio. Il suo viso mi parla, i suoi occhi mi scrutano, la sua bocca è così invitante. Lui è come una calamita.

So che non dovrei provare niente di tutto questo, so che dovrei cacciarlo via, lontano da me. Tutto questo casino è nato dalla mia incapacità di domare i miei impulsi del cavolo.

Ed invece di allontanarlo cosa faccio? Continuo a guardarlo col cuore in gola e le gambe tremanti. Perchè mi fa quest'effetto?

Non posso cascarci di nuovo. NON DEVO. Dovrei essere alla ricerca di Ian per scusarmi con lui, dovrei essere preoccupata per Hayden - e si certo, lo sono, ma non so perchè Claus, qui accanto a me, provoca un milione di piccole scosse nel mio corpo tanto da volermi fiondare su di lui per dimenticare. Ecco. È questo il problema. Per dimenticare.

L'ho detto io che la mia è un'abitudine insana.

Mi bacia. Ed io chiudo gli occhi. Tutto intorno ruota. Non è giusto, la mia mente pensa.

Lo so. Dico a me stessa.

E poi faccio una cosa che mai avrei pensato fossi capace di fare.

Poggio entrambi i palmi delle mani sul suo petto e lo spingo delicatamente via da me, dal mio petto ansimante, dai miei occhi assetati, dai miei impulsi sbagliati.

Lui mi fissa per un istante, poi annuisce. 

-E' sbagliato, Claus. 

-Lo so, biondina. - dice lui, con lo sguardo fisso nel mio.

Lui invece ha l'insana abitudine di guardarmi sempre fisso negli occhi. Non dovrebbe farlo. La cosa mi sfugge dal controllo.

Poi si alza e prima di andare via posa le sue labbra sulla mia fronte e lascia un dolce bacio che mi scalda l'anima.

Gli sorrido e lo guardo sparire dietro la porta. 

La mia mente è invasa da pensieri razionali, il mio cuore lancia messaggi del tutto fuori luogo, la mia bocca cerca risposte dove non deve. E' un mix di sensazioni contrastanti, fanno a pugni nella mia testa, nel mio stomaco, nel mio cuore.

 Non so cos'è che provo. Attrazione? Credo sia palese.   

Solo non capisco, è possibile essere attratti da qualcuno senza esserne innamorati?

So chi può darmi una risposta. So chi può consolarmi adesso. So che lei è l'unica persona che sarà in grado di aiutarmi anche se non è qui presente per mollarmi una di quelle sberle che mi farebbero risvegliare dallo stato di rimbecillimento in cui sono piombata. 

Guardo il display nero del mio iPhone, poi lo getto via nella Vuitton che giace sul pavimento, inutilizzata da giorni ormai. Indosso leggings neri felpati e maglione grigio e afferro i tronchetti neri tacco dodici. Esito un istante. Cosa sto facendo?

Perchè stai lì ferma imbambolata? Scalpita la mia coscienza.

Sto esitando, con i tronchetti tra le mani. Sto fissando il bellissimo e altissimo tacco sottile. Poi, quasi meccanicamente, le ripongo nella scarpiera.

Cosa fai?

Decido di optare per un paio di comodi scarponcini da neve. Li ho trovati qui in casa, nella scarpiera della mamma. Decido di indossarli, dal momento che il numero è lo stesso. 

Devo dire che oggi ho preso molte decisioni che normalmente non avrei nemmeno sfiorato col pensiero, me ne rendo conto mentre scendo di corsa le scale, e priva di tacchi e iPhone, esco dalla porta d'ingresso. 


Maine love - #wattys2016 Where stories live. Discover now