16 Serata tra amici

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"Muoviti, vecchietto, tra poco inizia! Cos'è il deambulatore si è inceppato?" lo prendo in giro, per la sua lentezza. Stiamo per passare una serata tra amici. Dopo quella sera, in cui accettò il mio aiuto, ci siamo rivisti decidendo di provare ad essere amici. Per ora funziona. Siamo stati al cinema, al teatro, al luna park. Siamo andati a cena e l'ho accompagnato ad una serata di gala, senza compenso. Ho preso questa decisione il giorno dopo, quando al tg, sono venuta a sapere che la sua disperazione, era dovuta alla morte del padre. Lo ha trovato la madre, nel letto, privo di vita. Un infarto, mentre dormiva. Non ha sofferto, per fortuna, molto probabilmente è stato ripagato di tutto il bene che ha fatto. Adesso River, sta un po' meglio, certo la mancanza la sente sempre, ma non è più l'essere sperduto e disperato di qualche tempo fa.

"Ah ah ah, spiritosa. Mi si era incastrata la bombola dell'ossigeno, a dirla tutta" risponde stando allo scherzo. Ci guarderemo un film, mangiando la pizza. Fa parte dello strano patto che mi ha proposto. Mi ha detto di aver capito che non ho avuto un'adolescenza come gli altri, quindi si è offerto di riparare. E ne abbiamo fatte di cose adolescenziali! Ma stasera, facciamo una cosa tranquilla, come fanno tutti gli amici al mondo.

Ci sediamo sul divano, o meglio,io mi siedo lui si spaparanza. Accendiamo l'Home Theater, inseriamo il dvd e... via, la serata parte..

Ho scoperto che ha una passione per i film horror-demenziali. Che mi vale la visione de L'alba dei morti dementi. In effetti, mi fa ridere, ad un certo punto sono in lacrime. Sto quasi per cadere dal divano, quando mi afferra al volo. Dall'esilarante, la situazione volge a.. bollente. Non so neppure come, ma ritrovo, in lingerie, a cavalcioni su di lui nel letto. Freneticamente, ci togliamo il resto dei vestiti e ci abbandoniamo alla passione. E stavolta, mi lascio andare. Permetto al mio corpo ed alla mia mente di partecipare, godendomi ogni attimo. Mi sento viva, come non mai. E' bravo, attento e generoso. Pensa prima al mio piacere che al suo. Un vero uomo, come pochi ce ne sono. E di piacere, ne ho da recuperare. Mi accarezza, mi assapora e mi coinvolge in quella lotta di sensi.. Sento di essere al culmine, combatto una strenua lotta con me stessa. La mia parte pratica, non vuole soggiacere a quella sensazione e liberare ciò che, per troppo tempo, mi sono preclusa. L'altra parte, vuole dare libero sfogo al mio essere donna. La seconda parte, ha la meglio e afferrandogli i capelli, mi lascio consapevolmente travolgere dal tumulto di sensazioni. Mi libero ed è come se l'oppressione che ho accumulato, venisse spazzata via con un colpo di scopa. Mi sento bene, felice, oserei dire. Poco dopo, mi fa compagnia anche lui. Stremati, ci lasciamo cadere sul soffice materasso.

"Wow" dice soltanto.. sorrido di quella buffa espressione. Sorrido molto, da che l'ho incontrato. La mia testa, materializza una specie di schema, su cui vengono annotati i pro ed i contro, della sua presenza nella mia vita. Non vi annoio con i dettagli ma, sappiate, i pro sono maggiori dei contro.

"Doppio, wow" gli frego la battuta.

"Grazie, per avermi permesso di liberarti. E' stata una cosa fantastica, sentirti partecipe e finalmente, senza nessun pensiero" cavolo, allora se ne è accorto! Ed io che speravo di passarla liscia...

"Grazie a te. Non era mai successo, mi sono sempre trattenuta. E' bello, per una volta, essersi liberata" ed è davvero tutto merito suo. Mi alzo e vado in bagno, a fare una doccia, col sorriso stampato sul volto. Quasi, non mi riconosco nello specchio, la donna che mi guarda ha un volto luminoso, le guance rosee e gli occhi splendenti. Che sia lui, il motivo della trasformazione? Non essere sciocca, mi dice la voce della mamma, è solo una reazione fisica al sesso. Già, ha ragione. Non ha operato nessuna magia, se lo dice la mamma è la verità. Lei non mente mai, ha sempre ragione. Mi adombro, pensando a lei. Se venisse a sapere quello che è appena successo, finirei in grossi guai. Come con Ryan, ma fortunatamente, ci fu lei a farmi vedere di che pasta era fatto. Mi concedo per un attimo, di rivedere il suo volto. Lo amavo, ma lui si è approfittato di me. La mamma mi ha raccontato cosa è successo. Quando scoprì la nostra tresca, andò subito ad affrontarlo, per sapere quali fossero le sue intenzioni. Divenne subito chiaro, cosa volesse. Denaro, molto denaro, per non dire a nessuno quello che facevo per vivere. La mamma si trovò costretta a piegarsi a quel ricatto, pagò Ryan e tornò a casa. Mi punì, per farmi capire quanto fossi stata stolta, nel fidarmi di quel ragazzo all'apparenza gentile e interessato a me. Moltiplicò i clienti e fu lì che conobbi Peter, l'uomo a cui piace farlo violento. Ricordo tutto della prima volta, ho implorato Dio di prendermi con sé, ma non mi ha ascoltato. Divenne così un appuntamento settimanale. Ci ho fatto l'abitudine. Non mi disse che Ryan, aveva voluto esser pagato, mi disse solo che non era sicuro dell'intenzione dei suoi sentimenti. Mi sbriciolò il cuore, soprattutto per il fatto, di aver creduto a tutte le sue millantanti parole. Ho provato una profonda vergogna, che la mamma mi ha molto fatto pesare, ma c'è da capirla. Aveva pagato, con i soldi che si era messa da parte da giovane. Le ho restituito tutto, con gli interessi, però! Da brava figlia.

Torno al presente, sentendo River bussare.

"Tutto ok, Diana?" domanda, dall'altra parte della stanza.

"Sì. Esco tra un momento" lo avverto, non riuscendo a celare l'acredine e la durezza nella voce. Non posso cascarci di nuovo, non devo farmi imbambolare da una scopata ben riuscita. Esco e con molta freddezza, gli passo accanto. So che l'ha notata, ma è meglio così. Non voglio fargli credere che le cose siano cambiate. Non c'è nessun lieto fine tra noi. Sento la doccia, azionarsi. Posso stare in tranquillità per qualche minuto. Devo produrre un discorso, da fargli non appena uscito dalla doccia. Ed ecco che, come richiamato dal mio pensiero, fa capolino nella stanza.

"Che succede?" odio profondamente la facilità con cui capisce il mutare delle situazioni.

"Nulla, a dire il vero. Voglio solo chiarire un punto. Nulla di quello che è appena accaduto, modifica in alcun modo, la nostra situazione" proseguo "Non siamo nulla più di quel che eravamo prima. Sono felice di essere tua amica ma, sappi, quello che è successo non si ripeterà. Se in futuro, vorrai ancora avvalerti dei miei servizi, userai la stessa metodologia degli altri" esclamo lapidaria. Vedo le sue labbra diventare una linea sottile.

"Sai, una cosa? Sono stufo, di questi tuoi sbalzi d'umore. Del continuo sbattermi in faccia che per averti devo pagare. Lo so benissimo, come so, che non siamo nulla più di qualche scopata occasionale. Ma a te piace avere il controllo, ferire le persone. Tutto questo perché ti sei ritrovata con un genitore di merda, che ti ha infarcito il cervello di puttanate. Sai una cosa, vuoi la verità, qui l'unica che si comporta nel modo in cui, dice di comportarsi il resto del mondo è lei! Una donna che è alla stregua di un parassita, che non ha esitato a vendere la figlia, per ottenere una vita agiata senza doversi rompere il culo. E sai cos'altro? Il fatto che ti abbia fatta sentire in colpa per essere nata, mi manda in bestia. Non hai chiesto tu di nascere, ha deciso lei di metterti al mondo per ricattare tuo padre. E sai ancora un'altra cosa? Farti abortire e fare in modo che tu non potessi avere figli, visto che sarebbero stati d'intralcio alla tua carriera, non è amore, mia cara. Tutto il contrario. Una madre protegge i suoi figli, li aiuta e li sprona affinché possano trarre il meglio dalla vita. Lei cosa ha fatto? Nulla di tutto ciò. Vorrei che ti avessero portata via, finché eri ancora in tempo. Ringrazio Dio, che tu non possa avere figli, altrimenti rovinerebbe anche loro" urla. Lo colpisco così forte, che mi spacco le nocche. Lo prendo in pieno sulla bocca.

"Vattene, da qui e non metterci mai più piede. Sei uno schifoso. Dici di lei, ma sei uguale. Hai usato il mio passato per gettarmelo addosso. Vorrei vederti morto" sibilo, trattenendo le lacrime. Prende le sue cose, accusando il colpo e fa per andarsene.

"Chi ti ha raccontato il mio passato?" domando furibonda.

"L'unica persona che davvero tiene a te, Maria" esce dalla porta ed io crollo.

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