1. About us

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«I hate that I love you
Don't want to
But I can't put
Nobody else above you.»

— I hate you I love you, Gnash ft. Olivia O'brien.

Io lo so, lo so che tu non fai per me, che quando camminavamo insieme per le vie del centro, la gente passava e ci guardava, di sicuro domandandosi: "Che ci fa una come lei con uno come lui?"

Insomma, era palese la nostra diversità. A te non importava di niente, avevi la tua macchina e stavi in giro tutto il giorno con i tuoi amici. Io tutta la settimana chiusa in casa a studiare e solo il sabato potevo uscire e distrarmi. Tu che non riuscivi a dire una frase senza mettere in mezzo una bestemmia, mentre io ti sgridavo perché mi dava fastidio. Tu che per quel poco tempo che riuscivamo a vederci mi facevi sentire speciale, mi facevi sentire unica.

All'inizio non mi importava, non mi importava nulla se stessi andando contro i miei genitori e i miei amici. Io volevo stare con te ed ero disposta ad inventarmi le peggiori scuse pur di ritagliare anche solo un'oretta per poterti stare accanto.
Io avevo solo bisogno di te, perché ciò che ho provato con te non l'ho mai provato con nessun altro.

E non sono sicura lo proverò mai.

12 Aprile 2014

Me lo ricordo ancora quel giorno, quel sabato sera che ero talmente raffreddata da riuscire a malapena a respirare.
L'unica cosa che volevo era affondare dentro alle calde coperte del mio letto e passare il resto della serata a soffiarmi il naso e a guardare film strappalacrime.
Ma era il compleanno del mio migliore amico, non potevo assolutamente mancare, glielo avevo promesso.
Così, di malavoglia mi preparai e mi presentai a quella pseudo festa che aveva organizzato a casa sua.

Eravamo una ventina di persone, ma era meglio così, odiavo la confusione e il frastuono, soprattutto se provocato da gente senza ritegno e senza un minimo di controllo.

«Heisel!» Una voce fin troppo conosciuta mi ridestò dai miei pensieri, mentre leggermente spaesata vagavo per i corridoi della casa.

Mi voltai sorridendo e tuffandomi tra le braccia del ragazzo davanti a me.

«Buon compleanno stupido!» Gli dissi, lasciando poi un bacio sulla sua guancia.
«Non riesco a credere che sei maggiorenne.» Feci finta di asciugarmi una lacrima da sotto l'occhio mentre lui ghignava soddisfatto.

«La strada per arrivare ai diciotto è lunga e tortuosa, ma un giorno li raggiungerai anche tu.»

«Peccato che manchino ancora due anni, Scott.» Sbuffai leggermente, mentre mi levai la giaccia, buttandola sul divano dietro di noi.
In quel momento Scott mi prese la mano e mi fece fare una giravolta su me stessa, emettendo un fischio che mi fece scoppiare a ridere.

«Wow, ma come siamo belle oggi.» Adorava adularmi, ha sempre fatto così, lui non aveva mai avuto un secondo fine con me, eravamo come fratelli, non ci sarebbe mai stato nulla di più dell'amicizia fra di noi.

«Ma quanto sei cretino. Non ti sei neppure accorto della mia voce da trans.» Indicai il mio naso rosso con l'indice e lui iniziò a ridacchiare.

«Beh, ora che mi ci fai pensare tutti i torti non li hai...» Si portò una mano sotto al mento, facendo finta di riflettere.
Gli diedi una piccola spinta in risposta.

«Ora ti lascio, gli altri dovrebbero essere in giro da qualche parte, divertiti piccola Sel.» Mi schioccò un bacio sulla guancia mentre sparì poco dopo con un paio di ragazzi che non conosco.

Dopo una decina di minuti ritrovai i miei amici di sempre, fuori nel giardino di casa, a chiacchierare e alcuni di loro, purtroppo, a fumare.

Dopo averli salutati tutti mi sedetti unendomi loro.

Solo dopo qualche minuto mi accorsi che intorno al tavolo c'era anche un altro ragazzo e non avevo la minima idea di chi fosse. Anche se era buio riuscii a scorgere gli occhi chiari e i lunghi capelli ricci, forse anche troppo, ad incorniciargli il volto fino a poco sopra le spalle. Distolsi lo sguardo subito dopo, non volendo farmi beccare in flagrante nel fissare uno sconosciuto. Feci semplicemente finta di niente, intervenendo ogni tanto, quando serviva.

Il telefono di qualcuno squillò e mi resi conto provenisse proprio dal ragazzo sconosciuto che a malapena aveva aperto bocca — da quando c'ero io per lo meno.
Si alzò velocemente mimando delle scuse e rispondendo alla chiamata.

Quando fu sufficientemente lontano, non riuscii più a trattenere la mia curiosità.

«Chi è lui?»

«Oh, è Harry. Un amico d'infanzia di Scott.» Rispose Abigail.

«E che amico.» Sussurrò più a se stessa che a noi Lacey.

«Scott ce lo ha presentato a inizio serata, dato che non conosceva nessuno. Abbiamo provato a fare amicizia, ma non sembra un tipo molto loquace.» Ammise Nate.

Annuii, lasciando poi cadere il discorso.

***

«Nessuno di voi può darmi un passaggio?» Implorai, provando a fare gli occhioni dolci e sbattendo più volte le palpebre.

«Heisel, siamo già in cinque, come faccio a portare anche te? Sai quanto le dimensioni della macchina di mio nonno siano minime.» Disse Logan, seriamente dispiaciuto.

«Hai ragione, non preoccuparti.» Sorrisi debolmente, dopo averli salutati, rientrai dentro, la casa era quasi vuota e visto la confusione che vi regnava, decisi di mettere un po' a posto.

Dopo una decina di minuti, mi recai in cucina per buttare nel secchio della spazzatura che avevo raccolto.

«Posso accompagnarti io.» Una voce roca riempì il silenzio che c'era fino a quel momento, facendomi voltare e nell'istante in cui riconobbi la figura davanti a me, le mie labbra si separarono, forse di sorpresa.
Il suo corpo si imponeva nella sua altezza, le braccia incrociate, sguardo quasi impassibile e indifferente mentre mi scrutava dall'alto in basso, aspettando forse, una mia reazione.

«No grazie, credo che resterò qui a dormire.» Scrollai le spalle indifferentemente.

«Anche io resterò a dormire qui.» Affermò, appoggiando la spalla sullo stipite della porta, rimanendo lì, sulla soglia, senza avere l'intenzione di fare un passo avanti.

Aggrottai le sopracciglia, fermando i miei movimenti e fissandolo, forse più del dovuto.

«E per quale motivo?» Chiesi anche troppo sfacciatamente. Ovviamente non mi riguardava, ma in quel momento non mi pentivo della domanda e a lui sembrava non averlo turbato.

«Sai, Holmes Chapel è abbastanza lontana da qui. Scott mi ha invitato a restare qui per la notte. Di stanze ce ne sono a sufficienza.»

Annuii.

«Sei di Holmes Chapel? Fino ai primi dieci anni della sua vita Scott ha vissuto lì.»

«Perspicace la ragazza.» Sbuffai leggermente a quella risposta, ma sorridendo di sottecchi.

~~~

Come potevo sapere, o anche solo immaginare, quello che sarebbe accaduto da lì a pochi mesi?

Mai avrei pensato che dopo quella corta ed inutile chiacchierata, la mia vita sarebbe inevitabilmente cambiata e segnata, per sempre.

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Eccomi qui!
Vorrei precisare che questa sarà una storia breve e quindi i capitoli sono scritti apposta per essere corti, spero che vi possano piacere lo stesso e soprattutto spero di non annoiarvi.

Nei media ho messo la canzone "I hate u, I love u", grazie ad essa ho avuto molta ispirazione nello scrivere, è la canzone che rappresenta tutta la storia diciamo ahaha poi capirete il perché.

A questa storia tengo particolarmente, forse è quella a cui tengo di più, ero così indecisa sul pubblicarla ma alla fine ci ho voluto provare.

Vi ringrazio tanto per leggere e spero mi lasciate un vostro parere, per me conta moltissimo!

Un bacio, Rebecca🌸💕

Inchiostro sulla pelleWhere stories live. Discover now