CAPITOLO 1

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1

Quel lunedì si mostrò una pessima giornata fin dalla mattina, per Haven. Le bastò aprire gli occhi nocciola per rendersi conto di essere mostruosamente in ritardo.
Sbuffando sonoramente con una lieve isteria, si gettò giù dal letto troppo grande per la sua figura e afferrò la sveglia, sulla quale lampeggiava l'orario che, dandole come d'abitudine il "buongiorno", mandò la sua agitazione alle stelle.
07:31
"Porca d'una...no. Non di prima mattina." pensò puntando le iridi sul soffitto a vetrata dal quale il sole splendeva gioviale, privo di nuvole a coprirne i raggi abbaglianti.
Uscendo dalla stanza prese al volo l'uniforme del suo liceo con l'intento di indossarla durante la breve colazione che sperava di fare.
Fece di corsa e con i piedi nudi la scala a chiocciola, scendendo tutti e quattro i piani dell'ex hotel di lusso dove abitava e giunse come una furia in cucina, dove due toast bruciacchiati erano l'unica presenza sul lungo tavolo di mogano lucido.
Gettò i vestiti sul tavolo e, strappato un pezzo di toast, prese a mangiarlo in fretta mentre tentava di indossare la gonna verde scuro.
Ingoiando un altro pezzo di toast si chiuse a fatica i bottoni sul davanti con rigorosa attenzione a non rovinarsi le unghie.
Sbottonando la camicetta bianca con una mano piegò in due il secondo toast con l'altra e lo divorò nel tempo che impiegò a infilarsi l'uniforme dalla testa.
Corse verso il frigorifero, l'aprì e tirò fuori una bottiglia di succo di frutta. Vi infilò una cannuccia e prese a bere come una morta di sete, allacciandosi la camicetta.
Appena riuscì a eseguire come ogni mattina lo stesso, meccanico, movimento di tutti i giorni rimise il succo al suo posto, appoggiò il piatto sul lavello e tornò su in camera, con la mini che ondeggiava sopra alle ginocchia ad ogni passo.
Arrivata nella sua gigantesca stanza puntò gli occhi dappertutto in cerca della cravatta dello stesso colore della gonna che risultò esser stata lanciata sulla scrivania.
"Che cavolo ci fa lì?" sbottò Haven con i postumi del pessimo risveglio che le offuscavano la mente, intontendola parecchio. Comunque più di quanto lo fosse di solito.
Corse verso di essa e l'agguantò, voltandosi e camminando in fretta verso lo specchio.
Quando alzò lo sguardo sulla sua immagine riflessa fece fatica a riconoscersi.
I capelli castani erano una matassa informe di ciuffi e ciocche che le ricadevano sul viso e sulla schiena; gli occhi spenti e opachi si chiudevano e aprivano continuamente, come se una parte di lei tentasse ancora di riaddormentarsi.
Allargato il nodo della cravatta che non aveva mai sciolto dall'inizio dell'anno scolastico se la infilò e lo strinse sotto al colletto della camicia, lisciandosela sul petto.
Si sistemò l'uniforme e stirò le pieghe della gonna, indossando le calze parigine nere.
"Ecco, ora..." ragionò guardandosi intorno. "Scarpe! Le scarpe!" si disse lanciandosi verso il paio di calzature di tela bianca nel mobile davanti al letto immenso.
Appena ricordò dello zaino in fondo alla stanza fece per fermarsi di colpo e tornare indietro a prenderlo ma la stoffa delle calze scivolò sul parquet della camera facendola finire lunga distesa per terra.
~ Merda!~ strillò quando batté la testa sul pavimento. ~ Preparati, Haven. Sarà una giornata orrenda.~ borbottò rialzandosi a fatica.
Camminò svelta verso la sedia, afferrò lo zaino lilla e se lo mise in spalla tornando davanti al mobile.
Si sedette e, cercando di mantenere la calma, infilò le scarpe velocemente per poi rialzarsi e tornare a pianterreno.
Prima di uscire andò in bagno a prendere la sua trousse per la scuola con l'intento di arrivare prima per truccarsi lì.
L'improvviso suono del citofono la fece sobbalzare, bloccandola lì dov'era.
Passarono diversi secondi prima che si costringesse a reagire. Chiedendosi chi potesse essere si diresse verso il piccolo schermo vicino alla porta e vi puntò gli occhi, riconoscendovi il suo miglior amico Heatan.
~ Che ci fai qui?~ gli chiese rispondendo.
~ Sveglia, tesoro. Ora che non ho più le stampelle ricomincio a darti il passaggio mattutino per la scuola.~ le ricordò il ragazzo sbuffando.
"Vero, accidenti. Oggi non ce la faccio proprio..."
~ Arrivo.~
~ Sbrigati.~
Dandosi un'ultima sistemata ai capelli davanti allo specchio vicino alla porta si decise a uscire, strizzando gli occhi appena furono esposti alla luce diretta del sole.
~ Ce l'hai fatta.~ sbuffò il ragazzo con i ciuffi scuri che gli coprivano gli occhi.
~ Nervosetto oggi?~ ribatté lei chiudendo la porta a chiave e infilandosi il mazzo nella tasca dello zaino.
~ Senti chi parla! Ti sei svegliata cinque o dieci minuti fa?~ rise Heatan con maliziosa cattiveria.
~ Dieci.~ rispose Haven sbadigliando.
~ Buon lunedì. Cerca di restare sveglia abbastanza da tenerti.~ disse tirando fuori le chiavi della moto rosso fuoco parcheggiata poco più in là.
~ Certo. Tu va' piano, almeno dovessi cadere non mi ammazzo.~
~ Lo sai che con la mia bambina non posso andare a velocità da vecchietta.~ fece lui sedendosi sulla moto che accarezzò amorevolmente.
Haven roteò gli occhi, sbuffando.
"Il solito malato. Come fa a chiamare "la sua bambina" una semplice moto?"
Subito dopo di Heatan, Haven si sedette dietro di lui e, come ogni giorno prima della caduta che aveva causato al ragazzo una brutta frattura alla tibia, gli cinse la vita con le braccia, stringendoglisi vicino.
~ Pronta?~
~ Sì.~ rispose sbadigliando.
~ Se riuscirai a non spiaccicarti per strada appena arriviamo a scuola ti compro un caffè.~ ringhiò Heatan.
~ Certo, tutto quello che vuoi, ma ora datti una mossa. Stiamo facendo tardi.~
Pochi attimi dopo la snella e fiammante moto di Heatan sfrecciava lungo la strada verso l'edificio scolastico come ogni mattina da quando si erano conosciuti. Lei cercava di tenersi stretta mentre il vento sferzandole il viso faceva l'effetto di due cappuccini in quanto a energizzante.
In una decina di minuti arrivarono a destinazione, fortunatamente senza cadute o morti causate da un colpo di sonno del passeggero.
Parcheggiata la moto, Heatan e Haven si diressero al bar dove erano soliti trovarsi con i loro compagni di classe e soprattutto luogo di grande tentazione. Il desiderio da parte della ragazza di saccheggiare ogni singolo ben di Dio -dolcetti, bomboloni, leccornie ipercaloriche varie e litri di caffeina pura- esposto su quei banconi era immenso se non addirittura irrefrenabile.
~ Davvero mi offri un caffè?~ chiese voltandosi verso di lui.
In fondo era un gesto piuttosto raro da un tipo come Heatan. Il timore che fosse tutta una presa in giro e di finire a fare la figura dell'idiota era più che giustificato.
~ Ovviamente. Non ce la faccio più, se sbadigli di nuovo ti cucio la bocca.~
~ Cacchio, mi sono solo svegliata tardi! Non esagerare...~ sbuffò anticipandolo nell'ingresso del bar.
Entrambi iniziarono a osservare il locale in cerca dei loro amici che presero ad agitare le braccia e a chiamarli nel tentativo di attirare la loro attenzione.
Gli occhi scuri di Heatan incontrarono quelli di Ryan, il suo più fidato compagno d'avventure e poi si posarono sugli altri.
~ Sono là.~ disse a Haven indicando un angolo poco affollato del locale. ~ Vai, io prendo il caffè.~
~ Anche un croissant. Te lo pago appena arriviamo in classe.~ aggiunse lei incamminandosi verso i ragazzi senza attendere né udire la risposta dell'amico.
~ Ciao gente.~ salutò sbuffando ed in seguito prendendo posto al tavolino con loro.
~ Ciao Bimba.~ ricambiarono.
~ Non la pianterete mai di chiamarmi così, eh?~ chiese buttando per terra lo zaino.
~ Ormai è il tuo soprannome. Abituatici.~ ribatté Ryan con un ghigno.
I riccioli color carota gli circondavano la testa in un'aurea splendente, illuminata dal suo sguardo intenso dalle iridi verdi che, a quanto dicevano molte ragazze, era davvero affascinante e tenebroso.
Haven non ne era molto convinta. Le uniche cose tenebrose che avesse mai visto sul suo viso erano le occhiaie che erano solite circondargli gli occhi a seguito di una nottata passata in discoteca.
~ Sì, ma se non le piace...~ intervenì Gwen, la migliore amica di Haven.
Era molto bella, con i lisci capelli biondo platino e la frangetta ordinata a ornarle il viso allungato e dalla pelle chiara. I suoi occhi, uno azzurro e uno marrone chiaro, trasmettevano molta forza e sicurezza nonostante l'aspetto talmente angelico.
~ Se non le piace s'arrangia.~ concluse il terzo, John.
~ Vi amo tanto anch'io, ragazzi.~ borbottò Haven in risposta, roteando gli occhi.
~ Brutta giornata?~ le chiese Gwen appoggiando i gomiti sul tavolo e piegandosi leggermente verso di lei.
~ No... Mi sono svegliata tardi.~
~ Tieni, rompipalle.~ borbottò Heatan porgendole il caffè, tre bustine di zucchero e il sacchetto bianco dal quale si espandeva un dolcissimo profumo di crema.
~ Grazie.~ fece lei enfatizzando la parola mentre gli lanciava un'occhiataccia.
Prese a bere il caffè nero e bollente con calma, soffiandovi sopra in continuazione e tentando di raffreddare la lingua ormai in fiamme sbocconcellando dei pezzi del croissant cosparso di zucchero appiccicoso.
~ Haven... Non è che..~
~ Prendine pure, Gwen.~ la interruppe sorridendo.
~ Grazie.~ sospirò grata, allungandosi sul dolce e strappandone un pezzo.
Anche Heatan fece per servirsi dall'ormai minuscolo croissant ma Haven gli mollò uno schiaffo sulla mano, avvicinandosi la preziosa colazione.
~ Ne ho diritto! Ti ho anche portato il caffè!~ esclamò lui guardandola male, in piedi dietro di lei.
~ L'hai preteso tu, mica io!~
~ E quello?~ ribatté indicando col dito il dolcetto. ~ È saltellato qui da solo?~
~ Uffa, quanto sei infantile...~ borbottò irritata dando un ultimo morso e porgendo al ragazzo la sfoglia rimanente con appena una goccia di crema che gli finì subito in bocca.
Chiacchierarono del più e del meno come sempre, tra sbadigli e sospiri annoiati tipici di tutti i lunedì e si fecero le otto meno cinque. Dunque i ragazzi si diressero in classe, al terzo piano dell'edificio.
Lentamente, con l'animo dei partecipanti ad un funerale entrarono nell'aula e si sedettero ai loro posti insieme a quei compagni che già erano arrivati.
~ Bimba!~ la chiamò Rey con insistenza.
~ Dimmi.~ rispose voltandosi.
Ormai si era arresa e l'aveva data vinta ai suoi amici e al soprannome che le avevano affibbiato a causa dell'altezza leggermente sotto alla media.
~ Mi passi i compiti di matematica? Così li copio entro la quarta ora?~
~ Perché, c'erano dei compiti di matematica?~ domandò impallidendo.
~ Ho capito, chiedo a qualcun altro...~ sbuffò il ragazzo.
Decisamente non aveva né il tempo né la voglia di copiare e soprattutto se qualcosa composto da orribili numeri e formule incomprensibili, quindi si rassegnò all'idea che si sarebbe presa una nota ed estrasse la trousse dalla tasca dello zaino.
~ Gwen mi tieni lo specchietto, per favore?~ chiese alla bionda sedutale affianco.
~ Certo.~ le rispose afferrando il piccolo oggetto.
Haven prese l'eye-liner nero dal piccolo astuccio e, apertolo, tracciò una sottile linea sulle palpebre, controllandosi scrupolosamente allo specchio.
~ Grazie...~ mormorò lentamente mettendosi anche il mascara, sempre nero.
~ Figurati.~
Aveva appena riposto la trousse quando il professore di fisica fece il suo ingresso, zittendo tutti gli studenti ancora prima che si accorgessero della sua presenza.
Così, la giornata un po' sfortunata di Haven cominciò più o meno normalmente.
Le consuete cinque ore di lezione trascorsero senza troppi problemi se non la nota dato il mancato svolgimento dei compiti. Nulla di troppo grave. Non era né la prima né di certo sarebbe stata l'ultima.
Durante la pausa delle undici girovagò per la scuola insieme a Gwen e alle altre ragazze della sua compagnia di amici per poi riattaccare con geografia.
Alla fine della giornata scolastica si precipitò fuori dall'edificio insieme a Heatan. Attese che la folla di studenti in preda a crisi isteriche dovute all'inizio della settimana si diradasse, salutò Gwen, Ryan e John che abitavano dalla parte opposta rispetto la scuola e saltò in sella alla moto di Heaten per farsi riaccompagnare.

Ciao ragazzi! Vi presento l'ennesima storia che ho deciso di scrivere!
Spero di riuscire a creare qualcosa di decente, visto che il tema è abbastanza diverso dalle altre mie storie ma comunque è una bella sfida.
Visto che non potevo fare un capitolo lungo come la Divina Commedia l'ho diviso in due parti e nella prossima verrà il bello.
Dunque vi invito (please) a farmi sapere cosa pensate di questa nuova idea e magari a lasciarmi qualche voto di incoraggiamento a continuarla.
Sarei davvero felice se la faceste leggere anche a qualcun altro per avere più opinioni possibile :-)
Detto questo vi lascio premere quella stellina e pensare a qualche parola da mettere nei commenti e grazie di cuore a tutti coloro che mi faranno sapere cosa ne pensano.
Ci tengo inoltre ad avvisarvi, che questo libro ha come protagonista una ragazza adolescente e mostra la sua vita dal suo punto di vista, quindi verrà utilizzato anche linguaggio un po' scurrile ma non ci tengo a riempire la storia di parolacce e non ci saranno bestemmie di alcun tipo.
Buona vita a tutti❤️

Brotherly Love - Cinque fratelli di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora