Violin and flute

27 1 0
                                    

Ormai si era fatto orario, doveva andare a scuola. Ma non se la sentiva, non voleva tornarci sapendo che ogni centimetro di quel luogo le avrebbe evocato ricordi. Il primo giorno di scuola quest'anno sarebbe stato davvero il peggiore della sua vita. Tornare in quella scuola senza di lui era come entrare in una gabbia di tigri senza armi. Certo, entrare con lui, voleva dire entrare con chili di carne al seguito. La differenza stava nel fatto che senza armi non avresti avuto via di scampo, con chili di carne avresti potuto improvvisare e perdere tempo prima della tempesta.
Ed eccola lì, Angie Michtell, in macchina, pronta per il suo ultimo primo giorno alla Midwood High School.
Controllò il suo orario, prima ora, musica, come sempre. Ogni anno il lunedì mattina aveva musica, era una delle poche costanti nella sua vita, come Juliet e come lo era stato Matt.
Angie si risvegliò dal suo stato di trans, non voleva più ricordare, non le faceva bene, doveva andare avanti. Era questo che si ripeteva da mesi e lo stava ancora facendo quando arrivò nella classe di musica. Era quasi completamente vuota perchè era ancora presto. Decise allora di accomodarsi in ultima fila, facendo spaziare lo sguardo per la classe. Si immobilizzò quando notò un violino e un flauto dolce vicini. Si aprì in un sorrisetto impercettibilmente ricordando un'anedoto.
Era tra i più felici che possedeva e ovviamente riguardava Matt.

Un anno prima
25/09/2014

La prima settimana era trascorsa tranquillamente ed era arrivato velocemente il sabato. Quella mattina arrivò in orario e trovò fuori al cancello ad aspettarla Matt. Con il cuore che le batteva all'impazzata lo guardò con sufficienza e lo sorpasso. Lui la chiamò per poi correrle dietro, quando l'ebbe raggiunta iniziò a sbraitarle contro.
<<Ma sei forse scema? Non mi hai visto o comunque non hai sentito che ti chiamavo?!>>
<<Si>> rispose lei tranquillamente.
<<Si cosa?>>
<<Si, ti avevo visto e si, ti ho sentito>> affermò con ancora piú calma.
<<E allora perché non ti sei fermata?>> Matthew era rosso di rabbia. Ma non solo perchè lei non l'aveva salutato, soprattutto perchè lo trattava con sufficienza. Continuava a camminare e parlava con un tono troppo calmo.
<<Perchè vedere la tua faccia già di prima mattina non può che far peggiorare il mio umore>> asserí convinta Angie.
Lei si girò a guardarlo e sul volto di lui si stampò un sorrisetto malizioso. Di quelli che lei odiava maggiormente.
<<Macconnor cos'hai da ridere?>>
<<Nulla Michtell. Stavo pensando che apprezzo davvero i tuoi tentativi di dimostrarmi che non ti faccio nessun effetto, ma sono vani>>
A queste parole Angie si immobilizzò nel bel mezzo del corridoio, si girò lentamente verso Matthew ed ora sapeva cosa doveva dirgli. Non avrebbe fatto scena muta come l'ultima volta.
<<Senti Macconnor, sarai anche la persona piú ricercata della scuola, ma non tutti cadono ai tuoi piedi. E io certamente sono tra questi ultimi. La tua presenza mi innervosisce e il mio umore peggiora ogni volta che ti vedo. Quindi, essendoci tanta gente che vorrebbe bearsi della tua presenza, ti consiglio di recarti da loro. Lasciando in pace la povera gente che, con te, non vuole avere niente a che fare>> aveva parlato con il tono piú calmo che avesse. Le parole le erano uscite da bocca senza riflettere e solo ora si accorgeva di essere stata troppo cattiva. Lei, Angie Michtell, che si preoccupava di aver ferito qualcuno. A lei non era mai importato e non le sarebbe dovuto importare nemmeno ora, eppure non era così. Il senso di colpa aumentò quando guardò la faccia di Matthew. Era un misto tra l'arrabbiata e il deluso. Il ragazzo, senza dire una sola parola, si girò ed andò via.
Ancora divorata dal senso di colpa si diresse in classe.
A mensa raccontò l'accaduto a Juliet, beccandosi numerose lamentele e sguardi assassini.
<<Come hai potuto rispondergli così?! Non ti aveva fatto assolutamente nulla>> era una mezz'oretta che andava avanti con questa storia ed era da mezz'ora che Angie non l'ascoltava. Jul le stava ripetendo sempre la stessa cosa, che aveva sbagliato, che non poteva comportarsi così quando la gente le rivolgeva la parola, che non poteva mettersi sempre sulla difensiva, che lui era un bel ragazzo e bla bla bla.
<<Jul ho capito. Me ne sono accorta anch'io di aver sbagliato, ma ormai il dato è tratto. Se non avesse più intenzione di parlarmi, meglio, una persona in meno che da fastidio>>
Quando parlava così Jul si arrabbiava sempre, era sempre troppo calma e distaccata verso le cose e spesso le faceva paura, ma Angie era fatta così e l'accettava. Ma questa volta aveva proprio esagerato, lui non le aveva fatto nulla e lei si era subito messa sulla difensiva.
<<Che poi perchè ti sei messa così sulla difensiva?>> le chiese Juliet.
<< Perchè il giorno prima mi aveva trovata impreparata. Non potevo sopportare che pensasse fossi debole, questa volta dovevo rispondergli nel migliore dei modi che conoscessi>> le rispose calma Angie.
Ecco di cosa parlava, cercava sempre di difendersi prima che gli altri attaccassero, ma spesso non comprendeva che non sempre la gente ti attacca. Con Matthew però era molto cauta, cercava sempre di anticiparlo, non se ne disinteressava come succedeva con le altre persone, lui per lei era diverso e Juliet se n'era accorta.
<< Va bene, tu sei un caso perso>> Angie sbuffò alle parole dell'amica.
<< Stasera però andiamo ad una festa>> Angie sbuffò ancora più forte. Non sopportava le feste, ci andava solo per accontentare Juliet.
<< Niente che sbuffi, ci andiamo e basta>> l'avviso Juliet.
<< Ma...>> tentò Angie.
<< Niente ma, se o forse. Ci andiamo>>
<< Va bene>> rispose controvoglia Angie.

Fear of lovingWhere stories live. Discover now