Il mantello del vittorioso

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John era sdraiato sul suo letto, proprio al centro della sua camera. Quello spazio che lo circondava era sempre lo stesso, ma era cambiato in funzione di John: e lui era cambiato, totalmente, come se essere assalito da André, fisicamente e mentalmente lo avesse cambiato, avesse spezzato qualcosa al suo interno, distruggendolo pezzo a pezzo finché non rimanesse nulla da distruggere, ma solamente un uomo a pezzi che possa distruggere qualsiasi cosa. Eppure lui aveva l'aspetto e la voglia di un vincitore che deve reclamare il suo premio, aspettando il momento della gloria, assaporandosi ogni secondo di attesa con la convinzione di una vittoria persino sullo scorrere del tempo.

John si alzò dal letto con calma e si pose davanti allo specchio; ormai la sua figura era completamente cambiata da quando era entrato lì per la prima volta: la sua pelle era lucida e perfetta, liscia come quella di una statua; i muscoli erano diventati agili e scattanti e si intravedevano le loro forme al di sotto della pelle; il suo corpo era diventato armonico e proporzionato nelle forme, le occhiaie che da tempo sostavano sotto i sui occhi erano completamente svanite, lasciando spazio solo al colore leggermente bronzeo della sua pelle. Rivolse il suo sguardo alle gambe e contrasse un muscolo alla volta, provocando un'armonia di movimenti che avrebbe impressionato qualsiasi culturista. Contrasse i muscoli addominali e subito dopo inarcò la schiena, lasciando scivolare i suoi capelli diventati lunghi sulle spalle e poi sulla schiena, sentendo ad occhi chiusi il sole sbucato dalla finestra sul volto e sul petto. Il mantello nero di piume era ancora appeso di fianco al magnifico specchio davanti al quale stava l'uomo; il suo manto lucido risplendeva quasi di luce propria e al tatto era leggero e morbidissimo. John se lo calò sulle spalle e si guardò ancora allo specchio per un'ultima volta prima di uscire: ora non avrebbe avuto più insicurezze perché quel mantello era simbolo della sua vittoria sullo squallore della vita e lui avrebbe fatto di tutto per mantenere quella sua rivincita, a ogni costo.

***

La poltrona di velluto sulla quale era seduto stava iniziando a diventare scomoda, ma John non si lamentava affatto, anzi non muoveva un muscolo per non perdersi lo spettacolo che aveva davanti; il velluto gli accarezzava la pelle delicatamente mentre l'uomo massaggiava tranquillamente il suo membro in erezione. Poca luce entrava dalla finestra che stava direttamente alla destra di John, proprio dietro all'enorme letto dove la scena si stava svolgendo, a quella luce fioca era comunque abbastanza per mostrare la carne nuda di uno dei più piacevoli peccati che giacevano nell'ombra di quell'hotel. John non sapeva esattamente come quell'atto si chiamasse, ma lo trovava così esaltante e turbante allo stesso tempo che non si concedeva neanche il tempo di sbattere gli occhi: la morbida e pallida carne di una giovane donna, probabilmente ancora studentessa in qualche squallida università di secondo ordine, era quasi completamente coperta dalla pelle tenace e dura di tre uomini muscolosi e decisamente troppo grossi per quella esile figura. All'inizio lo stesso John aveva creduto che non ce l'avrebbe fatta, che avrebbe ceduto, ma si sbagliava di grosso. L'avevano imbrigliata con un corpettino nero, in modo che quest'ultimo rivelasse con attenzione ogni curva della ragazza con un'ossessione eccessiva; questo corpetto la teneva sotto controllo, stimolando ogni punto erogeno di quella ragazza ad ogni suo piccolo movimento. I tre l'avevano successivamente posseduta nelle più diverse posizioni, ma in quel preciso istante John era interessato a come la ragazza stava succhiando il pene di uno dei tre, che le reggeva la testa prendendola per la coda che lei aveva stretto con cura, probabilmente per non sporcare i suoi lucidissimi capelli biondi. Il rumore che faceva con la bocca era decisamente eccitante e lei non si lamentava, non emetteva alcun suono tranne quello, come se lo desiderasse da tempo immemore. La scena era completamente tesa a quel momento, almeno fino a quando il ragazzo non le spinse il suo membro in gola quasi fino a soffocarla. John rimase infastidito da quella rovinosa distorsione dalla bellezza e stava quasi per alzarsi e andare a picchiare quell'idiota quando nella stanza entrò un fascio di luce, accompagnato da un uomo con in mano una bottiglia di alcool e una sigaretta in bocca. André era più bello che mai, avvolto dalla luce di pieno giorno e con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere il cuore di chiunque; si avvicinò a John e gli diede un bacio sulla guancia rimanendo completamente concentrato sulla scena. Andrè si inginocchiò di fianco alla poltrona sulla quale stava seduto John e iniziò dolcemente a mordicchiargli e a baciargli l'orecchio, spostandosi poi sul petto per soffermarsi sui capezzoli che divennero all'istante turgidi e sodi; il giovane dai capelli era ben contento dello stato di quello che ormai riteneva il suo compagno. Ogni tanto il giovane lanciava occhiate vogliose alla massiccia erezione che John si stava accarezzando con non curanza. La sigaretta che Andrè teneva in mano quando era arrivato in quella stanza era ora in mano al suo biodo compagno che la teneva stretta tra le dita e la stava fumando guardandola con apprensione, come se stesse pensando a qualcosa di estremamente profondo; la bottiglia era invece abbandonata a terra senza molte cerimonie e il suo succo inebriante si stava rovesciando a terra, lasciando una macchia sul pavimento che si stava lentamente allargando nella più completa indifferenza dei presenti.

"Ho voglia di te... andiamo via" disse Andrè, la sua voce rotta dall'eccitazione che aveva raggiunto il suo massimo e non vedeva l'ora di esplodere nella bocca di John.

"Aspetta un attimo" disse ancora John, con la fronte corrucciata e la bocca arricciata in una posizione pensosa che gli attribuiva tutti gli anni che lui aveva vissuto; aveva rotto involontariamente quel velo di illusione che lo aveva avvolto nei tempi precedenti.

La ragazza era ancora ferma in quella posizione, con quel coglione che stava rovinando quella bellissima bocca. L'uomo con il mantello frusciante che gli copriva le spalle si avvicinò al gruppo, senza che nessuno se ne accorse, troppo presi da quello che stavano facendo e sferrò un pugno fortissimo a quell'uomo che aveva avuto tempo di odiare profondamente. Il tempo rallentò. Tutti si fermarono, improvvisamente attenti a quello che era successo: l'uomo si scostò dalla donna e si accasciò malamente contro il muro più vicino, tenendosi una mano sulla guancia e guardando i presenti come un cane bastonato. John si avvicinò di nuovo alla ragazza, arrivando a guardarla dritta negli occhi.

"Posso?" le disse con dolcezza e accarezzandole il viso. La ragazza annuì quasi affascinata dall'uomo che aveva di fronte. John allora prese in mano il suo sesso e lo pose sulle labbra della giovane, le quali si schiusero accogliendo il pene duro, e quest'ultima iniziò a succhiare con desiderio, facendo riprendere quel suono estatico che tanto aveva affascinato John quando ancora era seduto sulla poltrona. Sembrava che in quella stanza non ci fosse nessun'altro che quei due, il momento erotico era teso solo a loro due: il bacino di John si muoveva con lentezza al ritmo delle labbra e della lingua della ragazza, che ogni tanto si vedeva chiaramente leccare tutta l'asta; il pene di John non penetrava completamente nel cavo orale della sua partner e quella minuscola parte che ne emergeva veniva accarezzata e massaggiata da lui stesso, che ogni tanto lanciava in aria un leggero gemito, come a rimarcare la sua posizione dominante in tutta quella scena, che sembrava tirata fuori da un porno.

Quando l'uomo con il mantello sentiva che tutto il suo seme sarebbe schizzato fuori a momenti, fece per allontanarsi dalla ragazza, che accortasi di quello che voleva fare, gli succhiò con forza il glande, strappando a John un ultimo gemito prima che lui uscisse da lei. Il bellissimo uomo biondo si girò verso il muro, dove giaceva ancora il suo rivale, con il pene duro stretto in una mano, e si masturbò fino a che il suo seme schizzò sul viso e sul corpo dell'uomo. Successivamente gli sorrise malevolmente e si rigirò verso le ragazza che ora era sdraiata sul letto a riprendere fiato, le posò una delle piume del suo mantello sulle labbra e uscì dalla stanza con Andrè sconvolto che lo seguiva.

"Dovevi venire con me quando te lo avevo chiesto" disse il ragazzo dai capelli rossi, con la testa bassa e la voce roca e triste di un uomo deluso.

"Sei per caso geloso?" gli chiese John divertito.

"Potrei anche esserlo"

"Vieni con me" disse John, afferrando Andrè per un braccio e avvicinando i loro corpi per sentire a contatto con la pelle la sua erezione che non era ancora stata soddisfatta.

I due entrarono in una stanza vuota, senza sapere bene di chi fosse, ma in realtà a nessuno dei due importava molto, dato che erano entrambi presi dalle bocche l'uno dell'altro e delle lingue che si intrecciavano senza sosta. John spinse Andrè contro un muro, strappandogli via dalle labbra un gemito di soddisfazione e piacere, e con lentezza e lanciandogli ogni tanto occhiate eccitate lo baciò lungo il collo, scendendo lungo il petto e gli addominali fino ad arrivare al suo pene eretto. Il ragazzo dai cappelli ricci e rossi gli prese la testa con una mano, spingendogli la faccia a prendergli tutta l'asta in bocca.

"Senza fretta.. " disse John, leccandogli con calma il glande e appoggiandogli i denti sulla pelle per intimargli di stare calmo. Andrè stava impazzendo: si stava mordendo il labbro tanto forte che avrebbe potuto sanguinare, la sua mano destra accarezzava i capelli di John e un dito attorcigliava una sua ciocca mentre con l'altra mano graffiava voglioso il muro su quale stava appoggiato.

"Fallo adesso... Non resisto... ah" disse Andrè poco prima che la sua erezione scomparisse dentro la bocca di John, che afferrò i fianchi del suo compagno, impedendogli ogni movimento e prendendo completamente il controllo della situazione, accarezzando ogni tanto i glutei ad Andrè che gemeva forte in quella stanza vuota. I due sembravano un corpo unico che pulsava di vita propria. Ad un certo punto Andrè afferrò i capelli di John e gli mosse la testa avanti e indietro, velocemente fino a che con un urlo soffocato non venne in bocca all'uomo con il mantello, che ingoiò tutto rumorosamente e poi lo baciò in bocca con passione.

"Io e te non abbiamo ancora finito" disse infine con uno sguardo malizioso.

Sin HotelWhere stories live. Discover now