CAPITOLO 16

1.8K 139 19
                                    

1

~ Haven.~ la chiamò Victoria.
~ Dimmi.~ sospirò la ragazza.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato.
~ Mi ha contattato la coordinatrice della tua classe.~
Appunto.
"Che due palle."
Non era certo una sorpresa per lei. Attendeva quel discorso da un po' visto come stavano andando le cose in quel periodo.
~ Bene.~
~ No, cara. Non è affatto bene.~
Haven rondò gli occhi.
Si stupì di notare che lo spettacolino messo in piedi da sua madre davanti a tutti i fratelli non la disturbava affatto.
Prima si sarebbe sentita imbarazzata o mortificata, ma adesso mostrava solo disinteresse, come d'altronde faceva dall'arrivo in casa dei ragazzi.
Era sdravaccata sul divano intenta a guardare un film con il tablet, un film che era costretta ad interrompere con uno sbuffo ogni volta che il riflesso di Victoria tornava ad aprire bocca.
La presenza di Axel, Lock, Hardyn e Zane era del tutto insignificante.
Sapeva che la stavano tutti guardando e ascoltando, chi cercando di non darlo a vedere e chi mostrando sfacciatamente il proprio interesse.
~ Perché all'improvviso vai così male?~
~ Sì, proprio all'improvviso...~ commentò Hardyn.
Haven non rispondeva a quelle domande se non con qualche mugolio, tanto per far vedere che era cosciente.
~ Haven?~
~ Cosa c'è?!~ sbottò la ragazza. ~ Sinceramente, cosa vuoi da me?~
~ Voglio sapere cosa stai facendo! Prima sembrava che un minimo ti interessasse della scuola!~
~ Prima mi interessava, adesso non mi frega più di niente. Contenta?~
~ Contenta?! Non riesco a capire cosa ti sia saltato in testa! Non fai più un compito, sei maleducata con i professori, stai a casa anche tre giorni di fila...~
~ Ed è qui che ti sbagli. Meno tempo passo qui dentro meglio sto. I tre giorni a cui ti riferisci li ho passati quasi completamente fuori da questa casa, perché la sola idea di stare qui mi fa schifo!~
~ Non mi guardare come se non ti fossi aspettata una scena simile!~ esclamò alzandosi e fronteggiando la donna, i cui tratti parevano così indurito da sembrare roccia.
~ Me l'aspettavo in realtà. Ma ormai sono passati dei mesi, credevo ti fossi abituata.~ ammise.
~ Oh, ma io mi sono abituata. Mi sono abituata perfettamente a stare qui dentro il minimo indispensabile, nonostante sia la servetta di tutti. Nemmeno vado più in camera, scappo direttamente fuori. E il bello è che nessuno se ne accorge.~
~ Che vuol dire che sei la servetta?!~ protestò Hardyn.
~ Credi che quello che ti mangi piova dal cielo? Credi che la cucina si sistemi da sola? Credi che Anny e Jeanna abbiano fatto un incantesimo alla scopa, così quando loro non ci sono pulisce da sola?!~
~ Non provare a dire che non ti aiutiamo.~ fece il ragazzo staccandosi dai fratelli e avvicinandosi a lei.
~ Mettere via un piatto e un bicchiere non è esattamente quello che intendo con "aiutare".~
~ Ma se ci sono le cameriere!~
~ Appunto, idiota. Non sono le tue schiave e visto che sono amiche da anni voglio che le rispetti.~
~ Non cambiare discorso. E se vuoi che ti aiutiamo basta chiedere.~
~ Chiedere?! Ci vivete anche voi qui! Anche voi mangiate e anche voi sporcate. Perché dovrei chiedervi una mano? Se foste così gentili e disponibili mi aiutereste senza che ve lo debba chiedere, e io non intendo certo disturbarvi chiedendovi solo un piccolo aiuto.~
~ Se non vuoi disturbarci allora perché ti stai lamentando?!~
~ Smettila Hardyn, lasciala stare.~
~ Oh, certo, povera piccola Haven. Sai che c'è? Mi sono rotto le palle.~
~ No, tesoro. Io mi sono rotta le palle. Di te, di loro e di questa situazione del cazzo. Per quanto mi riguarda potete tutti andarvene a quel paese. Volete starvene qui? Bene. Ricordatevi solo che io non esisito.~
Dopo quelle parole, aveva lanciato gli auricolari sul divano e aveva fatto per andare in camera, ma Victoria l'aveva trattenuta.
~ Tu resti qui signorina. C'è ancora molto di cui dobbiamo parlare.~
~ Non c'è niente di cui parlare, cazzo. Sto andando di merda a scuola e non mi interessa; qui a casa sono costretta a stare con delle persone che non sopporto e di cui tu nemmeno ti sei degnata di farmi sapere l'esistenza e ora vuoi parlare del perché sono peggiorata? Tra poco sarò maggiorenne! Potevi anche preoccuparti prima di fare la madre attenta e presente.~
Schivando Axel e Hardyn passò tra Zane e Lock, che si erano prontamente spostati per farla passare e finalmente raggiunse camera sua, dove poté nascondersi dal mondo.

2

Era passata ormai circa una settimana dalla sfuriata di Haven, e ancora l'unico che le rivolgeva la parola era Wyll, ma solo perché non vi aveva assistito.
Le piaceva pensare che gli altri si fosseri spaventati troppo. Sperava di averli spaventati. Almeno ci avrebbero pensato due volte prima di rivolgerle ancora la parola.
Dal giorno seguente, però, aveva cominciato a trovare il pranzo pronto ogni volta che tornava a casa per lei e Hardyn, che probabilmente si mangiava anche il suo visto che lei rifiutava di toccarlo.
Ogni tanto comprava qualcosa a scuola da mangiare in camera sua per poi saltare sistematicamente la cena.
Spesso si alzava prestissimo per prepararsi un cibo che seguisse la dieta di Carson, visto che faceva poco più di un pasto al giorno ormai.
Sentiva il suo corpo cambiare a causa di quella situazione.
Victoria aveva provato a parlarle, a chiederle di cenare almeno con loro, ma non c'era stato verso.
Non solo la ragazza ormai aveva preso quell'abitudine lì, ma si era creata una situazione troppo imbarazzante perché potesse presentarsi a tavola senza dire o fare nulla.
Forse aveva esagerato. Forse lo sapeva. Peccato che non l'avrebbe mai ammesso.

3

~ Haven! Havy svegliati!~ strillò Gwen, scuotendo con violenza la spalla della ragazza.
~ Eh?~
~ Tesoro, è la quarta volta questa settimana che ti addormenti in classe. Perché non lo dici a tua madre? Potrebbe accompagnarti dal dottore.~
~ Non mi serve il dottore.~ bofonchiò lei.
~ Già, lo so cosa ti serve. Fare pace con i tuoi fratelli.~
~ Io non faccio pace con nessuno.~ ringhiò alzandosi a fatica.
Già sbuffava per le due rampe di scale che avrebbe dovuto fare di lì a poco.
Era inutile negarlo; mangiare così poco la stava sfinendo parecchio, ma la testarda Haven non poteva andare da loro a testa bassa, scusandosi o chiedendo di fare pace.
Gwen sospirò, prese lo zaino che l'amica si era dimenticata sul banco e la seguì al bar, dove avrebbero mangiato prima dell'allenamento.
Non mancava tanto alla partita, aveva detto loro Carson, dunque gli allenamenti si sarebbero fatti sempre più intensi e duri.
Proprio il momento giusto.
Il professore le fece correre tre volte per sette minuti, intervallate da venti flessioni a turno, dunque Haven, che in quel periodo era stanca ancora prima di svegliarsi al mattino, fece una fatica incredibile a tenere il passo.
Voleva mostrare alle ragazze che andava tutto bene, che riusciva benissimo a stare al loro ritmo come al solito, imponendosi di sopportare la stanchezza.
Finita l'ultima corsa cominciarono, a coppie, a riscaldarsi con i palloni.
Era passata quasi un'estenuante ora, quando finalmente Carson disse loro di montare la rete per iniziare una partita.
Essa finì molto prima di quanto tutte si fossero aspettate, così la piccola pausa di metà allenamento cominciò molto prima del solito.
Normalmente si chiacchierava, ma quel giorno tutte percepivano la tensione di Carson che influiva anche su di loro; inoltre Haven era troppo esausta per fare altro che non fosse respirare.
~ Si ricomincia!~
Erano tutte stanche e tutte sbuffarono o emisero versi lamentosi, ma tutte si alzarono comunque e ripresero a correre.
Primo giro; per un momento Haven aveva creduto di essersi ripresa, ma si era subito resa conto di quanto si fosse sbagliata.
Secondo giro; riuscì ad affiancarsi all'ultima ragazza, nonostante lo sforzo di sopportare il dolore alla milza.
Terzo giro; si fermò fingendo di allacciarsi le scarpe, mentre gli occhi bruciavano sempre più a causa di quello strazio.
Rialzatasi, terminò il giro e tentò di raggiungere le altre che ormai avevano già completato il quarto, ma presto si sentì instabile sulle gambe e la vista iniziò ad offuscarsi finché, con un battito di ciglia, si oscurò completamente.
L'ultima cosa che percepì prima di svenire fu il freddo del pavimento sulla pelle, arrivato anche a ghiacciarle le ossa.

Brotherly Love - Cinque fratelli di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora