Parabatai

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Nota: salve a tutti! vi do un piccolo avvertimento per tutti coloro che leggeranno questo capitolo, questo è un definiamolo -capitolo di passaggio- e quindi non c'è Malec, almeno non direttamente, ma per chi segue la mia storia solo per loro, stia tranquillo, nei prossimi capitoli ci sarà così tanta Malec che forse vi verrà voglia di smettere di leggerla (spero di no!) con questo, buona lettura ^-^

Alec raggiunse in poco tempo l'istituto, parcheggiò la moto per poi salire dentro e andò direttamente alla camera di Jace, fece un respiro profondo e bussò piano. La porta si dischiuse lentamente da sola, ma da dentro non giunse alcuna risposta. Inarcò un sopracciglio e l'aprì completamente, quando ebbe la visuale dell'interno, gli si gelò il sangue nelle vene: Jace era sdraiato a terra, privo di sensi.
-Jace! -urlò e corse da lui buttandosi a terra e lo prese tra le braccia, era congelato, aveva la maglia su un fianco squarciata da un taglio, da cui si intravedeva una ferita rimarginata, probabilmente da una runa, lo prese in braccio cercando di scaldarlo col proprio corpo, poi lo portò sul letto, adagiandovelo delicatamente
-Che vuoi? - chiese il Parabatai aprendo appena gli occhi, con una smorfia di dolore.
-Raziel...-Alec tirò un profondo respiro di sollievo e lo coprì con la coperta. -Mi hai fatto preoccupare... cos'hai combinato?! -
-Che ti frega? Dicevi che me la devo cavare da solo, o sbaglio? - disse flebile voltandosi di fianco dandogli le spalle, soffriva ancora per le parole di Alec che continuavano a rimbombargli in testa, ma non glie lo avrebbe mai mostrato.
-Raziel, Jace... sei uno stupido. Siamo Parabatai, no? È ovvio che non sia così. - scosse il capo, poi riprese - Io ho bisogno di te, quanto tu di me... io... scusa, ero arrabbiato, non avrei mai detto quello che ho detto se non fosse stato per rabbia, io non penso quelle parole veramente. Ma tu... tu mi hai accusato ingiustamente. -
-Scusa fratello. - sibilò in risposta tenendosi una mano sul collo con una smorfia di dolore.
Alec notò subito il gesto e gli spostò la mano, scoprendo un taglio che dapprima non aveva notato.
-Cosa diavolo hai fatto? - chiese con voce leggermente tremante di preoccupazione e prese lo stilo, facendogli immediatamente una runa.
Jace sospirò di sollievo sentendo la runa fare effetto, ma non lo guardò ancora.
-Un fantasma, credo di aver parlato, lottato e discusso con un fantasma- spiegò a quel punto, continuando a non guardarlo, sapeva che non gli avrebbe mai creduto se avesse detto tutto.
-Cosa intendi? - chiese Alec guardandolo preoccupato, sapeva che non stava scherzando, lo capiva dalla sua espressione.
-Un uomo... che sapeva... del mio falco. - disse freddamente, ripensando ad appena poco prima, Alec era l'unico a cui aveva raccontato del suo falco.
A quelle parole il Parabatai sgranò gli occhi -Ma...ma non era morto? - mormorò guardandolo.
-Non lo so nemmeno io- sibilò piano in risposta, confuso per la prima volta nella sua vita.
-Posso abbracciarti? - mormorò Alec, sicuro di essere respinto, ma voleva fargli sentire che c'era, voleva chiedergli scusa con un abbraccio, voleva rassicurarlo, dopo quello che aveva passato.
-Ma sei impazzito? - sussurrò, ma tuttavia il suo tono era tutt'altro che repulsivo.
-Vieni qui. - disse Alec e lo attirò a sé, stringendolo in un abbraccio fraterno.
Jace era visibilmente scosso, sapeva che questa volta non poteva cavarsela da solo, e fingendosi riluttante, lo strinse comunque tirando un sospiro.
-Andrà tutto bene ora...-mormorò il moro stringendolo.
-Grazie Alec-sussurrò Jace in risposta appoggiando il viso sulla sua spalla.
-E scusami ancora...-aggiunse Alec poi continuando a stringerlo contro di sé, era strano, ma non sentiva quella sensazione che provava ogni volta che lo stringeva, ora sentiva solo affetto, ma affetto fraterno.
-Non ti scusare. - sibilò allora il Parabatai.

-Cosa ti ha detto? - mormorò ignorando il suo commento senza lasciarlo andare

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-Cosa ti ha detto? - mormorò ignorando il suo commento senza lasciarlo andare.
-Di stare con lui- rispose Jace contro la sua spalla.
-Perché? Cosa vuole da te? -chiese Alec controllando il tono che altrimenti sarebbe stato allarmato.
-Non lo so, ma lo voglio sapere...-mormorò piano in risposta.
-Vuoi tornare da lui? - ovvio che lo voleva, ma non voleva darlo per scontato.
-Ho altre possibilità? - disse il biondo con un sospiro.
-Verrò con te, non sarai solo stavolta. -
-Sicuro? Può essere pericoloso- avvertì mormorando Jace.
-Proprio perché è pericoloso, verrò con te... - rispose Alec con fermezza.
-Forse sarà stata solo un'illusione - mormorò il Parabatai aggrappandosi a questa speranza.
-Potrebbe...- sussurrò il moro con tono rassicurante stringendolo di più -Se non ci vuoi andare veramente, non ci andiamo-
-D'accordo... com'è andata? - chiese allora il biondo con tono vago.
-Oh... ehm...-Alec arrossì, ma fu lieto di non essere visto al suo Parabatai perché si stavano ancora stringendo -bene... credo, nulla di speciale. -
-Sono contento per te- annuì Jace sorridendo.
-Io... sono gay Jace... - disse sempre stringendolo tra le braccia in modo che lui non vedesse il suo viso.
A quelle parole, il Parabatai accennò un sorriso e gli passò affettuosamente una mano sulla schiena.
-È tutto okay- gli sussurrò delicato.
Alec arrossì completamente e sentì le lacrime pungergli gli occhi -D-davvero? - mormorò con voce incerta.
-Certo, siamo fratelli, figuriamoci se ci divide questo- sussurrò in risposta arruffandogli i capelli da dietro.
A quelle parole alcune lacrime scesero sulle sue guance, lacrime di sollievo. -Io... Ho avuto paura Jace... tanta... paura che una volta scoperto... tu non mi avresti più voluto come Parabatai-
-Pensi che non me ne fossi già accorto? - chiese raccogliendogli una lacrima sotto la mandibola con le dita.
-Ma... io ero convinto di essere riuscito a nasconderlo bene... se avessi saputo che non era così... io...-abbassò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore.
-Hey, tra di noi è tutto apposto- gli alzò il viso sorridendo.
-Non hai idea di quanto questo mi renda felice...- mormorò lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo -oh, non ne hai proprio idea...- ripeté scuotendo il capo e sorridendo.
-Pensavi davvero che una cosa del genere cambi qualcosa tra di noi? Siamo insieme da quando eravamo piccoli, siamo una squadra, una famiglia-
-Beh...- cominciò Alec arrossendo -tu... sei sempre stato un donnaiolo con le ragazze... io sono sempre stato la tua ombra e... avevo paura che non potessi accettare di avere un Parabatai gay... ne ho pensate tante...-
-Sei il miglior Nephilim, amico e fratello che si possa desiderare. - sussurrò Jace in risposta, stendendosi di nuovo pian piano per un giramento.
Arrossì ancora alle sue parole, ma poi lo guardò preoccupato -Tu non stai bene... hai altre ferite che non ho visto? -
-Uno più piccolo sul fianco- rispose allora Jace con una smorfia.
-Fammelo vedere...- mormorò Alec con apprensione, aveva già preso lo stilo in mano.
-Non è nulla di grave- sussurrò il biondo alzandosi la maglietta piano piano, mostrando il taglio.
Alec gli tracciò una runa e la ferita si rimarginò, emise un sospiro di sollievo e lo guardò.
-Grazie- disse Jace con un sorriso.
Il moro scosse il capo -sei il mio Parabatai. - sorrise come se quello potesse spiegare sempre tutto -ora va meglio? -
-Molto...- rispose il biondo visibilmente rilassato.
Alec annuì con l'ennesimo sospiro di sollievo -Bene... credo sia tardi... forse è meglio che vada a dormire-
-A domani Alec- sorrise in risposta accarezzandogli il viso, fiero di lui.
Il ragazzo sorrise sotto il suo tocco, era stata una giornata veramente strana, assolutamente strana, ma si sentiva più libero, leggero, ora che il suo Parabatai sapeva che era gay, non doveva più nascondersi ... il suo pensiero andò automaticamente a Magnus e si ritrovò ad arrossire, beh... infondo non si erano nemmeno detti nulla di che ma... lo Stregone contava sull'essere contattato da lui... e questo gli regalò un brivido lungo la schiena. Se ne tornò in camera sua, con la mente attraversata da tutti questi pensieri, si infilò velocemente il pigiama e si mise sotto le coperte, sarebbe riuscito a dormire? Forse no, ma una cosa era certa, i suoi sogni sarebbero stati invasi da un paio di felini occhi verdeoro.

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