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Il suo sorriso trasmetteva un senso di felicità e spensieratezza. A tutti. Qualsiasi persona. Madre, padre, fratello, sorella, familiare, amico, passante. Chiunque. Credo però che solo pochi si accorgessero che quando guardavano anche solo di schivo quella perfezione, la giornata loro migliorava. Io ero uno di quelli. Perso a guardare le sue labbra. I suoi occhi. Le sue mani così piccole, e innocenti. O a guardare il modo in cui rimaneva ferma, con le ginocchia verso l'interno, come per un senso di insicurezza. Per non parlare del modo in cui abbassava lo sguardo, osservandosi le ballerine, facendo quel risolino adorabile, quando era imbarazzata. Vale a dire in ogni momento con me. O almeno all'inizio, quando ci conoscevamo appena. E sapete qual'è la cosa brutta? che ho lasciato che tutto questo, mi scivolasse dalle dita. E non ho potuto farci niente. 

***

Un altra lunga giornata mi aspettava. Chiusa in casa. A studiare con l'insegnante privato. Oggi mi toccava un'ora di poesia, una di storia dell'arte, e poi le mie materie preferite, matematica e scienze. In particolare mi affascina la chimica e l'astronomia. Ma, svogliata come sono, mi rimetto sotto le coperte. Ma poi un ronzio fastidioso, mi entra nell'orecchio. Ahh, che fastidio. Ma cos'è? Ah, è Louis. La sua voce emette un suono leggermente soffiato, per mezzo dei suoi baffi lunghi e folti.

Louis: Signorina Grande, deve alzarsi dal letto.

da sotto le coperte mugugno, un qualcosa di molto simile a 

Ariana: Louis, quante volte ti ho detto di darmi del tu?

Louis: non ancora abbastanza, signorina Grande

dice con un sorriso, sotto i suoi grandi baffi. Così mi decido, e alzo le coperte. Lo vedo davanti a me, come se fosse un militare, dritto e fermo, più di una statua.

Ariana: riposo soldato 

mi guarda alzando un sopracciglio, e io ridacchio. Mi alzo e gli vado a dare un bacio sulla guancia, poi corro in bagno, e ... o mio dio. Cos'è quello? No non ci credo. Mi viene istintivamente un urlo acuto e dilungato. Louis corre verso di me, con la faccia semi sudata, gridando

Louis: signorina Grande! signorina Grande!!

poi mi vede davanti allo specchio gigante del bagno, viva e tutta intera, e fa un sospiro di sollievo. Io lo guardo confusa

Ariana: perché sei sollevato? Guarda cos'ho qua!!

gli dico indicando il punto preciso, tra i sopraccigli. C'è un enorme brufolo!!

Louis: pensavo peggio, signorina.

Ariana: e pensa, ho solo 18 anni. Chissà quando sarò ancora più grande, che avrò problemi ancora più grandi.

Louis: due cose: intanto lei compie 18 anni tra tre settimane e mezzo, e secondo, credo che quando sarà più grande si troverà una abitazione propria, non crede?

Ariana: si, ma speravo che tu venissi con me

Louis: (sorride) certamente signorina, ne andrei fiero.

Ariana: Louis, ti prego, ti prego. Non darmi del lei.

Louis: credo sia possibile, se solo me lo ricordassi. Ora si prepari l'insegnante arriverà a minuti, lui arriva alle 12.15, e il mio orologio segna le 12.07.

Ariana: okay, allora faccio in fretta ...


***

Mi sveglio alla mattina, e sapevo che mi aspettava un altra lunga giornata. Mi alzo dal divano della roulotte, e ho ancora i vestiti di ieri. Mi stropiccio un po' le palpebre, e cerco di mettere a fuoco le immagini. Mi alzo ma troppo presto, e vado a sbattere contro il tavolino di plastica spiegabile, facendo un fracasso, e facendo cadere altri due bicchieri, di nuovo. Ogni settimana uguale. Mitchie si sveglia, e mi chiama dalla sua poltrona, condivisa con l'altra sorellina Rosie.

Mitchie: Cameron? Che succede?

Cameron: Niente Mitchie torna a dormire, sono solo le 5.15. Poi ti sveglio io più tardi.

annuisce mezza addormentata, e dopo tre secondi russa già accanto alla sorellina. Vado nella 'camera', se così si può chiamare, dove si trova mia madre. E' nel letto, e dorme ancora. Diventa sempre più pallida. Devo racimolare altri soldi, quelli nel barattolo non bastano per altre medicine. Sono ... $ 36,47. Non bastano neanche lontanamente. Mi cambio maglietta, e ne prendo una dalla cesta comune, in un angolo. Esco di casa e mi metto una felpa. Vado a una cabina telefonica e chiamo il mio amico Douglas. Dai rispondi. Avanti.

Douglas: yo?

grazie al cielo

Cameron: yo Douglas

Douglas: che vuoi bro?

Cameron: devo fare soldi

Douglas: come al solito

Cameron: eh già, ma tanti stavolta, non posso chiedere un prestito al Boss?

Douglas: no Cameron, non di nuovo. Già hai un botto di debiti con lui, e ti sopporta solo perché gli piaci. Ti aveva avvertito però la scorsa volta che un altro prestito, sarebbero stati soldi che col tempo aumentavano, così come il tuo debito. Ha praticamente superato i $ 3.500 Cameron! Non andare incasinarti la vita, poi ne rimarresti secco, e ovviamente la polizia mi terrà come sospettato: sono nero, abito nel Compton, ero un tuo amico, cazzo bro, li mi mettono dentro senza aver fatto niente

Cameron: calmati, mi è venuta un altra idea. Dobbiamo andare da Chris, te lo ricordi? Chris! quello che è pieno di cose e cianfrusaglie.

Douglas: si si, so chi è, ma come ci può aiutare? Cazzo hai visto quante cagate ha?

Cameron: te lo spiego dopo, incontriamoci a  W Rosecrans Ave. Non dire niente, li tra 10 minuti. Ci si vede dopo bro

Douglas: yo


Ciaooooo nuova storia!! Sono emozionata, per questo inizio. Mi manca tantissimo The Best Mess of My Life, ma cercherò di scrivere costantemente anche questa. Non è un inizio molto entusiasmante ma spero che continuerete a leggere. Tutto l'amore. Bacioni<3<3<3<3

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