"morte"

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"Sei pronto?" Mi chiese Marcel, stringendomi a se, singhiozzando come non mai, ma io non ero di meno.

"Prima di andare voglio fare una cosa" dissi, con la voce scossa dai singhiozzi.
"E sarebbe" chiese sorridendo tristemente, sapendo già la risposta.

"Chiederti di venire con me" dissi, e lui ridacchiò senza allegria.

"Sai che non posso, piccolo" rispose dispiaciuto.

"Perché no?"

"Perché non è così male come sembra qui su. Devo ancora fare un sacco di cose, una di queste è vegliarti da qui su quando tornerai sulla terra" risponde, con ancora alcune lacrime a rigargli il volto, che io prontamente asciugai.

"Racconterò la nostra storia, la racconterò perché così nessuno potrà dimenticarti, perché tu eri e sei ancora l'anima più pura mai conosciuta in vita mia, ti ho amato, sai che l'ho fatto, non essere triste e non pensare che non lo faccia ancora, perché non è vero, sei ancora nel mio cuore, occupi una parte molto grande del mio cuore, e quella parte rimarrà custodita, al sicuro, così che nessuno potrà mai toccarla" e con questo l'abbraccio stretto a me, singhiozzando come non mai, sapendo che lo avrei rivisto, ma faceva male lo stesso.

"Addio" dico, mai lui mi mette una mano sulla bocca, come se avessi detto la cosa più brutta.

"Non dire addio, questo è un ciao, okay?"

"Allora ci rivedremo"

"Ci rivediamo"

E con questo, chiudo gli occhi, appoggiandomi a lui, al suo piccolo corpo così uguale al mio, per poi non sentirlo più, come se stessi cadendo nel vuoto.

***

"Dottor Cooper, allora è il momento?" Chiese una delle infermiere..

"Sì, potete staccare la spina" disse il dottore, anche se si vedeva lontano un miglio quanto fosse dispiaciuto, tanto da avere anche lui le lacrime agli occhi.

L'infermiera posò la sua piccola mano su quella spina, quella spina che avrebbe segnato la vita e la morte di un povero ragazzo di soli sedici anni, con tutta la sua vita davanti, che aveva dei sogni, delle speranze, una vita che avrebbe tanto voluto migliorare col tempo.

Quel ragazzino con gli occhi più belli di questo pianeta, che alla luce del giorno sembravano brillare di un verde acceso, con i suoi ricci indomabili che cercava ogni volta di controllare, con scarsi risultati.

Quel ragazzino di nome Harry Styles, innamorato di un ragazzo, Louis Tomlinson, che, sfortunatamente, era nel bagno di casa sua, immerso nella vasca piena di acqua bollente, una semplice lametta in mano, che ormai pensava che la sua vita non avrebbe più avuto un senso, perché senza una piccola testolina riccioluta nella sua vita non avrebbe fatto altro che sparire nel suo dolore, che in questo momento lo stava uccidendo, non solo fisicamente, ma anche moralmente.

Perché Louis sta morendo in ogni senso possibile.

"Oddio!" Esclamò una delle dottoresse che era in quella sala, che stava assistendo alla morte di quel ragazzino.

Mute || Larry Stylinson (A/U)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora