Capitolo 9

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Dalla finestra Lenny fece un cenno con la mano, Rachel ricambiò il saluto.

«Non fare niente di avventato.» si era raccomandata, «Se dovessi rivedere l'uomo con la felpa grigia, chiamami a questo numero.»

L'uomo con la felpa grigia.

Non che facesse chissà quale differenza nelle indagini, poteva essere chiunque.

Nessuno crede Lenny.

Non aveva tutti i torti.

Il telefono riprese a vibrare, Rachel rispose senza guardare il display, «Pronto?»

«Ciao, Phoebe.» la voce era contraffatta, «Cosa ti ha detto il ritardato? Che nel bosco si nasconde l'Uomo Nero?»

Si fermò e si guardò intorno. Non c'era nessuno.

«Ha sbagliato numero.» riprese a camminare.

«Credi di aver ingannato tutti? Con la tua nuova immagine di super poliziotta? Ma io conosco i tuoi segreti, Phoebe.»

Riuscì a vincere la tentazione di riattaccare, «Vattene al Diavolo!»

«Andiamo, è così che si parla a un vecchio amico?»

«Noi non siamo amici, cosa vuoi da me?»

«Lo sai quello che voglio.» rispose la voce prima di riattaccare.


Le piaceva l'Hype, con le luci soffuse e la musica dal vivo, le ricordava il Moonlight, il locale che suo zio Christopher gestiva a Chicago. Ogni tanto ci era andata con Ruth, la sua migliore amica del liceo, anche se sua madre non voleva. Lo zio Chris chiudeva un occhio, aveva una teoria tutta sua sulla vita: era dagli errori che si imparava qualcosa.

Mentre al bancone Ruth faceva la civetta con Christopher, Phoebe aveva conosciuto Oliver. Profondi occhi scuri, un piccolo neo sotto l'occhio destro e otto anni più di lei.

Il giorno dopo, l'aveva aspettata all'uscita di scuola, con un sorriso e una rosa rossa. Non era mai uscita con nessuno prima, a differenza di Ruth. La sua amica però non aveva mai frequentato un ragazzo del college. Suo padre sarebbe andato su tutte le furie, fu uno dei motivi per cui Phoebe accettò di uscire con Oliver.

«A.J. non si è visto?» Yvonne si guardò intorno, «In pratica ci vive in questo posto.»

«Starà facendo da infermiere alla povera ragazza accoltellata.» Rachel sorseggiò la sua birra, «Dovevi vederli su quella panchina, erano così teneri

«Sei gelosa.»

«Di A.J.? Ma per favore!» sorseggiò la birra, «Era solo sesso. Buon sesso, ma non avrebbe potuto mai funzionare tra noi.»

«Perché no? È carino e ti fa ridere.»

«Siamo troppo diversi. Lui è stato sposato, ha un figlio... Io non sono fatta per la vita in famiglia. Mettermi il grembiule e cucinare manicaretti aspettando che torni dal lavoro.» Rachel fece una smorfia.

«Non sei fatta nemmeno per stare da sola. E non devi metterti il grembiule o cucinare, se non vuoi.»

Rachel abbassò lo sguardo, «Non so neanche se posso più avere dei figli e, comunque, non ne voglio.»

«A.J. ha già un figlio, magari gli basta e non ne vuole altri.»

«Mi ci vedresti a fare la matrigna? Ad accompagnare Sammy ai tornei di baseball? Ad andarlo a vedere alla recita scolastica con sua madre che mi guarda storto?»

«Mi ci vedresti a fare la matrigna? Ad accompagnare Sammy ai tornei di baseball? Ad andarlo a vedere alla recita scolastica con sua madre che mi guarda storto?»

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La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora