CAPITOLO UNDICESIMO - parte 1

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Il killer deglutì e restò immobile, mentre un'improvvisa scarica di adrenalina percorreva la sua spina dorsale con la velocità di un fulmine. Quel mostro era proprio oltre la parete, e stava grattando contro al muro facendo uso dei suoi lunghi e raccapriccianti artigli.
Doveva fare qualcosa, e in fretta!
Fece qualche passo indietro, e si guardò rapidamente intorno. Che fare? Si era barricato in quella piccola casa, e in teoria proprio per questo doveva essere al sicuro; ma se invece non fosse stato così? Se The Rake avesse trovato il modo di entrare in qualche modo, il rifugio che si era procurato si sarebbe potuto trasformare, in pochi minuti, in una trappola mortale.
D'un tratto si udì un rumore molto diverso dagli altri; un improvviso colpo secco. Fu subito chiaro che cosa fosse accaduto, grazie al nuovo fascio di luce che entrò subito dopo all'interno della stanza: una delle tavole di legno di cui era composta la parete, era stata strappata via.
Il killer afferrò il coltello nella sua tasca, ed osservò la scena impotente. Gli artigli del mostro penetrarono all'interno, ed afferrarono la tavola successiva per poi sradicarla, questa volta molto più facilmente.
Quel maledetto si stava aprendo un varco.
-Stai indietro!- esclamò Jeff mostrando la sua arma al nemico; tuttavia non poté che tremare quando lo sguardo raccapricciante di The Rake si posò su di lui. Quegli occhi gialli brillavano di una luce innaturale, ed ora erano puntati proprio nei suoi. La pelle di quell'essere era liscia e rugosa allo stesso tempo, e la sua schiena ricurva. Difficile credere che, un tempo, fosse stato umano.
-Stai indietro!- ripeté, questa volta con maggiore sicurezza. Capì che se voleva sopravvivere, era costretto a lottare.
The Rake a quel punto emise uno strano verso con la bocca, simile a quello di un cane che grida di dolore, per poi affrettarsi a spezzare l'ennesima parte di muro; non mancava molto, prima che riuscisse ad entrare. E non appena ci fosse riuscito, per Jeff non vi sarebbe stata alcuna via di scampo, essendo tutte le uscite bloccate dai mobili.
Il ragazzo corse nella stanza adiacente, con il fiato corto. Afferrò velocemente tutto ciò che aveva posizionato davanti alla finestra, nel tentativo di crearsi una via d'uscita; gettò tutto quanto a terra, e si ritrovò a spingere una libreria che, a causa della sua pesantezza, lo rallentò parecchio. Fu per questo che, quando finalmente era riuscito a liberare la finestra, The Rake era già entrato in casa.
Subito la bestia corse in modo goffo e scoordinato in sua direzione; e Jeff, con il cuore che rimbalzava nel petto, saltò sul davanzale e spaccò il vetro della finestra con un gomito, seppur continuando a tenere stretto il coltello nella sua mano. Si affrettò a saltare giù dalla parte opposta, ma mentre lo faceva gli artigli del mostro raggiunsero la sua gamba sinistra.
Lacerarono profondamente la sua pelle, e rimasero incastrati nel tessuto dei pantaloni; il ragazzo cadde giù di testa, e rimase appeso a mezz'aria per qualche secondo prima che il tessuto cedesse e gli causasse una seconda caduta, facendolo precipitare questa volta sulla terra umida del bosco.
Il killer strinse i denti ed emise un rantolo di dolore. Il grande strappo che gli artigli del mostro avevano aperto nei suoi pantaloni gli permise di vedere in quali condizioni fosse la sua gamba: c'erano tre grandi ferite aperte, che gettavano fuori fiumi di sangue.
-Maledizione..- mugolò, tentando di rimettersi in piedi. Una forte fitta di dolore, tuttavia, lo fece cadere nuovamente in ginocchio.
The Rake saltò improvvisamente fuori dal buco che aveva creato per entrare, e si diresse velocemente in sua direzione. Il ragazzo non alzò lo sguardo, ma udì il rumore dei suoi artigli che scavavano il terreno e solo grazie a questo si rese conto che era ormai troppo vicino.
Non aveva né il tempo né lo stato fisico adatto per scappare.
Il mostro si fermò davanti a lui e lo colpì con una gomitata, affinché la sua preda si ritrovasse sdraiata per terra; poi posò delicatamente una mano artigliata sul suo petto, per tenerlo fermo.
Jeff si ritrovò bloccato sotto a quelle lame, faccia a faccia con gli occhi lucenti del mostro, completamente disarmato. Se si fosse mosso di un solo centimetro, sarebbe stato tagliato; se avesse parlato, probabilmente, anche.
Si ritrovò vittima di una situazione estrema, che durò per molti interminabili secondi. Il mostro sembrò scrutare il suo volto con cura, emettendo lievi rantoli; poi, improvvisamente, il suo atteggiamento tornò a cambiare.
Le lame poggiate sul petto di Jeff iniziarono a stringersi, mentre il mostro si preparava a sferrare, con la mano libera, il colpo mortale. Il killer ebbe solo una frazione di secondo per agire, ma per sua fortuna seppe sfruttare l'opportunità.
Mentre il mostro sollevava il braccio per sferrare l'attacco, la sua gola rimase indifesa dagli artigli delle sue mani che adesso erano una in cielo e l'altra a terra; fu grazie a questo che Jeff poté raggiungerla con il suo coltello, che teneva ancora stretto tra le mani.
La lama penetrò facilmente nella carne della bestia, e creò uno squarcio incredibilmente profondo. Era evidente che non si trattava più di un semplice coltello, ma di un'arma potente che, se usata bene, era in grado di uccidere le creepypasta a discapito della loro forza.
The Rake cadde emettendo strani versi di dolore, e finì per schiacciare il ragazzo sotto il suo peso.
Jeff rimase immobile, ed inspirò a pieni polmoni l'aria fresca del bosco.
Ce l'aveva fatta.

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