1 Diana

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Questi tacchi, mi faranno morire. Purtroppo il detto, chi bella vuole apparire, un po' deve soffrire, è vero. Ed io sono bellissima, non mi fraintendete, non è vanità questa, ma il semplice fatto di essere cresciuta sentendomelo dire. Sono alta 1,75 cm, ho dei capelli castani scuri tendenti al nero, lunghi e setosi sempre ben curati. Ho un corpo snello, con un seno abbondante, fianchi stretti e gambe chilometriche. Due occhi azzurri ed una bocca carnosa e morbida, fanno di me una donna da volere, desiderare e ... comprare. Sì, avete capito bene, sono una escort di lusso. Per un'ora della mia compagnia, la tariffa minima sono 500 $. Ben spesi, sia chiaro. Sono raffinata, colta ed elegante. So quando parlare e quando no, i miei discorsi non sono mai privi di intelligenza, cosa che mi vale lo stipendio che guadagno. Le mie entrate mensili, sono da capogiro e mi fanno permettere il meglio di tutto. Casa, abiti, auto, parrucchiere. Posso togliermi ogni sfizio. Parlo diverse lingue, visto che ho girato il modo. Ho viaggiato, ho vissuto e mi sono,e lo faccio tutt'ora, divertita.

Possiedo un appartamento, di molti metri quadri, nel Upper East Side, arredato con classe e gusto, pieno di oggetti molto costosi. Ho qualche "Amica" se così si possono definire, sono ragazze del mio stesso giro, con cui ogni tanto esco, per passare una serata di divertimenti e baldoria. In fondo ho solo 22 anni.. Ma adesso torniamo a noi. Ho indossato il vestito rosso, firmato Valentino, abbinandolo a delle Loubotin. Borsa Prada, e gioielli di Tiffany. Intimo, solo ed esclusivamente Victoria's Secret.. anche se spero, che non arriverò a spogliarmi. Il tipo in questione, oltre ad essere vecchio e miliardario, è un tipo impossibile. Ogni volta, insiste col volermi far smettere per sposarmi. Non ha capito come funziona..primo, non credo nel matrimonio, secondo voglio la mia libertà ed indipendenza. Non mi fido di nessuno, tranne me stessa, cosa indispensabile per un matrimonio, anche se con l'interesse economico alla base. Non voglio dover chiedere e dipendere da nessuno, sono abituata a cavarmela da sola e così rimarrà, per molto tempo. Lui, dice di amarmi ed ogni volta, faccio violenza su me stessa per non scoppiare a ridergli in faccia. L'amore.. la più grande menzogna di tutti i tempi. Non ci credo e non credo nei sentimenti, se non nell'avidità e nell'interesse reciproco. C'è anche da dire che, fin'ora, non ho mai conosciuto nessuno che mi facesse venir voglia di cambiare, ma dubito che esista un uomo che ne sia capace.

Questa sera, io ed il mio accompagnatore, siamo invitati ad una cena di lavoro. Dovrà discutere dell'acquisizione della sua compagnia da parte della Scott Technologies. Non ho idea di cosa sia, ma neppure mi interessa, dato che io farò solo figura in questa serata. Ci sarà il Presidente della compagnia, River Scott, l'Amministratore Delegato ed il loro avvocato. Di contro, oltre a me, il mio accompagnatore, verrà insieme al suo avvocato e al responsabile delle acquisizioni. Una noia mortale, sarò costretta a fingere e sorridere tutto il tempo, pregando che finisca presto. Il campanello suona ed io chiudo la porta, avviandomi con eleganza all'ascensore. Varco il portone, salutando cordialmente James il portiere, per entrare nella nera e scintillante Limousine, che accostata al marciapiede, mi attende. Colton Jordan, da me soprannominato la piovra, dopo i soliti complimenti, non perde tempo ed inizia a palparmi, mugolando parole d'amore. Vorrei dargli uno schiaffo, tanto mi ripugna. Non perché sia brutto o altro, anzi per avere 60 anni li porta più che bene, ma per le parole che pronuncia. Quel sono pazzo di te, se mi sposassi saresti una regina, mi fanno accapponare la pelle e salire il nervoso. Sto seriamente valutando di mollarlo come cliente, è una mia regola. Appena le cose si fanno troppo personali, mollare con un taglio netto. Glisso con una risata il discorso, quindi passa alla tattica successiva. Estrae dal piccolo vano porta oggetti, un astuccio lungo di velluto nero. Riconosco il logo della gioielleria, Reinhardt, niente meno.. Me lo porge con aria solenne, accompagnando il gesto ad una frase ad effetto.

"Per la tua bellezza, mia cara. Con la speranza, che prima o poi, tu cambi idea" peccato che non si avvererà mai. Non mi sposerò, né con lui né con nessun altro. Sfrutterò la mia bellezza, fino a che madre natura me lo concederà, poi mi ritirerò dagli affari mettendo su una catena di negozi di abbigliamento, per donne facoltose. Beh, perché vi stupite? Ho dei sogni anche io, sapete..

Continua con i suoi discorsi, ed io lo ascolto con un solo orecchio. Cercando di distrarmi, osservando il panorama attorno a me. Dopo una svolta a sinistra, in una strada che ben conosco, l'auto si accosta al marciapiede del bellissimo e raffinato Savoy. Un ristorante pluri stellato, che conosco molto bene e apprezzo. I menù sono vari, gustosi e leggeri, i piatti cucinati con maestria dallo chef, con ben 13 stelle Michelin. Una sorta di Gordon Ramsey, Newyorchese. Scendiamo e, Colton, mi prende sottobraccio. Il direttore di sala, ci dice che ancora gli ospiti non sono arrivati e impeccabilmente, ci scorta nel lounge bar, dove potremmo sorseggiare un aperitivo, per ingannare l'attesa.

Colton ordina per sé un white russian, mentre io propendo per un mimosa. Sono a stomaco quasi vuoto e l'alcool non è il migliore degli amici in questo caso. Continuando a parlare, vuol sapere la mia giornata, veniamo interrotti dal responsabile di sala, che ci avvisa dell'arrivo degli altri commensali. Ci scorta al nostro tavolo dove, di spalle, noto tre figure maschili.

Si voltano tutti nello stesso momento, per salutarci. Colton, fa gli onori di casa e dopo brevi e mascoline strette di mano, mi presenta agli altri.

Vedo, nei loro occhi, il riflesso di ciò che pensano vedendomi, ma non me ne cruccio più di tanto, ci sono abituata. Stringo le loro mani e sorrido con fare ammaliante, potrebbero essere potenziali clienti. L'ultimo di loro, il pezzo da 90 che deciderà le sorti della compagnia di Colton, mi bacia la mano con galanteria. Ignoro i brividi che mi salgono dalla mano, studiando il suo volto. Una massa di capelli neri, incornicia un volto perfetto che cattura l'attenzione, grazie agli occhi più azzurri che abbia mai visto. Il naso dritto e la bocca, perfetta, danno quel tocco di rude che ci vuole in un uomo. Le mani, sono affusolate e ben curate, si vede che si prende cura del suo corpo. E' molto alto, certamente più del metro e 80, muscoloso e asciutto. E' davvero bellissimo, penso, nascondendo subito dopo i miei ragionamenti. Ci riesco, ne ho fatto un'arte di questa capacità. Ed è la seconda regola, mai far capire ad un uomo di averti colpita.

"E' un piacere conoscerla, signorina?" chiede, con un timbro di voce che farebbe svenire la più navigata delle mie colleghe.

"Diana Adams, piacere mio Mr Scott" controbatto con molta educazione.

"River, per favore. Se sei d'accordo, diamoci del tu" propone. Dimostro il mio assenso, con un sorriso, quando mi scosta da vero galantuomo la sedia, per farmi accomodare. Siedo, con la schiena dritta, come mi è stato insegnato fino all'esasperazione. Ci raggiungono anche i bracci destri di Colton, che già conosco. Gli uomini si tuffano subito negli affari, mentre un cameriere in livrea, ci serve. Lo ringrazio, diciamo un po' per tutti, ed inizio a cenare. E' tutto squisito, molto saporito, come piace a me. "Delizioso, vero?" si sincera River, ed io ho la sensazione che, non si stia riferendo al cibo..

 "Delizioso, vero?" si sincera River, ed io ho la sensazione che, non si stia riferendo al cibo

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