20.

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Sammy entrò al distretto Beacon Hill conscio del fatto che, una volta presa posizione su questa situazione, non avrebbe più potuto tirarsene fuori.

Proseguì con passo svelto guardandosi intorno e, sicuro, si avviò verso l'ufficio dell'Agente Brooksfield.

«No, Gina, digli che se non mi manda il rapporto entro un'ora, lo mando a pulire i cessi con la lingua.» l'uomo, con cortissimi capelli biondi, dava le ampie spalle a Sammy fino a quando, sbattendo la cornetta del telefono fisso sulla postazione, non si voltò imprecando a bassa voce.

«Certo che non cambi mai.» proferì divertito Samuel, accomodandosi davanti all'amico di una vita senza che questi gli desse il permesso.

«Grandissimo figlio di buttana! Cosa è successo per presentarti qui dopo...quanto? Due anni?»

«Due anni in cui ho sentito la tua mancanza, però!» rispose ironico, Sammy.

L'agente lo guardò serio con gli occhi di ghiaccio per qualche secondo per poi scoppiare a ridere e tirargli una penna addosso.

«Cosa ti porta qui?»

«Ho bisogno di una mano, Cam»

**

Kyle era appena arrivato al Jane's Diner, dopo essersi cambiato nella saletta del personale, entrò in sala per iniziare il turno che sarebbe durato per le successive quattro ore. Mancavano due giorni alla famosa scadenza di David quindi, non appena se lo vide spuntare di fronte, sussultò visibilmente.

«Ho ancora due giorni.» disse impercettibilmente. Purtroppo la sala non era gremita come al solito, anzi, sembrava stranamente vuota. C'erano solo un paio di tavoli occupati e Kyle si sentiva braccato.

«Calma, bambino. Sono venuto per proporti un accordo.» disse minaccioso, avvicinandosi così tanto che, Kyle, dovette alzare la testa per poterlo guardare negli occhi.

«Non posso darti niente se non la cifra che ti devo.» rispose, stringendo i denti.

«In realtà una cosa ci sarebbe.» mormorò l'uomo, sedendosi comodamente su un divanetto anni Cinquanta, poggiando entrambe le braccia sullo schienale.

Kyle sudava freddo.

«Mi è arrivata una vocina...» iniziò, scrutandolo dal basso. «Ti fai sbattere da un Fairfield. Puntiamo ai piani alti.» concluse, emettendo anche un fischio di finto apprezzamento.

Kyle sgranò gli occhi, ma rimase comunque in silenzio. Non gli restava che mentire.

«E' stata la cosa di una notte. Dovevo fare soldi per pagare il mio debito. Non ho rapporti con quell'uomo.»

«Mmm...pensi che sia stupido, Monahan? Non sei come tua madre, fatti furbo. Non vorrei succedesse qualcosa al piccolo fratellino. Sarebbe davvero una tragedia.» proferì minaccioso, incrociando le gambe.

«David, ti prego. Non ho nulla da darti, voglio solo liberarmi da questo debito. Non ho rapporti con Samuel Fairfield, devi credermi.»

Ma ogni speranza venne distrutta quando, David, prese dalla tasca interna della giacca una foto 10x10 che mostrava Kyle, insieme a Sammy e Tyler, quella mattina stessa, con un gran sorriso sul volto, mentre mettevano le valigie sul taxi che li avrebbe portati all'appartamento di Sammy.

«Ecco la mia proposta» Kyle continuava ad osservare quella foto, attimo di una felicità ormai distrutto dalla cattiveria dell'uomo. La voce di David, continuava a risuonargli nelle orecchie.

«Centocinquantamila, subito e in contanti e ogni debito di tua madre verrà azzerato. Credo che il tuo fidanzatino possa permetterselo.»

«Non posso.» mormorò quasi impercettibilmente, ma non abbastanza da non farsi sentire da David che scattò in piedi in un secondo.

Love Made Me Do ItWhere stories live. Discover now