capitolo 61

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Oggi è l'ultimo giorno delle vacanze e me lo voglio godere al massimo. Questi mesi sono passati velocemente e se ci ripenso mi sembra soltanto ieri che era il primo giorno a casa da scuola. Ho cercato di trascorrere piú tempo possibile con Davide anche perchè so che da domani dovrá andare all'universitá e, anche se ne ha scelta una qui in cittá, sará super impegnato. In piú bisogna considerare i sempre piú frequenti allenamentti di calcio. E se mettiamo insieme tutto ció rimane poco tempo per noi due.
È la seconda settimana di settembre, ma fa ancora un caldo bestiale, come se fosse luglio. Proprio per questo abbiamo deciso di andare in piscina; ci siamo andati soesso durante le vacanze, insieme ai nostri amici o ai bambini, ma oggi andremo solo io e Davide.
Mi sono giá preparata e sto aspettando che Davide mi passi a prendere. Ho indossato un costume rosso a fascia e sopra, un paio di pantaloncini di jeans scuri con una maglietta grigia che mi arriva sopra l'ombelico. Dato che andiamo in piscina ho messo le infradito e, in spalla, una borsa nera piuttosto capiente che contiene tutto ció che puó servirmi.
Non appena Davide mi scrive un messaggio dicendomi che mi sta aspettando in macchina, mi affretto a scendere. Saluto i miei genitori e poi esco di casa, cercando la macchina di Davide con lo sguardo.
Non appena entro in macchina, questa parte. -ciao-
-ciao piccola-
Mi sporgo verso di lui per baciarlo a stampo, perchè anche se a quest'ora non c'è nessuno in giro, sta guidando e fare incidenti non era nella mie intenzioni.
-allora sei pronto per l'universitá?-
-massì, anche se non ne ho molta voglia...-
-siam messi bene allora-
-in che senso?-
-non hai ancora iniziato e giá non hai voglia-
-perchè tu hai voglia di ricominciare la scuola?- be, voglia, non è che io muoia dalla voglia di alzarmi presto la mattina, peró...
-così così, peró sono contenta di rivedere i miei compagni di classe-
-compagne-
-cosa?-
-no dico, tu sei contenta di rivedere le tue compagnE, non compagnI-
-dai lo sai che ho usato il maschile per generalizzare, non sarai mica geloso anche dei ragazzi che ho in classe-
-non tutti, ma hai presente quello pompato con la cresta?-
-intendi Andrea?-
-esatto, quello li ci prova con te ogni cinque secondi-
-si ma lo sai che lo odio-
-l'odio può diventare amore, guarda noi due- -giá, ti ricordi quando continuavamo a farci i dispetti?-
-tu mi facevi i dispetti, io rispondevo e basta. Che poi non so neanche perchè mi odiavi-
-come no? È semplice il perchè, a volte mi trattavi come se fossi una delle tue conquiste di una notte, e altre volte come se fossi la tua serva-
-non è vero, quello era solo il mio metodo per rimorchiarti-
-ah ora si spiega tutto-
-che vuoi dire?- mi chiede confuso
-che ora capisco perchè non eri fidanzato, quel metodo lì era penoso-
-be con te ha funzionato- afferma fiero
-in realtá, non mi sono fidanzata con te per il tuo metodo di rimorchio-
-e allora perchè? Non puoi dirmi che stai con me solo perchè sono un figo, saresti troppo superficiale-
-te lo diró un'altra volta, ora siamo arrivati-
Parcheggia l'auto e scendiamo, dirigendoci verso l'entrata della piscina. Prendiamo due sdraio e ci togliamo i vestiti prima di spalmarci la crema solare.
***********************
Dopo un'oretta passata in acqua, usciamo e torniamo alle sdraio. Per fortuna siamo arrivati presto, perchè ora c'è una marea di gente, soprattutto ragazze e ragazzi che, come noi vogliono godersi al massimo, l'ultimo giorno di vacanza.
Ci sdraiamo e, lentamente, il sole ci asciuga.
-Ale-
-si?-
-vado a prendermi un caffè zero al bar, vuoi qualcosa?-
-no grazie-
Lo guardo allontanarsi e mi godo la visuale che mi offre.
Lo guardo fare la fila al bar e vedo che una ragazza gli si è avvicinata e ora stanno parlando. Non sono la tipa che si ingelosisce non appena una ragazza guarda il suo fidanzato, ma quella tipa sta palesemente flirtando con Davide e non solo. Ha posato una mano sul suo braccio e ci manca davvero poco che si strusci su di lui. Davide sembra ignorarla ma non la manda via, ne si allontana e ció mi fa un tantino incazzare. Per di più la tipa, da qua, sembra bella, molto bella.
Non appena Davide sta tornando verso di me, bevendo il suo caffè ghiacciato, lo fulmino con lo sguardo e mi giro a pancia in sotto, con la testa girata dalla parte opposta.
Davide, che probabilmente pensa che io sto dormendo, si siede sulla sdraio, mentre beve. Dopo cinque minuti, a giudicare dal rumore proveniente dalla sdraio, si rialza e si allontana. Lo vedo mentre va verso un bidone vicino a noi, e proprio mentre lo sto fissando, lui mi scopre.
Scusate se non sono una spia.
Viene verso di me e io mi rimetto a far finta di dormire.
-ma allora non stai dormendo- dopo un po' che non gli arriva nessuna risposta, mi scrolla lentamente.
-dai piccola è inutile che fai finta, ti ho vista-
Io non cedo al mio stao di mutismo, e lui inizia a farmi il solletico. A questo non posso evitare di ridere, ma sono ancora molto arrabbiata con lui perció lo allontano.
-che hai?-
-dai Ale mi dici che ti ho fatto?-
-non ci arrivi proprio?-
-no, me lo dici?-
-perchè non lo chiedi alla biondina del bar, sono sicura che lei te lo direbbe volentieri-
-dai non sarai mica gelosa per quella li!-
-no ma va! Perchè dovrei essere gelosa di una bella ragazza che si struscia contro il mio fidanzato e ci prova spudoratamente?-
-Ale era solo una ragazzina-
-e allora perchè non l'hai neanche allontanata?-
-be ecco diciamo che non ragionavo molto con il cervello in quel momento-
-in che senso scusa-
-penso che tu possa arrivarci-
Arrossisco appena capisco quello che vuole dire e, se possibile, mi incazzo ancora di piú. Bene, quindi quella "ragazzina" come l'ha chiamata lui, lo faceva anche eccitare; andiamo di bene in meglio.
-ció non migliora la situazione, anzi-
-oh avanti, quella ragazzina mi ha praticamente sbattuto le tette in faccia, cioè va bene tutto ma sono umano anch'io. Non mi sono eccitato perchè mi piace quella tipa, diciamo che è un fatto fisiologico, non posso comandarlo...-
Be, almeno è sincero.
Mi ristendo a pancia in giú, un po' meno arrabbiata di prima.
-eddai, che devo fare per farmi perdonare?-
-comincia con l'evitare di guardare le altre-
-ma come devo dirtelo che tu sei l'unica che amo? L'unica che mi fa battere il cuore-
Sentendo questa ultima affermazione, mi nasce una smorfia istantanea sul viso e probabilmente se ne accorge anche lui.
-troppo sdolcinato vero?-
-decisamente-
Mi fa girare a pancia in su, e si stende sopra di me. Lo sento parecchio eccitato e spero con tutto il cuore che non sia per merito di quella lá.
-dimmi che n- non faccio i tempo a finire la frase, che vengo interrotta.
-so quello che vuoi chiedermi e la risposta è no, sei l'unica che me lo fa diventare così duro-
Giro istintivamente il viso bordeux verso destra, ma la mano di Davide me lo riporta dov'era prima.
-ah, e per la cronaca, mi fai impazzire quando fai la gelosa-
E quando mi bacia, anche l'ultima briciola di rabbia, scompare. Sento la sua lingua che percorre le mie labbra, che vengono poi succhiate dalle sue. Gli mordo leggermente il labbro inferiore mentre la sua mano sinistra mi stringe il fianco. Non è un bacio veloce, e non è uno dei piú passionali che ci siamo scambiati, ma mi fa eccitare come non mai. Forse perchè le nostre pelli sono divise solo in alcuni punti da tessuti sottilissimi, o forse perchè sento la sua eccitazione strusciarsi contro la mia parte piú sensibile. Quando ormai stiamo per sfociare nel fare atti osceni in un luogo pubblico in cui ci sono numerosi bambini, faccio separare le nostre labbra.
-amore, tra un po' ci cacciano se continuiamo così-
-vestiti, che ce ne andiamo allora, ho bisogno di sentirti mia-
Io come una scolaretta, lo ascolto e faccio tutto ció che mi dice; anche perchè non è l'unico a voler fare l'amore.
Usciamo quasi correndo e velocemente saliamo in macchina.
Durante il viaggio nessuno dei due parla, abbiamo entrambi il respiro corto, gli occhi lucidi e siamo accaldati. Riconosco la strada che sta facendo e capisco che stiamo andando a casa sua.
-andiamo a casa tua?-
-si, i miei sono andati con le pesti dai nonni e mio fratello e da Mattia-
Mentre guida tiene la mano destra sulla mia coscia e la fa scorrere avanti e indietro, arrivando sempre più vicino alla mia parte piú sensibile ma senza mai toccarla davvero, e questo mi fa impazzire.
Appena arriviamo davanti a casa sua, parcheggia e scendiamo in fretta dall'auto. Non faccio quasi in tempo a richiudere la porta alle mie spalle, che Davide mi spinge contro essa e mi bacia. Stavolta peró siamo da soli, nessun ci puó vedere, quindi non ci conteniamo. Davide mi sbottona i pantaloncini e sfrega la mano contro la mia intimitá,da cui è separata solo dal tessuto del costume e io non posso fare a meno di gemere. Si abbassa leggermente, mi prende in braccio e, come se pesassi due kili, sale le scale fino ad entrare in camera

Il fratello del mio migliore amicoWhere stories live. Discover now