13 Rabbia

5.2K 276 56
                                    

"Cazzo" esclama, uscendo da me per sdraiarsi sul letto, con l'affanno. Quando siamo tornati a casa, abbiamo davvero deciso di cenare. Si sentivano i nostri stomaci brontolare, da chilometri. Abbiamo mangiato delle fettuccine, favolose, che ha cucinato River. E' un ottimo cuoco. Ci siamo seduti attorno al bancone e abbiamo consumato la cena, mentre gli facevo un interrogatorio. Volevo sapere tutto, della sua vita, dopo l'adozione. Mi ha raccontato ogni cosa, abbiamo riso, gioito e ci siamo anche intristiti. Raccontava che i primi tempi non erano facili. Era arrabbiato col mondo, non si sentiva parte della famiglia e sfogava la sua rabbia, rompendo oggetti e mettendosi nei guai. I suoi, con pazienza e dedizione, hanno lavorato affinché ne uscisse al meglio. L'ho invidiato, davvero. Mi sono permessa, solo per un momento, di pensare a come sarebbe stata la mia vita, con una famiglia così.

"Wow, sei davvero eccezionale. Grazie, non sono mai stato così bene" si complimenta. Faccio un mezzo sorriso. Mi ci è voluta tutta la determinazione del mondo, per non venire. Non è per me, che faccio questo, ma per lui, visto che paga. E' un'amante esperto e generoso, sa come fare per soddisfare una donna. Peccato che non potrò mai goderne appieno. Il mio corpo, non è dello stesso avviso, in quanto sotto al suo tocco, pare essersi risvegliato. Con gli altri, non mi è mai successa una cosa del genere. Non ho mai sentito il bisogno di partecipare, di lasciarmi andare a quelle strabilianti sensazioni. Questo è un grosso ostacolo. Non sono stupida, so che cosa vuol dire, ma non posso neppure tirarmi indietro di nuovo, non sarebbe professionale e perderei un cliente. Me ne faccio una ragione, decidendo di non lasciarmi mai andare, in fondo è questo il contratto, lo scopo.. lui gode, io guadagno e pago i conti. Mi sento, per la prima volta, svilita da questo pensiero che in fretta scaccio. 

"Tutto ok?" mi chiede, carezzandomi un braccio. Eh no, le coccole no. Mi alzo sorridendo e mi rivesto. La prende male, non si aspettava quel brusco cambiamento.

"Perché fai così? scappi ogni volta che ti dimostro un po' di calore umano" è triste, per quello che è il mio rifiuto. Non posso cedere, ne andrebbe della mia vita. 

"Perché il calore umano, non ti fa pagare i conti. Tu godi, io guadagno. Erano questi i termini, River. Sono stanca di affrontare ogni volta questa diatriba, per uscirne come la cattiva senza cuore. Sei un uomo fantastico, ma io non cerco altro che denaro da te" concludo.

"Posso chiederti una cosa, senza che tu ti arrabbi?" mi chiede pacatamente.

"Ok" concedo.

"Non ti intristisce, pensare ad un futuro costellato solo di solitudine? Voglio dire, sei giovane, hai una vita davanti. Non vuoi legami, non vuoi dividere la vita con nessuno. Non ti vuoi sposare, non vuoi figli. Insomma è triste, pensare solo a fare questo mestiere per pagare i conti" si sfoga. Mi arrabbio, anzi, mi incazzo sul serio.

"Adesso ascoltami bene. Non ho nessuna intenzione di spiegare a te, le mie scelte. Il perché ed il per come voglio fare questa vita non ti riguardano. Le scelte e le motivazioni, sono solo mie. Altro, a parte il mio corpo, non ti deve interessare. Ho commesso un enorme sbaglio, a invischiarmi con te. Sapevo che non ti saresti fermato, no. Tu vuoi sapere, tu vuoi capire. Non c'è un cazzo da sapere,né da capire. Io sono questo, un corpo in vendita al migliore offerente e perché voglia essere questo, non è argomento di conversazione. Visto che non puoi soprassedere, non credo di voler portare avanti tutto questo. Mi dispiace River, non posso continuare così" 

"Aspetta, non andare via. Spiegami, cosa ti è successo di così traumatico da farti diventare fredda e cinica? C'entra tua madre, vero?" mi chiede, prendendomi per un braccio.

"Santo cielo! Tutto deve per forza ricondurre a mia madre. Ti sembra così assurdo, che possa non volere quello che tutti desiderano? Non voglio una famiglia, dannazione!" gli urlo in faccia.

"Perché, perché non vuoi essere amata?" e lì sbotto, perdendo del tutto il controllo.

"PERCHE' L'AMORE E' UNA CAZZATA. L'AMORE TI DISTRUGGE, TI UMILIA E TI SPEZZA IL CUORE!" urlo, disperata, in lacrime. 

"Non è vero, l'amore ti rende forte, ti guarisce. Ti prego, permettimi di guarirti. Voglio aiutarti a vedere l'amore in maniera diversa" mi rendo conto, di quello che ho fatto quando oramai è troppo tardi. Lo colpisco, dandogli uno schiaffo forte,in pieno viso.

"Non lo voglio il tuo aiuto. Io non ho bisogno dell'aiuto di nessuno. Sei un'essere insignificante e debole, con tutti finirei, all'infuori di te" sputo velenosa. Vedo la sua faccia trasformarsi. Dalla compassione, alla freddezza più glaciale. Mi lascia il braccio, come se lo ripugnasse toccarmi. Non dice nulla, mi volta le spalle ed apre la porta. La varco in silenzio e sento, il richiudersi alle spalle. Entro in casa, col cuore a pezzi, sfiancata da quella discussione. Lui non può capire, cosa ci sia davvero dietro a quelle scelte. Non potrei dirglielo, neppure volendo. Se lo scoprisse, mi vedrebbe per quella che realmente sono. Una persona guasta, corrotta e marcia dentro. E' vero, non ho scelto io di esserlo, ma non ho neppure fatto nulla per cambiare. Mi strucco, mi spoglio e mi infilo sotto il soffione della doccia, cercando di lavare via lo sporco, che sento dentro di me.

____________________________________________________________________________________

"Buongiorno, cercavo la Signora Maria. Sono River, un amico di Diana" dico ad un cameriere, entrando nel ristorante degli amici di Diana. Sono rimasto ferito dalle sue parole, non quelle verso di me, so che le ha dette per rabbia. Ma per quelle che ha usato, riferendosi a se stessa. Non le posso chiedere nulla, per cui l'unica cosa che mi è venuta in mente, è stata montare in macchina e cercare di farmi spiegare, da chi la conosce meglio, cosa le sia successo. Maria, arriva, sorprendendosi di vedermi.

"Ciao, Diana sta bene?" chiede subito, in apprensione. 

"Fisicamente? Sì, ma dentro, dentro è devastata. Ho bisogno di parlare con lei. Devo sapere cosa le sta succedendo" spero che non mi cacci. In fondo è una sua amica, capirei se non volesse tradire le sue confidenze. Mi osserva, con sguardo saggio, poi mi fa strada fino ad un piccolo ufficio.

"Siediti, mentre io preparo un buon caffè. Ce ne sono di cose da dire, ma prima, raccontami cosa è successo" incalza, svitando la moka per riempirla di caffè. Non esito e le racconto tutto, senza tralasciare una virgola."Povero Angelo, quella maledetta, l'ha rovinata. Allora devi sapere che..." Ed inizia a raccontare, la storia più orribile che abbia mai sentito. Al cui paragone, quello che ho patito io è un' inezia.

Salve, lettori. 

Spero che stiate gradendo questa nuova storia. Vorrei avere il vostro parere, su alcune cose. 

Cosa ne pensate dei protagonisti?

La storia, è sviluppata bene? Dovrei modificare qualcosa? 

Cosa starà per raccontare Maria, al nostro River, per scioccarlo così tanto? ditemi la vostra, votando se il capitolo vi è piaciuto. 

Tanti baci..

Comprami. SIAE, SU AMAZON.Where stories live. Discover now