Drag me down

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Quella giornata era passata velocemente, senza più brutti incontri. A mensa si era incontrata con Juliet Johnson, la sua migliore amica. Capelli dorati, occhi verdi, fisico nella media e bassa come Angie. Erano due nanette, viste vicino avrebbero potuto far compagnia ai nani che si trovavano nel giardino di Juliet. Quest'anno avevano poche lezioni in comune, ma l'ora di pranzo era una specie di ritrovo. Erano solo loro due, erano sempre state solo loro due.
A guardarle però sembrava strano che fossero amiche, erano l'una l'opposto dell'altra. Angie era quella forte, che non aveva mai paura e determinata. Juliet invece era riservata, emotiva e poco sicura di se. Lo era sempre stata e ciò aveva sempre pesato nelle sue amicizie. Fortunatamente aveva conosciuto Angie, si erano piaciute fin da subito. Una compensava le mancanze dell'altra e si volevano bene davvero. Come due sorelle.
Durante il pranzo, Angie stava ancora pensando a Matt e all'ipotesi di raccontare l'accaduto a Juliet. Decise di farlo, infondo lei era una parte fondamentale della sua vita, avrebbe potuto aiutarla.
<<Jul...ti devo raccontare una cosa>> le disse Angie.
<<Dimmi>>rispose prontamente l'amica.
<< Stamattina ero in ritardo...>> <<Come sempre Angie, questa non è una novità>> la interruppe Jul.
Poteva essere riservata quanto voleva, ma con Angie veniva fuori il suo lato peggiore. Era un diavolo con una faccia d'angelo e questo Angie lo sapeva bene. Jul era sempre dolce e premurosa con tutti, ma quando doveva risponderle a tono ne era più che capace.
<<Mi potresti far finire le frasi che inizio ogni tanto?!>> chiese esasperata Angie, ma guardava l'amica con un sorriso compiaciuto. Non le dava fastidio che Jul le rispondesse a tono, non le avrebbe mai dato fastidio. Se si comportava diversamente con lei voleva significare che si sentiva libera di mostrare la persona che era veramente.
Angie l'aveva sempre fatto, con tutti, ed era proprio per la sua innata indifferenza che la gente la evitava. Jul invece non ribatteva mai, era sempre quella docile ed Angie amava quando cacciava quel suo lato. Le dimostrava che fossero amiche per davvero, che qualcosa le legasse. Jul acconsentì svogliatamente.
<<Come dicevo, ero in ritardo, e per guardare il mio orario non stavo prestando attenzione al corridoio, perchè pensavo non ci fosse nessuno>> Angie si inzittì per controllare che l'amica la stessa ascoltando. Jul la incitò con la testa a continuare.
<<E mi sono scontrata con un ragazzo...>> Angie fu interrotta da un urlo di Jul. L'abbracciava e la stava soffocando.
<<Jul basta, non hai nemmeno sentito con chi mi fossi scontrata. E se fosse uno brutto?>>
<<Se fosse stato brutto me l'avresti raccontato prima o comunque non avresti impiegato tutto questo tempo per parlare. Spara, chi era?>> Jul spesso era troppo esuberante quando si trattava di ragazzi che rivolgevano la parola ad Angie, o anche solo la guardavano. Si comportava invece in modo impacciato quando i ragazzi parlavano con lei. Si ricompose e Angie ricominciò a parlare.
<<Ehmm...diciamo che potrei essermi scontrata con Matthew Macconnor>> non finì nemmeno la frase che Jul stava di nuovo urlando ed abbracciandola.
<<Jul, non è successo nulla, vedrai come nemmeno mi guarderà più>> l'aveva detto con voce ferma, ma cercava di convincere prima di tutto se stessa che quello fosse quello che desiderava.
<<Ah, allora è per questo che Matthew si sta dirigendo verso di noi?!>> bastarono queste parole per far agitare Angie. Si voltò e si ritrovò di nuovo incatenata a quegli occhi misteriosi. Lui stava davvero dirigendosi verso di lei e la stava fissando con un'intensità mai vista. Juliet le diede una gomitata, bisbigliandole di smettere di fissarlo.
Angie distolse lo sguardo e iniziò a rovistare nello zaino, sperando che lui cambiasse direzione.
Sfortunatamente, o fortunatamente, dipendeva dai punti di vita, Matthew si sedette proprio al suo fianco.
<<Ciao bellezza>> fu tutto quello che disse prima di cominciare a mangiare.
<<Cosa ci fai qui?>> chiese Angie, cercando di sembrare indifferente.
<<Volevo mangiare con te, mi sembra ovvio>>
<<Non è vero.>>
<<Cosa?>> chiese Matt stupito.
<<Hai sentito bene. Non fare il finto tonto, sappiamo tutti bene che non lo sei>> le parole uscirono con un tono più cattivo di quello che volesse e per questo incassò senza protestare la gomitata di Juliet.
Matt si accigliò leggermente, per poi lasciare spazio a quel suo sorriso malizioso.
<<Non ti piace la mia compagnia?>> gli chiese Matt, con un tono falsamente dispiaciuto. Tramava qualcosa, ma Angie non voleva farci caso, qualsiasi cosa fosse l'avrebbe affrontata al momento.
<<Nemmeno un poco>>. Seconda gomitata da parte di Jul. Alla fine di questo pranzo avrebbe avuto la parte sinistra del busto piena di lividi. Juliet doveva smetterla di assestarle gomitate, non poteva fare così tutte le volte che non le piaceva come si comportava. Anche se spesso aveva ragione, Angie era troppo acida con le persone, anche quando non voleva esserlo. Ma aveva imparato che l'indifferenza è la migliore arma, e l'avrebbe sfoggiata sempre.
<<E allora perchè sei ancora qui? Se non mi piacesse la compagnia di qualcuno preferire cambiare aria subito. Tu sei ancora qui, quindi forse non vuoi che me ne vada>>
<<Sbagliata la prima, sbagliata la seconda. Non vado via solo perchè stavamo mangiando tranquillamente >> gli rispose Angie, indicando lei, Jul e il loro pranzo. <<Non mi piace la tua compagnia, non mi piace ora e non mi piacerà domani o dopo domani, quindi mettiti l'anima in pace, tesoro>> Terza gomitata da Juliet. Aveva detto tutto quello che voleva dire, si alzò, prese il suo zaino e si trascinò dietro Juliet, lasciando lì, solo, Matt.

MATT'S POV

Quella ragazza sarebbe sempre stata un mistero. L'aveva lasciato solo al tavolo dopo averlo risposto per le rime. Rise. Una risata amara, piena di rabbia e ironia. Lo faceva impazzire, una ragazzina, era capace di farlo andare al manicomio. L' avrebbe portato sul fondo, esaurendo la sua pazienza.
Andare via e rifiutare la sua compagnia, nessuno l'aveva mai fatto. Lei l'aveva umiliato e l'aveva fatto con indifferenza e anche con una punta di cattiveria. Aveva caldo, doveva uscire a prendere aria, trovare Jace. Si avviò verso l'uscita, ma prima passò per i bagni. Quelli al secondo piano, nei quali non si recava mai nessuno. Ed eccolo lì, Jonathan Davis, con una ragazza. Matt sapeva sempre dove e con chi l'avrebbe trovato, lo conosceva troppo bene. Lo prese per un braccio e lo trascinò via sotto lo sguardo scioccato della ragazza che gli stava "facendo compagnia".
Quando furono usciti nel giardino si fermò e si girò verso l'amico. Quest'ultimo aveva l'affanno per la corsa ed era pronto ad una sfuriata da fare a Matt, di cui lui non aveva la minima paura.
<<Cosa ti è passato per la testa? Interrompermi così, senza spiegazioni trascinarmi via. Se ci tenevi tanto ad avermi tutto per te potevi anche dirlo prima, senza fare tutta questa sceneggiata!>> finì la frase aprendosi in un sorriso odioso.
Ecco di cosa parlava, Jace poteva arrabbiarsi ma non lo faceva mai seriamente, almeno non con Matt. Ormai si conoscevano da anni ed erano più che fratelli, si conoscevano troppo bene per litigare per queste sciocchezze.
<<Sei un cretino Jonathan, con i fiocchi e i controfiocchi>> affermò sbuffando Matt.
<<Eh lo so, me lo dicono tutti, dopo avermi trascinato via da una ragazza senza spiegarmi il motivo. Mi succede spesso>> spesso Jace sapeva essere esasperante ma aveva ragione.
<<Scusa, volevo dirti che ho rivisto quella ragazza, hai scoperto come si chiama?>> chiese distrattamente Matthew.
<<Si, me lo stava dicendo quella ragazza in bagno, hanno un corso in comune...>> Jace esitò, amava far perdere la pazienza a Matt.
<<Jonathan parla>> Matt digrignò i denti.
<<Come si chiamava? Una cosa con la "A">> Jace scoppiò in un'immensa risata.
<<Ti odio>> fu tutto quello che disse Matt. Quando Jace ebbe finito di ridere, si ricompose e parló nuovamente.
<<Si chiama Angie Mitchell. È al penultimo, si dice abbia un bel caratterino>>
<<Lo so, oggi a mensa me ne ha dato di nuovo prova. Ma è stato anche peggio di stamattina>> Matt era ancora sconvolto dal comportamento di quella ragazza.
<<Cos'è Macconnor, ti interessa quella ragazzina? Tu che sei l'uomo del 'sto bene da solo, lasciatemi tutti stare'?>> lo prese in giro scherzosamente Jace.
<<Davvero molto divertente, e no, non mi piace quella ragazzina. E si, io sto bene da solo e se non la smetti ti uccido>>
<<Sua maestà si è innervosito, mi dispiace davvero, non disubbidirò mai piú ad un vostro ordine. Potrei gentilmente ottenere la vostra clemenza?>> e con queste parole Jace si inginocchiò chinando la testa.
<<Imbecille alzati, la gente ci sta fissando>>
<<Non prima che tu mi abbia concesso la tua clemenza>> la gente continuava a guardarli ma Jace non si muoveva nemmeno di un millimetro.
<<E va bene. Ti concedo la mia clemenza, contento? Spesso sembra che tu sia rimasta all'asilo, a giocare con i lego...>> lo rimproverò Matt.
<<Ehi, io rimorchiavo ragazze già all'asilo, non giocavo con i lego>> dichiarò Jace mentre di alzava.
<<Uh mi scusi, m'ero scordato che avessi una bellezza abbagliante già piccolo>>.
E con questa frase si avviarono ridendo alla loro ultima lezione,dal momento che le altre le avevano saltate, economia aziendale.

Fear of lovingKde žijí příběhy. Začni objevovat