Promesse di adolescenti/ o.s

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Camminava silenziosa.
Si guardò intorno e la scena che la torturava da anni le sembrò più vivida.
Era una sera di pioggia, a differenza di quel momento, dove la luna e le stelle splendevano luminose.
Le parole di lui le risuonavano ancora nella testa:"Siamo giovani per l'amore! La nostra storia deve finire qui".
Lui le aveva detto che doveva parlarle urgentemente, perciò si erano visti in quel parco, dove lui aveva pronunciato freddo quelle parole, sotto la pioggia, che quella sera le fu amica nel nascondere le lacrime che scendevano.
"Allora ci vedremo qui, in questo posto, alla stessa ora, lo stesso giorno fra precisamente 5 anni, se davvero la tua è solo paura dell'amore e non è una scusa perché non mi hai mai amata".
Aveva pronunciato quelle parole, quella promessa e poi era corsa via piangendo, resistendo a guardarlo per l'ultima volta.
Si rivide correre via, con la camicetta e la gonna completamente bagnate, e la treccia che le sbatteva sulla schiena.
Da quel giorno aveva cominciato una nuova vita.
Non era più la ragazzina ingenua che lui aveva lasciato al parco.
Aveva iniziato a truccarsi di più e a vestirsi in modo più maturo.
I ragazzi si erano iniziati ad intessare di più a lei, ma lei ne aveva solo uno in mente e aveva rifiutato tutti.
Non era più lei.
Continuò a camminare con passo lieve lì fra i ricordi.
In quel momento, mentre si strinse nella giacca leggera, si chiese se anche lui fosse cambiato, se magari non l'avrebbe riconosciuto.
Rise.
No, non si sarebbe mai potuta dimenticare dei suoi occhi.
Erano particolari, non banali come i suoi nocciola.
Gli occhi di lui erano verdi, ma non il classico verde.
I suoi erano verdi con delle magnifiche venature azzurre e riflessi grigio perlato.
Più volte si era chiesta com'era possibile che esistessero occhi così belli.
Si ricordò che quella sera lo avevano tradito: le parole che aveva detto potevano pure sembrare fredde, ma i suoi occhi lucidi dicevano tutt'altro.
Sospirò e si sedette su una panchina.
Sapeva che non sarebbe venuto.
Probabilmente aveva trovato un'altra che amava davvero, mica come lei che per tutto quel tempo aveva aspettato solo lui.
Si asciugò le lacrime che le erano scese a quel pensiero e s'impose di non piangere per lui, non ancora.
Si guardò intorno, ma non vide nulla.
Le era parso di sentire dei passi.
Guardò l'ora sul cellulare: le 23:45.
A mezzanotte tutto sarebbe finito se lui non fosse venuto.
Si sentiva un po' come Cenerentola: la favola era durata fino a mezzanotte e sapeva che anche a lei sarebbe successo così.
Avrebbe dovuto ricominciare da capo, dimenticando tutto di lui.
Aveva paura del tempo che passava, aveva paura di quello che avrebbe provato non appena la bolla in cui viveva sarebbe scoppiata e lei sarebbe stata costretta a guardare in faccia alla realtà.
23:48... 23:50... 23:51... 23:55... 23:58... 00:00.
Era finita.
Si alzò da quella panchina, col cuore a pezzi, e si allontanò verso l'uscita del parco, a tenerle compagnia il suono delle campane.
Era quasi arrivata all'ingresso, quando sentì una melodia familiare.
Guardò più volte prima l'uscita e poi il sentiero da cui era venuta, attratta da quella musica.
Prese un respiro e iniziò a seguire quelle note.
Quando si avvicinò si accorse che era la "loro" canzone.
Iniziò a correre a perdifiato verso il luogo da dove veniva la canzone.
Si bloccò quando lo vide poggiato ad un albero, che guardava il laghetto e canticchiava distrattamente le parole.
Lei sorrise e sussurrò:"Sei venuto allora".
Lui si girò e sorrise quando la vide.
Le si avvicinò e le accarezzò dolcemente la guancia.
Poi poggiò le labbra su quelle di lei e la baciò prima con amore, dolcezza, poi con passione.
Dopo poco si staccò e disse:"Sono stato un coglione a lasciarti andare così. Ti amo troppo. Voglio solo te, per tutta la vita. Non sparirò mai più".
Poi prese una scatolina di velluto blu notte e la aprì, rivelando un anello.
"Sposami".

Pezzi di cuoreWhere stories live. Discover now