CAPITOLO 17

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Le faceva male la testa e le duoleva il viso, troppo per riuscire ad aprire gli occhi con poco sforzo, così, seppur sveglia, restò ferma immobile, sdraiata su quello che sicuramente era un letto, ma che altrettanto sicuramente non era il suo poiché sentiva con chiarezza nelle narici un penetrante odore di ospedale.
Non solo penetrante ma anche fastidioso, per cui fu costretta a tossire un paio di volte, sentendo subito un consequenziale dolore al cranio.
~ Haven!~ la chiamò una voce che a causa del momentaneo intontimento non riconobbe.
Si costrinse ad aprire gli occhi e trovatasi davanti una piuttosto accesa chioma rossa capì che si trattava di Axel, più ad intuito che per averlo riconosciuto; aveva la vista un po' appannata.
~ Come stai?~
~ Dove sono?~ fece lei mettendosi a sedere. ~ Oddio...~ mormorò quando si ritrovò a ondeggiare pericolosamente con la testa.
~ Devi startene sdraiata.~ sbottò lui affrettandosi a prenderla per le spalle e a farla sdraiare quasi di forza.
~ Ho chiesto dove sono!~
~ In ospedale ovviamente.~ le disse Axel, calmo, sedendosi sui talloni vicino a lei. ~ Durante l'allenamento sei crollata come un sacco di patate.~
Haven fece per passarsi le dita sugli occhi, anch'essi doloranti a causa del male alla testa, ma si fermò a metà del movimento essendosi ricordata di avere ancora il trucco.
Sicuramente aveva già un aspetto abbastanza orribile anche senza sbavarsi il mascara. Almeno non sarebbe sembrata un procione.
~ Non stai mangiando molto, ultimamente, vero?~
La ragazza abbassò istintivamente lo sguardo, scappando con gli occhi da quelli indagatori di Axel, che sospirò.
~ So che sei arrabbiata. Non capisco se con noi, con Victoria o se semplicemente odi il mondo, ma noi vorremmo riprovarci. Insomma, ricominciare da capo.~
Lei sbuffò voltando la testa.
Improvvisamente quel sottile lenzuolo somigliava molto ad una camicia di forza; stretta, soffocante.
Avrebbe voluto andarsene, correre fuori e prendere un po' d'aria, ma ovviamente non l'avrebbe mai lasciata andare. Non prima di aver finito quel discorso che la metteva estremamente a disagio.
~ Quanti chili hai perso, Haven?~ ~ Uno.~ disse lei, contenta del repentino cambio di argomento.
Il ragazzo si schiarì la gola e le spedì uno sguardo molto eloquente.
Con i gomiti, lei si tirò un po' più su in modo da poterlo guardare senza prendersi uno strappo al collo e sistemò il cuscino contro la testata del letto.
~ Tre...~ mormorò.
~ Haven...~
~ Va bene, cinque!~ sbottò
~ Non dire cazzate.~
~ Veramente. Cinque chili e qualosa.~ confermò straziando il tessuto del lenzuolo con le mani agitate. ~ Non sono proprio a digiuno completo.~
~ Comunque non è il modo giusto. Ti stai facendo del male solo per tener fede al tuo stupido orgoglio.~
Haven alzò gli occhi e lo guardò; non c'era traccia di sfida o prepotenza sul suo viso, solo serietà.
~ A noi dispiace che questo "rapporto" -sempre se così lo si può chiamare- si sia rovinato ancora prima che ci conoscessimo. Sentirti parlare in quel modo non ci ha certo fatto piacere e magari anche se avevi ragione ti sarai resa conto di aver decisamente esagerato.~
Di nuovo Haven abbassò gli occhi.
Non pensava di aver esagerato; lo sapeva benissimo, solo che l'aveva realizzato tardi, troppo per riprendere la vita di prima senza farla sembrare una resa nei confronti dei ragazzi.
~ La scuola è l'ultimo dei problemi se ci detesti talmente tanto da ridurti così pur di stare lontana da noi.~
~ Non è che vi odio...~ bisbigliò dopo qualche secondo.
~ Ma preferisci svenire dalla fame piuttosto che ritrovarti nella stessa stanza con noi.~
Così era troppo. Andava bene che la rimproverasse un po', ma adesso non c'era solo serietà bella sua voce; era chiaramente seccato.
~ Non sono io quella che dopo nemmeno una settimana ha cominciato a sparare insulti!~
~ Hardyn è un caso a parte.~
~ Perché dovrebbe esserlo? È comunque tuo fratello ed è uno stronzo. Non può venire in casa mia, fare come fosse sua, e dare a me della stronza solo perché mi irrita trovarmi improvvisamente dei perfetti estranei in mezzo alle palle!~
~ Su questo sono d'accordo, hai ragione, ma...~
~ Ma?~
~ Non vorrei sembrare un cattivo fratello, però è lui che ti ha presa male. Noi siamo sempre stati dalla tua parte, ma visto come ti stai comportando non passa giorno senza che ci dica "ve l'avevo detto". E ti assicuro che dopo la terza volta diveta irritante.~
~ Che lo dica. Non mi interessa.~
~ Dovrebbe, invece. Non ci piace questa situazione, Haven. E neanche vedere cosa ti sei fatta mi piace.~
~ Nemmeno sono affari tuoi.~
~ Ma perché fai così? Insomma, può starti sul cazzo Hardyn, ma noi? Cosa ti avrei fatto io? Cosa ti avrebbe fatto Wyll?~
~ Non mettere in mezzo Wyll...~ protestò con la faccia di chi si è appena preso un pugno allo stomaco.
~ Stai ignorando anche lui, sai?~
~ Io...~
~ Immagino che lui sia il peggiore, Wyll sì che è un pessimo fratello...~ disse sarcastico.
~ La vuoi piantare, porca troia?!~ quasi urlò la ragazza. ~ Non ce l'ho con voi, ce l'ho con mia madre!~
~ Allora perché te la prendi con noi?~
~ Perché non riesco ad arrabbiarmi con lei. Non dopo tutto quello che ha passato...~
Axel tacque, osservando gli occhi scuri di Haven inumidirsi di lacrime di rabbia.
Anche pensandoci, non riusciva a capire a cosa si riferisse la ragazza. Sembrava una cosa seria però.
~ Non... Non so di cosa tu stia parlando, Haven...~ le disse con una punta di imbarazzo.
~ Immaginavo che non lo sapeste. L'avrà detto a vostro padre.~ ragionò ad alta voce.
~ Ha detto cosa?~ chiese, sperando di farla aprire un po'.
Lei sospirò, chiuse gli occhi e non li riaprì finché non ebbe terminato di parlare.
~ C'è una ragazza a scuola. Si chiama Trisha e ci odiamo a morte. Le nostre madri erano compagne di scuola al liceo e sono rimaste in contatto negli anni. Si aspettavano che fossimo amiche, e da piccole lo siamo anche state, solo che un giorno Trisha chiese a sua mamma come mai io non avessi un padre come tutti gli altri. Lei glielo disse, convinta che quella bastarda sarebbe stata zitta.~ raccontò guardando il vuoto.
~ E invece?~
~ Il giorno dopo lo sapeva mezza scuola. Quello seguente lo sapevano tutti. E per almeno un mese gli insegnanti non hanno mai smesso di guardarmi come fossi un cane bastonato. Senza contare che le ho rotto il naso.~
~ Che cosa ha raccontato?~
Haven si asciugò una lacrima immaginaria e accostò le gambe al proprio petto, stringendole.
~ Non c'è bisogno, Haven. Non voglio sapere nulla che tu non voglia dirmi.~
Lei rimase in silenzio con gli occhi bassi. Non sapeva costringersi a parlare.
Perché prima o poi avrebbe dovuto parlare. Loro sarebbero diventati suoi fratelli e avrebbero dovuto venirlo a sapere.
~ Vado... Vado a dire al professore che stai bene.~ annunciò alzandosi ed uscendo.
Rimasta sola, la ragazza rifletté se dirglielo o no.
Axel le era sempre sembrato il più affidabile dei fratelli, il più maturo e comprensivo, ma ciò che si teneva dentro e che era la principale causa di quello ritenuto da molti un comportamento strano e che le procurava anche vergogna era qualcosa di estremamente doloroso e personale.
Il tempo che il ragazzo passò fuori terminò in fretta, quando Carson mise la testa nella stanza, si assicurò che la sua studentessa preferita stesse davvero bene, e dopo un paio di minuti se ne andò.
~ Andiamo a casa?~
Annuendo, si mise seduta tenendo sotto controllo eventuali giramenti di testa e cominciò a mettersi le scarpe.
C'era talmente tanto silenzio in quella stanza.
Haven non poté fare a meno di romperlo.
~ Non mi ha voluta.~ disse a un certo punto.
~ Mia madre.~ specificò davanti allo sguardo confuso di Axel.
~ Promettimi che non dirai le solite cazzate.~
Dopo anni che si sentiva ripetere le stesse cose non aveva proprio intenzione di ascoltarle ancora una volta.
~ Va bene, certo.~ si affrettò lui a rispondere.
~ La faccio breve.~ iniziò. ~ A diciotto anni mia madre è stata violentata. E così sono nata io. Non mi ha voluta né desiderata, e non ho mai avuto un padre. Fine della triste storia di Haven Allowey.~
Si alzò in piedi e fronteggiò (per così dire) il ragazzo, la cui espressione sbigottita causata della sua freddezza non accennava a sparire.
~ Allora? Vogliamo andare, Axel?~

Brotherly Love - Cinque fratelli di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora