CAPITOLO 17

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Ed ora come faccio? Come glielo dico?

C'è un modo gentile e indolore per comunicare ad un ragazzo che suo figlio di non appena tre anni ha assistito ad una scena del tutto inappropriata, tutto a causa del capriccio egoista di una stupida ventiquattrenne ferita?

Non credo ci sia. Non credo la prenderà bene. Mi odierà anche lui. Bene.

Mi alzo e vado di sopra, senza dirgli nemmeno una parola.

-Ehi aspetta! Dove vai? 

Ma non mi volto, continuo a camminare, su per le scale, diretta in camera mia. Claus mi insegue. E' normale che voglia sapere quel che io so ma non ho intenzione di dirgli. O forse dovrei farlo, ha il diritto di saperlo. Già. E deve saperlo da me, dopo tutto è colpa mia. 

Prendo in modo automatico i miei abiti dall'armadio e li infilo dentro una valigia, senza un ordine preciso, senza piegarli. 

-Romer! Vuoi dirmi che diavolo ti prende! - mi esorta, bloccandomi i polsi con le sue forti mani. Le fisso, in silenzio, poi lui mi solleva il mento e scruta nei miei occhi alla ricerca di una risposta. 

-Credo che tuo figlio ci abbia visto. 

Le parole escono da sole, senza il mio controllo, impregnate di un senso di colpa che non riesco a gestire. Ho paura di come possa prenderla.

-Chi? 

-Hayden!

-Cosa centra Hayden adesso? 

-Io credo che lui ci abbia visti, in salotto, mentre noi...insomma, hai capito!

E il senso di colpa mi assale, mi trascina in profondità, facendomi annegare.

Claus aggrotta la fronte.

-Ian mi disse Come hai potuto farlo? Davanti a lui! In un primo momento non capii, ma ora mi è chiaro. Hayden deve averci visti..

Sento la sua presa allentarsi. Brutto segno. Il suo sguardo vaga per la stanza, poi si siede sul letto. Mi strofino i polsi e prendo posto accanto a lui.

-Io.. - sto cercando di scusarmi quando lui mi interrompe.

-Hayden non è mio figlio. - dice fissando l'armadio, poi mi guarda.

Il cuore inizia a martellarmi, la mente si annebbia, sono confusa. Se non è suo figlio, allora...

-E' di Ian. - sussurra.

Eccola sganciata la bomba nucleare. Ecco dove andava tutte le mattine prima di aprire il pub. Ecco dove pranzava tutte le volte in cui non rincasava. Ecco spiegato tutto. E la donna bionda, lei deve essere sua madre. Sono assorta nei miei pensieri che vengono interrotti dalla voce di Claus.

-Lui era da me perchè Ian aveva bisogno di..lui doveva andare da..Cazzo me ne ero totalmente dimenticato! 

Si colpisce la fronte col palmo della mano.

Ecco il perchè di quella domanda. E mi torna in mente il suo visino d'angelo, la sua voce innocente, i suoi occhioni blu, e mi sento terribilmente in colpa, per tutto. 

-Non sarei mai dovuta venire qui. - dico severa a me stessa mentre il mondo mi crolla addosso.



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