•1. la mia fottuta vita

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"Lasciami" dissi in panico.

"Ssh ci divertiremo piccola" comincia a toccarmi, io scoppio a piangere.

Non voglio perdere la mia verginità con uno qualunque.

Mi porta in una stanza e mi butta sul letto con forza.
"Lasciami, per favore" niente, lui fa finta di niente e mi strappa i vestiti di dosso.

"Stai zitta!" mi bacia il seno con foga, per poi scendere verso la mia intimità.

"No per favore!" grido.

"Nessuno ti sentirà, è inutile che gridi!" entra dentro di me con forza e...

Mi alzo di scatto sbarrando gli occhi.
Di nuovo quel fottuto incubo che mi tormenta ogni notte.

Ormai da quella orribile sera sono passati 3 anni.
Domani compierò 19 anni. Domani la mia vita cambierà, scapperò da questo inferno, scapperò dalla mia orribile famiglia.

Scendo sotto tutta sudata e col fiatone. Mi dirigo in cucina e li trovo mio padre tutto sbronzo. Ormai ci ho fatto l'abitudine, mio padre è un alcolizzato, mentre mia madre ormai è una tossica dipendente. Bella famiglia vero?

"Amber vieni qua" sento la voce di mio padre tutta tremante dal troppo alcol ingerito.

"S-si" mi avvicino a lui con cautela.

"Che ca**o hai fatto pu****a?! Sei tutta sudata e hai il fiatone? Hai fatto la pu****a?!"si alza e mi fa sbattere al muro con violenza. Comincia a picchiarmi calci allo stomaco.

"Papà fermati!" dico in lacrime.

"Non chiamarmi papà hai capito pu****a?!" mi alza tirandomi dai capelli.

"Tu non sei mia figlia, sei uno stupido sbaglio che mi ha rovinato la vita!" mi sbatte al muro.

Se ne va sbattendo con potenza la porta.
Zoppicando mi dirigo in cucina per l'ennesima volta.

"Tu non dici niente 'mamma'?" dico guardandola a mo di sfida.

"Amber non incominciare.." dice sbuffando.

"Incomincio e come! Ti sembra giusto quello che mi state facendo? Eh? Ora non parli? Mah va******o siete tutti dei ba*****i di merda!" sento la guancia calda.
Ecco, per completare ci mancava una bella sberla da parte di mia 'madre'.

"Modera il linguaggio! Ha ragione tuo padre, tu sei nata per uno stupido sbaglio avvenuto in una notte! Amber per noi non sei niente, non l'hai capito?" guardo con disprezzo la donna che dovrebbe essere mia madre, quella donna che dovrebbe volermi bene, ma è tutto il contrario.

Con le poche forze che ho, mi alzo dalla sedia e mi incammino verso il bagno.
Apro il rubinetto. Vedo l'acqua limpida scorrere finché pian piano la vasca si riempi. Immergo il mio corpo nudo nella fonte d'acqua.

La mia pelle comincia a bruciare, dei piccoli gridi escono dalla mia bocca, alcune lacrime di dolore rigano le mie guance.

Guardo il mio corpo, pieno di lividi. Lividi causati dalle persone che dovrebbero essere quelle più importanti per me, i miei 'genitori'.

"Ssh Amber non scoppiare proprio ora che stiamo arrivando alla fine di questo orribile incubo, ssh da stanotte cambierà tutto.." ripeto per alcuni minuti queste parole, finché non mi sento sicura.

Esco dalla vasca e mi vesto con un leggins e una felpa pensate.
Raggiungo camera e facendo attenzione che nessuno mi veda preparo la valigia per poi metterla sotto il letto.

Guardo attentamente la mia camera, nella quale ci sono cresciuta.
Alla fine penso che mi mancherà solo questa.

"Quasi dimenticavo.." corro in bagno e apro il cassetto. Estraggo da questo la mia adorata lametta, ormai consumata dal continuo uso. Guardo le mie braccia, sono irriconoscibili. Tutte piene di tagli così profondi che sono diventati viola. Nonostante tutto non mi fa nessun effetto. Ormai sono diventata così indifferente che anche se mi facessero vedere la cosa più brusca al mondo, non me ne importerebbe un ca**o.

"Io esco" urlo per farmi sentire ma so che non gliene frega.

Mi guardo intorno e con lo sguardo saluto tutta la città. Uno sguardo triste, ma allo stesso tempo felice.

Controllo l'ora al mio LG: 21:37.

"Meglio che me ne ritorni a casa" penso nella mia mente.

Apro la porta e salgo le scale.
L'aereo parte alle 24 in punto, ancora devo fare il check-in, quindi dovrò essere in aereoporto per le 23.
Ricontrollo l'ora: 22 in punto.
Decido di farmi un bel pisolino.
***
Drin drin

Spengo la sveglia.
Per la prima volta la amo.

Facendo attenzione a non fare rumore, estraggo la mia valigia da sotto il letto e la butto dalla finestra.
Mi guardo all'enorme specchio.

"Addio.." metto il cappuccio e salto anch'io dalla finestra.
Cammino verso la strada nazionale per poi fermare un taxi.

"All'aeroporto per favore.." dico chiudendo lo sportello.

"Certo." guardo fuori dal finestrino. Una lacrima scende dal mio viso.

"Perché sono così sfortunata? Perché non posso essere la solita ragazza con una famiglia felice? Perché?" penso.

"Va tutto bene?" il taxista mi guarda dallo specchietto.

"Ahm si" mi asciugo le lacrime.
Dopo cinque minuti la macchina si ferma.

"Siamo arrivati." do' la mancia al signore e comincio a trascinare la mia valigia.
Dopo aver fatto il check-in aspetto che chiamino il mio volo.

"Volo Miami- Toronto" la voce metallica mi fa alzare.

Dopo aver fatto i vari controlli salgo sull'aereo.
Il mio posto è il numero 50 e per fortuna è dalla parte del mini finestrino.

Una signora insieme ad una ragazzina di circa dieci anni si siedono affianco a me.

Le fisso, sono così felici ed unite, l'opposto di me e mia 'madre' insomma.
Per evitare che qualche lacrima scenda dal mio viso, sposto lo sguardo verso il finestrino.

"Mettere le cinture di sicurezza, stiamo per partire" annuncia l'hostess.

Faccio ciò che dice.
Dopo pochi minuti sento l'aereo alzarsi.

"Addio Miami"

N/A
Ciao! Questa è la mia seconda storia..
Cosa ne pensare dell'inizio? ❤
Fatemi sapere lasciando un voto e un commento. 👌
Fra poco aggiungerò i cast. 😜
***
Al prossimo capitolo.
Cam.
||storia creata il: 08/06/2016.

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