3 Rifiuto

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Nell'ultima mail, mi ha scritto che quella di stasera, è una semplice cena tra amici, 6 coppie noi compresi, per cui non devo mettermi elegante. Scelgo un abito giallo, semplice, con un fiocco su una spalla, abbinato a dei sandali con tacco moderato. Lego i capelli in una treccia e sono pronta. Ho messo anche poco trucco, vista l'occasione, non c'è necessità di essere truccata come una bambola. Un velo di mascara ed un lucidalabbra rosa naturale. Sento il campanello è Nikolai, che mi avvisa dell'arrivo di River. Lo ringrazio e scendo velocemente, trovandolo fuori ad aspettarmi. In camicia bianca e Jeans, slavati. E' la quinta, la sesta e la settima essenza della bellezza. Un filo di barba ed un sorriso aperto e felice, nel vedermi. Mi raddrizzo e sfodero un sorriso contenuto. E' la regola, mai far capire ad uomo, che sei felice di vederlo..aspetta, e questa da dove mi esce? Io, felice di vederlo... anche no!

Mi saluta, baciandomi la mano.. "Ehi, sei stupenda. Ma immagino che te lo dicono tutti" si riprende, imbarazzato dalla sua affermazione.

"Non ti preoccupare, ci sono abituata, ad ogni modo grazie per il complimento" cerco di toglierlo dall'imbarazzo, ma credo di aver fatto peggio. Ho sottolineato l'ovvietà della sua affermazione. Va beh, passiamo oltre. Sediamo in auto e nel tragitto, gli chiedo di descrivermi i suoi amici, non mi piace essere impreparata. Ma, diciamo, è una scusa.Voglio sapere cosa ha detto di me.

"Sanno che verrò con un'amica, nulla di più. Gli ho detto che ci siamo conosciuti per caso ad una cena e ti ho chiesto di accompagnarmi, questa sera. Nulla di che, come vedi.." racconta.

"Ok, perfetto. Immagino che ai tuoi amici, non farebbe piacere sapere che frequenti una escort. Tranquillo, non dirò nulla e non ti metterò in imbarazzo" lo tranquillizzo.

"Di quello che faccio, ai miei amici, non interessa. La vita privata è la mia, decido io con chi passare il tempo. L'ho fatto solo per non metterti a disagio. Immagino che non sia facile, rapportarti con le persone, dopo aver saputo che lavoro fai. La gente, ahimè, è sempre piena di pregiudizi" ...

"Non c'era motivo, che ti preoccupassi. Faccio questo lavoro da tanto e so difendermi da sola. Non sono una fanciulla in pericolo, che aspetta il cavaliere dalla scintillante armatura" rispondo seccata, senza saperne bene il motivo. Vedo che si irrigidisce e poi si scusa. Lo fa spesso, ho notato. 

Arriviamo a casa del suo amico, una villetta, con un bel giardino curato, pieno di fiori. Smonta, ed io lo seguo. Resta un attimo fermo ed, io, inarcando un sopracciglio domando cosa succede..

"Volevo aprirti la portiera, tutto qui. Comunque sia, posso prenderti la mano?" valuto un momento la richiesta. So che cosa c'è dietro, ma ha pagato e non posso essere sempre scortese. Decido per un approccio più soft..

"Certo, per 500 dollari l'ora, puoi fare ciò che vuoi" replico, facendogli volontariamente capire, che non c'è nulla di romantico nel gesto, dal mio punto di vista. Lui paga, io obbedisco.. Non pare gradire la mia risposta, ma dissimula il malcontento e prendendomi per mano, suona alla porta. Ci apre, una ragazza piccola e bionda, che resta un attimo a bocca aperta nel vedermi. Si rende conto di essere scortese e per rimediare, si tuffa tra le braccia di River..

"Bene arrivati, entrate su, non state sulla porta" ci fa accomodare. "Piacere io sono Laura, la fidanzata del festeggiato" mi tende la mano, piccola e curata, che stringo velocemente e con forza. Fa finta di nulla e ci fa strada verso la sala da pranzo. Il tavolo, ben apparecchiato, è già occupato dagli altri invitati. A turno ci salutano e si presentano. Arriva il festeggiato e dopo aver abbracciato Riv, come lo chiama lui, si presenta e ci ringrazia per la presenza. 

Siamo a metà serata ed io mi devo contenere, per non dare di stomaco. Mi alzo e gentilmente informo di dover andare al bagno. Laura, la padrona di casa, mi accompagna in totale silenzio. Mi lascia davanti alla porta e se ne torna da dove è venuta. Mentalmente la ringrazio, per non avermi costretta ad una snervante conversazione. Entro e chiudo a chiave la porta. Mi appoggio al lavabo e mi costringo a non vomitare, la bile che mi sta risalendo in gola. Dio, sono odiosi. Tutte quelle smancerie, quel professarsi l'amore!  Le ragazze poi, sono le peggio. Sono talmente stupide, che non si rendono conto a cosa vanno incontro. I loro fidanzati, mariti ecc.. prima o poi, verranno da una come me, nel migliore dei casi, oppure da una donna di strada che per 20 dollari, farà tutto ciò che vuoi. Non capisco come possano essere così cieche! Devo uscire da questa casa, prima di scoppiare. Decido di inventarmi una scusa ed andare via... pazienza se si offendono, in ogni caso, non dovrò rivederli mai più. E neppure lui, stasera è stata la prima ed unica uscita.

Esco dal bagno e impostando la faccia più costernata al mondo, rientro nella sala.

"Diana che succede?" River si è subito accorto che qualcosa non va..

"Chiedo scusa, non volevo rovinare questa festa ma, mia mamma è caduta e si è rotta una mano. Devo andare in ospedale a prenderla e portarla a casa" potrei vincere l'Oscar, tanto sono convincente. Tutti, si allarmano subito e tempestandomi di domande, a cui ovviamente rispondo bugie, mi accompagnano alla porta. 

"River, non è necessario che vieni via con me. Non guastiamo ancor di più questa bella serata. Chiamo un taxi e mi faccio riportare a casa" propongo. Inutile dire, che non vuol sentire ragioni. Si offre anche di portarmi in ospedale, rifiuto categoricamente, spiegando che vedere mia madre, significa violare la linea che separa lavoro da vita privata. Se ne fa una ragione e, guidando veloce, mi riporta al mio palazzo.

Smonto e decido di passare subito all'attacco. 

"Senti River, non credo che questa cosa funzioni. Tu mi sembri un gran bravo ragazzo, ed io non sono come te" inizio il discorso.

"Aspetta, ti sei inventata tutta la storia, per farti portare a casa e mollarmi?" chiede alterato. 

"Primo, nessuno ti ha chiesto di portarmi a casa. Secondo, noi non stiamo insieme, quindi, non sto mollando nessuno. Ho diritto di decidere o meno, chi avere come cliente e tu,non mi vai bene" spiego con calma, anche se dentro di me, sento la rabbia montare.

"Perché, cosa ho che non va? Credevo che pagando, potessi averti. Che diavolo ti prende? Neppure mi conosci e già decidi, se vado bene oppure no" sbraita innervosito.

"Allora, chiariamo un paio di punti. Io NON ti voglio conoscere! Tu paghi mi scopi e stop,sempre se io sono d'accordo, fine dei giochi. Non intendo tornare a trovare quegli sfigati dei tuoi amici, non voglio conoscerti e non voglio più avere a che fare con te" sibilo, per ferirlo nel profondo. 

"I miei amici non sono sfigati. Sono brave persone!" li difende..

"Ohhh sì certo, tutti cuore e amore e poi, hanno passato la serata a controllare quanto il mio vestito lasciasse intravedere. Ma fammi il piacere, sono finti, come i loro discorsi e le loro, insulse, dichiarazioni d'amore!" con questo, per me, il discorso è chiuso. Accusa il colpo e reprime ogni replica. Mi volto per andarmene, quando mi afferra per un polso.

"Se quello che dici è vero, se l'amore e tutte le sue sfumature ti danno così fastidio. Se sei così tanto cinica e insofferente ai sentimenti, perché hai tutta questa paura di me?" 

Mi irrigidisco, totalmente e con uno strattone libero il polso, dalla sua stretta. 

"Io non ho paura. E' solo che a me tutto questo, fa vomitare. Tu mi fai vomitare. Sei talmente melenso e sdolcinato, che comprendo perché ti sei rivolto ad una prostituta. Addio River, a mai più rivederci" senza voltarmi, entro dentro il palazzo, ignara dell'espressione sconvolta, sulla faccia dell'uomo.

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