capitolo 54

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Una luce forte mi fa svegliare. Apro lentamente gli occhi e guardo la fonte del mio risveglio. Ieri sera ci siamo scordati di chiudere le persiane, e ora dalle finestre entra una forte luce che riscalda la stanza e la illumina naturalmente. Non ci vuole chissá quale genio per capire il motivo per cui ci siamo scordati di chiudere le persiane; è semplice, eravamo troppo occupati. Appena siamo entrati in stanza ci siamo lanciati l'uno sull'altra, anche se giá quando eravamo in macchina l'eccitazione era palpabile, e vi lascio immaginare cosa sia successo. È stato veramente sconvolgente, posso dire che è stata come una prima volta. E sì, perchè in fondo, quella di ieri sera, è stata la prima volta che facevamo sesso in modo così bisognoso e passionale. Le altre volte, anche perchè all' inizio dovevo abituarmici, erano sempre state dolci, romantiche, in qualche modo ogni gesto era controllato con attenzione In ció che abbiamo fatto ieri sera, invece, non c'era niente di pensato, era tutto un susseguirsi di stimoli e pulsioni. Ed è stato magnifico.
Ora sono qui, ancora nuda nel letto, sdraiata di fianco a Davide che, anche lui nudo, dorme ancora.
Credo sia piuttosto presto, le sei o le sette di mattina, perchè c'è ancora quell'arietta fresca tipica di quell'orario. Stamattina dobbiamo lasciare la cittá, per andare a passare gli ultimi due giorni della vacanza, in campeggio, ma non c'è fretta di alzarsi, perchè tanto le camere dobbiamo lasciarle libere alle 10. Con malavoglia, scosto il lenzuolo dal mio corpo e mi alzo, per mettermi almeno un reggiseno e un paio di slip, dato che nuda non mi sento a mio agio, e per prendere il cellulare, che dev' essere ancora nella borsetta. Una volta preso, mi rimetto a letto, lo metto sotto carica e controllo l'orario. Sono le 6:37. Imposto la sveglia per le otto e poi, dato che comunque ieri sera abbiamo fatto tardi, provo a riaddormentarmi.
Nonostante mi sembri di aver appena chiuso gli occhi, la sveglia suona, dicendomi che in realtá ho dormito un'ora e mezza da quando mi sono svegliata.
Sento che anche Davide si è svegliata e dalla sua bocca escono gemiti di lamento.
-che ore sono?-
-le otto, e dobbiamo alzarci se vogliamo far in tempo a fare tutto-
-ma dai è presto-
-non è presto,dobbiamo vestirci, far colazione, fare le valigie e pagare, dai forza-
-tra cinque minuti mi alzo-
Mi metto seduta sul letto e sto per alzarmi quando Davide mi afferra per il braccio destro e mi tira di nuovo verso di lui.
-amore mi devo alzare-
-dai rimani cinque minuti qui con me-
-non posso, lo sai che io ci metto del tempo a prepararmi-
-almeno mi dai un bacio?-
Come faccio a resistere a questa versione così dolce di Davide? Semplicemente non posso. E poi non so quando mi ricapiterá che Davide sia dolce e cuccioloso appena sveglio, per cui ne devo approfittare.
Mi sporgo verso di lui, per far combaciare le nostre labbra in quello che deve essere un semplice bacio a stampo, ma evidentemente sono l'unica che la pensa così. Davide infatti lo fa diventare passionale e sensuale e mi trascina su di lui, facendomi mettere le ginocchia ai lati dei suoi fianchi. E sto per cedere alla tentazione quando le sue mani sul mio sedere mi ricordano che devo alzarmi. Per cui gli do un ultimo bacio a stampo e uno sulla guancia, prima di alzarmi. Una volta in piedi, mi dirigo verso la valigia per prendere i vestiti che metteró oggi e faccio passare un po' di indumenti prima di trovare quelli giusti.
-so quello che stai facendo- afferma Davide ancora a letto.
-sto cercando i vestiti da mettere oggi?- chiedo confusa senza guardarlo in faccia.
-non fare l'innocente, tu mi stai tentando!-
-cosa? Non è vero!- ma qche problemi ha questo ragazzo?
-certo, e quindi il fatto che io da qui abbia una perfetta visuale del tuo culo è un caso!-
-non ti ho mica detto di fissarmi il culo! Sei tu che sei un pervertito-
-io? Ma se sei te che sei piegata a novanta!-
-vedi che sei un pervertito! Io sto solo prendendo dei vestiti e tu pensi...a quello!-
-stai arrossendo- dice Davide mentre ridacchia.
-non è vero!- lo smentisco io mentre scappo in bagno con gli indumenti scelti.
Mi lavo, mi pettino e poi indosso dei pantaloncini di jeans e una semplice maglietta nera sbracciata con il giro manica largo, che fa intravedere il pezzo laterale del reggiseno anch'esso nero. Poi indosso le scarpe da ginnastica e mi trucco solo con del correttore e del mascara. Quando torno in camera, il posto in bagno lo prende Davide. Incomincio a sistemare tutto accuratamente nella valigia controllando attentamente in ogni angolo della stanza e del bagno. Io ho i terrore di dimenticare qualcosa nelle stanze degli hotel, fin da quando sono piccola. Mi ricordo che quando avevo sei o sette anni portavo sempre in vacanza un orsacchiotto di peluche, che ho tuttora, e non lo mettevo mai in valigia perchè dovevo sempre tenerlo in braccio per averlo sotto controllo e non dimenticarlo da qualche parte. Ogni volta ricontrollo la stanza da cima a fondo, piú volte, per sentirmi piú sicura.
Ora mi sento piuttosto tranquilla, ma ricontrolleró tutto quando anche Davide avrá fatto la sua valigia, o meglio, avrá buttato a casaccio i vestiti appallottolati nella valigia.
Avverto Davide ed esco dalla stanza per andare in quella di Erica. Quando mi trovo davanti alla porta giusta, busso e aspetto. Dopo qualche secondo la mia amica apre la porta.
-oh ciao Ale, volevo giusto chiederti a che ora dobbiamo trovarci giu da basso-
-se per voi va bene facciamo tra venti minuti-
-sisi va bene, tanto noi siamo pronti-
-va bene allora ci vediamo dopo, vado a controllare di non aver dimenticato niente-
-per la centesima volta? Ti conosco Ale-
-giá, ciao-
Eh giá mi conosce troppo bene.
Quando torno in camera vedo Davide che parla mentre butta tutto in valigia e solo dopo che sento una voce meccanica capisco che sta parlando al telefono con sua mamma, in vivavoce. Per cui mi siedo sul letto e mi faccio i loro affari.
-per fortuna che vi avevo detto di chiamare ogni tanto! Se non ti avessi chiamato io, tu e tuo fratello non vi sareste neanche ricordati di avere una madre- dice scherzando Elena
-non è vero ma', ti avrei chiamato stasera, ora sto facendo la valigia quindi sono impegnato-
-non buttare dentro alla valigia i vestiti buttati alla cavolo Davide! Ti conosco, e controlla di non esserti dimenticato niente-
Davide alza gli occhi al cielo e mi fa segno di volersi sparare.
-lo so mamma, non ho mica quattro anni!-
-non ne sono tanto convinta, comunque ti passo i tuoi fratelli che ti vogliono salutare, ciao-
-va bene ciao mamma-
-ciao Dado quando torni? Ci manchi- le vocine sovrapposte di Annica e Fede mi fanno sorridere.
-torno domani piccole pesti-
-evviva, così posso farti vedere la mia nuova barbie- esclama tutta contenta Annica che per fortuna non puó vedere la faccia schifata di Davide.
-forza ora salutate che Davide è impegnato a piegare i vestiti, vero?- si intromette la voce di Elena.
-certo, ciao pesti-
-ciaoooo-
Davide chiude la chiamata e so che, anche se non lo ammetterá mai, gli mancano i suoi fratellini.
-scommetto che non vedi l'ora d tornare a casa per giocare con le barbie vero-
-stai scherzando spero! Secondo me mia sorella non si rende conto che non sono persone reali-
-si invece che lo sa, e poi alla sua etá è giusto che giochi con le bambole-
-anche tu lo facevi?-
-no io le ho sempre odiate le barbie e le principesse, peró avevo tanti peluche e li curavo sempre, tu?-
-in realtá io passavo le giornate in giardino al parco a giocare a pallone, peró quando stavo in casa facevo la lotta con Lorenzo-
-uh eri un bambino violento-
Dopo aver controllato con molta attenzione di aver preso su tutto, abbiamo caricato, insieme agli altri, le valigie sulle macchine e poi, dopo aver pagato, siamo andati a fare colazione in un bar.
Verso le dieci e un quarto siamo partiti verso la nostra ultima destinazione. Questa volta, io e Davide eravamo in macchina con Erica e Filippo, che guidava. Il viaggio non è durato tanto, piú o meno un'oretta. Quando siamo arrivati nella distesa dove avremmo passato la notte, ci siamo messi alla ricerca del posto piú lontano da quegli altri pochi turisti con ci condividavamo la zona.
Il posto in cui, alla fine, abbiamo deciso di montare le tende, è piuttosto isolato, grazie agli alberi che lo delimitano e ci permette quindi di avere un po' di privacy e di fare tutto il chiasso che vogliamo. Ora non ci resta che montare le tende!
*spazio autrice* eccomi qui ancora una volta con un capitolo sulla vacanza. Probabilmente molti di voi sono stufi di leggere capitoli sulla vacanza, ma vi prometto che il prossimo sará l'ultimo. Allora che dire? Sono in ritardo. Lo so e mi dispiace davvero, so di non avere scusanti ma voglio che sappiate che non è del tutto colpa mia. La veritá è che da giovedí a domenica sono stata a letto malata e non avevo la forza per scrivere. Come ultima cosa vi ricordo che su instagram io sono nene_rizzi. Se qualcuno volesse dei mi piace su alcune sue foto io non ho problemi a metterglieli.

Il fratello del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora