Capitolo 44

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Sin da quando era bambina, per Iris il giorno del proprio compleanno era l'equivalente del giorno di Natale, carico di attesa e aspettative. Si alzò di buon'ora, col sorriso sulle labbra. Aveva appena compiuto vent'anni. Non potevano più darle della ragazzina.

Andò in cucina, attirata dal profumo dei pancake appena preparati da June, la sua coinquilina.

«Che profumino.»

«Una promessa è una promessa.» June le sorrise, «Quasi dimenticavo, è arrivato qualcosa per te.»

Una rosa rossa accompagnata da un biglietto di auguri. Stava ancora sorridendo quando aprì il biglietto.

Ora proverai sulla tua pelle cosa significa essere Phoebe.

Iris lasciò cadere a terra il biglietto.

E si svegliò.

Si alzò davvero, stavolta senza sorridere. Aveva appena compiuto vent'anni, ma non riusciva più a esserne entusiasta, quell'incubo le aveva rovinato la giornata appena iniziata.

In cucina trovò June intenta a cucinare i pancake, come le aveva promesso. L'odore non era lo stesso del sogno, avvertì una lieve puzza di bruciato.

«Hai messo abbastanza burro?» s'informò.

«Ehi, qui ci penso io.» le disse l'amica, «Sono arrivate quelle per te.»

In soggiorno Iris trovò un mazzo di rose, le annusò, emanavano un buon profumo. Poi, con le dita tremanti, aprì il biglietto.

Pensando a te.

Un sorriso le illuminò il volto.


Era una bella giornata di sole. La neve annerita ai bordi dei marciapiedi era il lascito di un inverno lungo e rigido.

Iris aveva deciso di raggiungere a piedi il ristorante in cui aveva appuntamento con suo padre per pranzo, le sarebbe servito per schiarirsi le idee e scrollarsi di dosso la brutta sensazione che le aveva lasciato l'incubo di quella mattina.

L'aria era pungente, accelerò il passo per scaldarsi.

«Allora come va il lavoro?» s'informò durante il pranzo.

«Il solito.» rispose suo padre, «Madri che si lamentano dei propri figli, figli che si lamentano delle proprie madri o del padre assente. Qualche storia di infedeltà.»

La pensione non era un'opzione valida per Greg. Doveva mantenere la mente occupata.

Non parlarono di Phoebe.

«Hai notizie di Leon?» le domandò invece.

Iris si limitò a scuotere la testa. Gli Arberg non si vantavano in pubblico dei loro successi, così come non parlavano dei loro problemi, non si lamentavano mai. Il silenzio era l'arma migliore per affrontare il dolore.


Il ristorante che le sue sorelle avevano scelto per la cena era piccolo e curato. Era contenta di passare del tempo con la sua famiglia, ma, al tempo stesso, non vedeva l'ora che quella giornata terminasse. Si era sentita strana tutto il giorno, per colpa del sogno.

All'estremità del tavolo, sua madre e Matt giocavano con la nipotina. Quando erano con Mia, sembravano di nuovo sereni, non pensavano a Phoebe o a Leon o a tutte le cose brutte che erano successe alla loro famiglia, anche se solo per qualche istante.

«Sono contenta che la mamma sia rimasta sposata con Matt dopo tutti questi anni.» disse Iris alle sue sorelle.

Dopo tutto quello che è successo, aggiunse mentalmente.

La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora