6. La resa dei conti

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Tre anni dopo

Harry era inginocchiato in riva al fiume e stava lavando i vestiti sporchi suoi e del suo bambino.

Smise un istante il suo lavoro, si asciugò il sudore della fronte e volse lo sguardo accanto a sè.

Cupido era seduto sul prato e stava intrecciando con le sue piccole mani una coroncina di fiori.

Sentendosi osservato, alzò i suoi occhioni verdi e sorrise al padre muovendo felice le soffici ali bianche che aveva sulla schiena.

Il bimbo finì di sistemare le ultime margherite e poi si mise la coroncina in testa, sopra i ricci.

"'Faccio una anche per Armonia, papà?" chiese con la sua vocetta squillante.

" No, amore, oggi non viene a trovarci, deve andare dalla sua nonna"

" Io no nonna?" chiese indicando se stesso.

" No, piccolo, mi dispiace...ci sono solo io per te..."

" Non fa niente...io felice uguale..." disse alzandosi ed avvicinandosi ad Harry.

Il riccio si mise in piedi, recuperò i vestiti lavati e prese per mano il figlio avviandosi verso la propria casa.

Quando erano quasi arrivati a destinazione, Harry si accorse dell'uomo che lo aspettava sulla soglia e, avendolo riconosciuto, fu attraversato da un brivido di paura.

Lasciò cadere le tuniche a terra, prese in braccio Cupido e si avvicinò alla capanna.

" Che cosa ci fai qui?" chiese cercando di mantenere un tono duro.

" È questo il modo di accogliere un vecchio amico...e il padre di tuo figlio?" chiese Ipnos con un sorriso ambiguo.

" Cupido vai in casa...tesoro...coraggio..." disse Harry mettendo a terra il bambino e spingendolo ad entrare.

" Sai, nonostante la gravidanza, sei ancora un bel bocconcino..." sogghignò il dio avvicinandoglisi.

" Vattene...per favore...lasciami stare...".

" Oh, stai tranquillo...non sono certo qui per te...voglio il bambino..."

" Cosa?" chiese Harry impallidendo.

" Quanto sei ingenuo, povero tesoro...ho voluto concepire con te un figlio per farla pagare a Louis...per fargli pagare il fatto che lui è bello ed importante, mentre io sono stato relegato da Giove a fare il servitore di Ade..."

" Ma io cosa c'entro?"

" C'entri, c'entri eccome...hai partorito un figlio non suo e hai distrutto la sua perfetta famiglia modello....questo io volevo...distruggere la sua felicità.
Ora dammi il bambino...ho bisogno di qualcuno che mi faccia da schiavo negli Inferi..."

Harry fu sul punto di chiamare in aiuto Louis, ma sapeva che il dio non sarebbe mai arrivato, allora rivolse la sua preghiera a Giunone e si augurò che la dea sarebbe accorsa in suo aiuto.

Nel giro di pochi secondi una nebbia calò nel punto in cui si trovavano e, quando svanì, Harry vide il dio del sonno e la dea Giunone che si fronteggiavano a muso duro.

" Tornatene nell'Ade, Ipnos e non farti più vedere qui!" urlò la madre di tutti gli dei.

" Io ho dei diritti! Lui ha messo al mondo mio figlio e io lo rivendico. Voglio portarlo con me e crescerlo secondo le regole del mondo degli Inferi!" ribadì il dio.

" No...il mio bambino no...per favore..." singhiozzò Harry avvicinandosi ai due.

Cupido ( Saga di Cupido libro 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora