CAPITOLO 14

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'È stato solo uno sbaglio. Un terribile sbaglio.' ripeto a me stessa, mentre l'acqua calda scorre sulla mia pelle.

'Non dovevo.' 

Sono gli unici pensieri che la mia mente riesce a formulare, mentre l'immagine di Ian con la donna bionda mi perseguita. Continuo a vederli, vederli ovunque. Sono nella mia mente. Perchè?

Insomma, io e Ian siamo buoni amici, tutto qui. 

Non ne hai il diritto.

Già, lo so, non ne ho il diritto. 

Spero che Claus riesca a trovare subito un acquirente, non posso sopportare di restare qui ancora per molto. Claus. Oddio ci sono andata a letto. Con Claus. Che stupida. Credo che stanotte non chiuderò occhio.

Il mattino seguente i miei occhi sono gonfi come dei canotti, ma mi sento meglio. Il senso di colpa per essere andata a letto con Claus solo per ripicca si è affievolito. Già, perchè diciamolo, era una ripicca. Sono così stupida e gelosa del mio amico d'infanzia che vederlo al fianco di una bella donna mi ha sconvolto talmente tanto da vendicarmi andando a letto con suo cugino. Che stupida ed infantile sono stata. Ma quel che è fatto è fatto ormai, non si torna indietro. Spero solo di non aver complicato le cose con Claus, insomma, probabilmente anche per lui l'episodio di ieri sera è ormai chiuso, dimenticato. 

Il bauletto è ancora lì. Vorrei tanto portarlo ad Ian. Non ora. Non ancora.

Indosso il cappotto ed un cappellino di lana bianco ed esco fuori. Nel capannone di fianco, sistemate in un angolo così come lo ricordavo, ci sono un paio di sdraio ed un ombrellone, che le nostre madri (mia e di Ian) utilizzavano per osservarci giocare nelle giornate soleggiate - ma fredde - come quella di oggi. Faccio un respitro profondo. L'aria è fredda e profuma di neve, ma il sole dona una piacevole sensazione di calore sul viso. Afferro non senza difficoltà una sdraio e la trascino fin sulla riva del lago. C'è una pace qui. Finalmente posso godermi un pò di sole ed una sana lettura. Certo, non è come stare sdraiati in spiaggia ma è piacevole lo stesso. E pensare che a New York adesso ci saranno almeno 20°!

La mia lettura procede nel silenzio più totale, che d'un tratto viene interrotto dalle risate squillanti di un bimbo. 

Un bimbo? Non ci sono bimbi qui! Gli unici bambini eravamo io ed Ian quindici anni fa! Ma ora...insomma, le uniche case nei dintorni sono la mia e quella di Ian!

Mi volto lentamente in direzione urla di bimbo e con la coda dell'occhio cerco di mettere a fuoco, senza farmi vedere. Almeno lo spero. Eccolo, un bimbo ci circa tre anni, e con lui c'è...Claus!

Aspetta, aspetta. Un attimo. Claus sta giocando con un bimbo di tre anni. Claus cuore di pietra. Claus occhi di ghiaccio. Claus con cui sono andata a letto. 

Lo afferra e lo spinge in alto, facendolo girare in tondo. Il bimbo ride, è così felice. E Claus sta dicendo qualcosa. Poi gli afferra le braccia e mima un'altalena. Il bimbo non smette di ridere. Le sue risate sono così contagiose che mi sorprendo a sorridere. Vedere Claus in veste di papà giocherellone mi scalda il cuore. Papà? No, non può essere. Claus, con un figlio. O forse è il fratellino minore. 

Si, fratellino, di vent'anni di meno. Ma piantala!

Sto sorridendo, e i miei occhi vengono incrociati dai suoi. Oddio. Mi ha vista. Distolgo velocemente lo sguardo e torno alla mia lettura, controllando di tanto in tanto la situazione con la coda dell'occhio.

-Biondina!

Sussulto. Che spavento. Claus e il bimbo sono qui, accanto a me, mano nella mano ad osservarmi. 

Mi metto a sedere e poggio il libro al mio fianco.

-L'INCENDIARIA. - dice leggendo il titolo del libro. - Lettura rilassante, vedo.

Sorrido. Sono pietrificata. non so esattamente cosa fare, cosa dire, dove guardare. 

Il bimbo mi sta fissando. E' un bimbo bellissimo. I capelli dorati baciati dal sole, gli occhi azzurri come il mare, un visino d'angelo con un nasino all'insù. E' adorabile.

-Chi sei? - mi chiede con la sua vocina.

-Ciao! Io sono Susan, ma puoi chiamarmi Susy. - Gli sorrido. E' un amore. - E tu come ti chiami?

Mi scruta coi suoi occhioni blu. 

-Hayden.

-E' un nome bellissimo.

Il mio sguardo si posa su Claus che sta sorridendo. Quel sorriso. 

Poi Hayden, che è all'incirca 1/3 dell'altezza di Claus, lo guarda e tira ripetutamente la manica del suo cappotto.

-Dimmi campione - dice inginocchiandosi.

-E' lei la tua fidanzata?

Spalanco gli occhi ed una fitta allo stomaco mozza il mio respiro. Fidanzata? Le mie gambe tremano, come quelle di un'adolescente al suo primo bacio e il mio stomaco danza contro i miei organi vitali. Il cuore pulsa alla velocità di un treno. Poi lui mi guarda, ed è lo sguardo più profondo e più carico di emozione che io abbia mai visto. Quello sguardo non è uno sguardo normale. Quello sguardo è un bagaglio si sensazioni, di brividi, di battiti. E' lui, è Claus.

Maine love - #wattys2016 Where stories live. Discover now