Addestramento alternativo

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«No, sono qui perché ho esagerato, lo riconosco. Non tanto per quello che ti ho detto, ma per come ti ho trattato davanti a tutti. Non...»

Federico si morse il labbro inferiore: non aveva mai fatto una cosa del genere, scusarsi con qualcuno, e si sentiva tremendamente ridicolo. Eppure, se da un lato era stato obbligato da Chirone, dall'altro sentiva che doveva farlo.

«... non credo che tu meritassi quell'umiliazione pubblica, ecco. Sono stato uno stronzo.»

Il volto di Michael si addolcì un po' e spostò lo sguardo al pavimento.

«Va tutto bene. Non fa niente.»

In realtà avrebbe voluto dirgli che era stato l'ennesimo stronzo a trattarlo male, ma voleva che Federico se ne andasse subito e perciò tentò di liquidarlo con un falso perdono. 

Il figlio di Ares spostò lo sguardo facendolo nuovamente vagare per ammirare la stanza.

«È bello, qui» disse in un soffio, ma Michael lo ignorò.

Federico portò gli occhi sulla figura alta e slanciata del riccio, intento a finire di rimettere a posto le sue cose dalla valigia all'armadio.

«Io posso aiutarti a diventare più forte.»

Dopo aver pronunciato quelle parole il tatuato si morse immediatamente la lingua. Era una pessima, pessima idea quella che gli stava balenando per la mente. Pessima. Una immane cazzata.

Michael si bloccò e si voltò verso di lui, guardandolo con una faccia incredula e disgustata allo stesso tempo.

«Ma stai scherzando?» Fece ironico il riccio.

Federico scosse lentamente la testa e assottigliò lo sguardo saccente.

«Ti sembro uno che dice cazzate?»

Michael avrebbe voluto rispondergli di , ma fu anticipato dallo stesso Federico.

«No, stronzetto, la risposta è no: non dico cazzate.»

Michael sbuffò.

«Me lo hai detto tu che sono un incapace. Sentiamo: cosa faresti per aiutarmi a diventare forte, sapendo che sono completamente negato in qualunque cosa?»

Il tatuato incrociò le braccia al petto e sorrise malvagio incurvando un solo angolo di labbra.

«Io sono il figlio di Ares, non dimenticarlo.»

«E hai qualcosa in mente, oltre a darti tante arie?» Lo interruppe annoiato.

«Come dicevo, pivellino, io sono il figlio di Ares. Per questo conosco tantissime tecniche di guerra e di addestramento che qui se le sognano.»

Il riccio aggrottò la fronte e stette in silenzio per lasciarlo proseguire.

«Tu hai bisogno di un addestramento particolare perché sei abbastanza scarso. No, diciamo la verità come sta: tu sei molto scarso

L'altro alzò gli occhi al cielo e pregò che la smettesse di sottolineare ogni secondo la sua debolezza.

«Io ti dico che oltre all'addestramento di Chirone te ne farò uno personalizzato. Ci stai?»

Michael alzò le mani come a fermarlo.

«Ehi, no, aspetta. Quando dovrei addestrarmi, secondo te? Lo sai che gli allenamenti vanno dalla mattina alla sera, non ho tempo di fare anche il tuo addestramento!» Protestò lievemente il riccio.

«Dopo cena. Cos'hai da fare di notte?»

«Dormire, forse?»

Federico gli si avvicinò minaccioso, lo afferrò per la maglietta e lo sbatté senza troppa forza contro l'anta chiusa dell'armadio. Michael deglutì.

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