L'Uomo Glitterato

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Il suo Parabatai era scomparso dalla notte prima, come succedeva spesso. Ormai non se ne preoccupava più nemmeno tanto, solo che lo infastidiva sapere che nonostante fossero parabatai, Jace usciva a caccia senza di lui, era come se gli dicesse indirettamente che non si fidava di lui.
Uscì dalla doccia con ancora quei pensieri a tormentare la sua mente, si mise un maglione che una volta sarebbe stato blu, dei jeans che involontariamente andavano perfetti con la moda del momento, dati i numerosi strappi sul ginocchio e i suoi inseparabili anfibi neri.

Una voce richiamò la sua attenzione mentre scendeva le scale.
-Ma buongiorno, pigrone- era Jace che lo guardava con un sorriso in fondo alle scale, non sembrava ferito, anzi, ma questo... gli diede egoisticamente solo fastidio, soprattutto perché erano le nove di sera.
-Dove sei stato?- gli chiese allora Alec scendendo le scale per raggiungerlo.
-Central Park, stavo passeggiando e sono arrivati una decina di demoni.- Rispose il biondo con naturalezza, continuando a guardarlo con quel disarmante sorriso che aveva conquistato il cuore di Alec.
-E vedo che te la sei cavata bene.- Sottolineò allora il moro raggiungendolo in fondo alle scale, ma tenendo una giusta distanza, la sua cotta per il parabatai non era ancora passata e aveva paura delle proprie reazioni.
-Già, ma la prossima volta ti vorrei al mio fianco.- Rispose Jace che in un secondo gli aveva poggiato una mano sulla spalla e avvicinato le labbra sul orecchio.
Alec si ritrovò a sgranare gli occhi per la sorpresa e un brivido gli attraversò la schiena a quella vicinanza, ma cercò di riprendersi scuotendo il capo.
-Sei tu che sparisci senza dire nulla.-
-Non ti ho trovato ieri, ti ho cercato per ore senza trovarti e non era previsto l'attacco, volevo solo passare un po' di tempo con mio fratello, ma alla fine sono andato lo stesso- rispose Jace scostandosi e giocando nervosamente con l'anello al dito.
A quelle parole Alec si ritrovò ad abbassare lo sguardo col viso in fiamme, non sapeva che Jace lo aveva cercato...
-Beh... possiamo fare qualcosa se ti va- propose Alec per farsi in qualche modo perdonare, alla fine, era stata colpa sua, come sempre.
-Certo- rispose il parabatai con un sorriso e lo afferrò per un braccio, trascinandolo di nuovo di sopra fino alla camera, ma poi lo lasciò andare e si chiuse in bagno.
-Mi cambio ed esco, che vuoi fare?- Chiese il Nephilim da dentro il bagno.
-Oh...non so, potremmo... andare a mangiare da qualche parte.- Provó a proporre Alec aspettandolo fuori della porta.
-D'accordo, usiamo la mia moto?- Chiese Jace uscendo dal bagno a torso nudo e andando ad aprire l'armadio per cercare una maglietta.
Alec distolse lo sguardo a quella vista "oh andiamo Alec lo hai visto milioni di volte" si rimbeccó mentalmente.
-Mh, si certo.- Annuì sempre senza guardarlo.
Jace nel frattempo indossò una maglia dalla cui scollatura si intravedevano bene alcune parti delle rune sul suo petto.
-Ho sentito di un nuovo locale vicino al centro.- Disse Jace annunciando quindi la loro destinazione.
Alec sospirò e annuì.
-Allora andiamo...- disse, non si era cambiato, non gli importava di come si vestiva, sapeva che avrebbe passato la serata a guardare Jace rimorchiare qualche ragazza, chissà cosa ci vedeva nelle ragazze... erano sempre così frivole e non smettevano mai di parlare, tranne quando ovviamente, Jace doveva dire qualcosa per affascinarle.
Il parabatai rispose con un cenno del capo e scompigliandogli i capelli, lo superò dirigendosi all'entrata. Alec si ritrovò a sorridere al gesto e lo seguì fuori, raggiungendo la moto di Jace.
-Dove si trova questo posto?- Chiese lanciando un'occhiata indietro all'immenso istituto.
-A Brooklyn.- Rispose Jace lanciandogli un casco e infilandosi il proprio, nascondendo i propri capelli oro sotto di esso. Alec afferrò al volo il proprio casco borbottando qualcosa come -perché proprio Brooklyn- ma Jace, che era nel frattempo salito in sella, non lo sentì e Alec con un sospiro montò dietro di lui. Gli cinse la vita con le braccia forti, e si ritrovò ad arrossire sentendo l'addome muscoloso del Parabatai sotto di esse, ma per fortuna, il casco nascondeva il rossore delle sue guance.
-Reggiti- disse Jace sorridendo sotto il casco, gli mancavano i contatti con Alec, nell'ultimo periodo, si era fatto stranamente più distante a parere suo. Partì in impennata accelerando in mezzo al traffico, zigzagando tra camion e macchine. Alec si strinse 'involontariamente' di più a lui, anche se era proprio il contrario e arrossì ancora per questo, era suo fratello e non era sicuramente gay come lui.
Poco dopo arrivarono al locale e parcheggiarono, Jace lo precedette con passo disinvolto ed entrò nel locale seguito da Alec che teneva lo sguardo basso, ma si lanciava continue occhiate intorno, non era decisamente a suo agio in certi posti. Il biondo trovò un tavolo in un angolo e si sedette in tutta tranquillità.
-Cosa vuoi?- Chiese ad Alec alzando la voce per sovrastare la musica che rimbombava in tutto il locale.
Il ragazzo si sedette a sua volta accanto a lui e si guardò intorno nervosamente.
-Che cosa intendi?-
-Cosa ordini?- Riformuló Jace ridendo, poi aggiunse -sei sicuro di star bene?-
-Oh...scusa ehm... non so, ordina tu per me- borbottó imbarazzato in risposta.
-Alec? Mi stai facendo preoccupare- disse allora il Parabatai con tono serio guardandolo negli occhi. Alec arrossì di più e scosse il capo alzandosi.
-Vado un attimo in bagno... aspettami qui.-
Jace annuì guardandolo sparire inghiottito dalla folla che ballava scatenata al ritmo di musica.
Poco distante da loro, una figura glitterata, riluceva nella penombra del locale, aveva avvistato subito i due Nephilim entrare e non aveva staccato gli occhi di dosso da loro per tutto il tempo; quando il moro se n'era andato dal tavolo, lo aveva seguito con lo sguardo, mentre un sorriso divertito si era formato sulle sue labbra. Il ragazzo, sembrava essersi perso, era troppo buio, e c'era troppa gente, spaesato, si era appoggiato al muro poco distante dall'uomo glitterato, ma non se ne era minimamente accorto, troppo preso dal fare respiri profondi per calmarsi.
-Ti sei perso per caso?- Disse una voce profonda, accompagnata da una leggera risata alle spalle di Alec. Il ragazzo si voltò di scatto sussultando sorpreso verso l'uomo che stava poggiato su una spalla al muro con le braccia incrociate. Alec poteva vedere nel buio, la luminosità di quegli occhi verde-oro e rimase per un attimo incantato a guardarli, ma si riprese subito avvampando e scuotendo il capo, ringraziando l'oscurità di quel locale che nascondeva il suo rossore.
-I...io... cercavo il bagno- rispose balbettando.
L'uomo glitterato scacció via la frase con un gesto della mano.
-È strano vedere due Nephilim in un mio locale.- Disse l'uomo accennando un sorriso notando nonostante il buio, il rossore.
-È il tuo?- Esclamò Alec sgranando gli occhi, okay, la serata si stava mettendo male, probabilmente avrebbe detto qualcosa di sbagliato e si sarebbe ritrovato fuori dal locale in men che non si dica.
-Ehm... volevamo uscire e io ho semplicemente seguito il mio Parabatai.- Si affrettò ad aggiungere poi per rispondere all'affermazione dell'uomo, si sentiva dall'odore che era un nascosto.
-È carino il tuo Parabatai... solo...- si morse il labbro inferiore -niente di così succulento.- Terminò mormorando e avvicinandoglisi appena.
Alec senza rendersene conto, si ritrovò a deglutire e a fissare le sue labbra mentre se le mordeva, ma poi distolse lo sguardo portandolo sul suo Parabatai, che non lo poteva vedere a causa della folla.
-Oh, pensano tutti che sia 'succulento' -
-No, no... tu.- Il nascosto lo guardò negli occhi.
Alec restò paralizzato dalle sue parole e dal suo sguardo, si sarebbe potuto perdere in quegli occhi senza uscirne più. Le sue guance arrossarono ancora, odiava arrossire,soprattutto di fronte ad un uomo così... avvenente.
-I...io non sono nulla di speciale.- Rispose sincero.
Il nascosto accennò un sorriso.
-Il tuo Parabatai si starà chiedendo dove sei...- gli porse un bigliettino con il proprio numero, apparso dalle dita.
-Non perderlo occhi blu.- Disse avvicinandoglisi per sussurrargli all'orecchio -sei così adorabile quando arrossisci e...- si fermò solo per indicargli il bagno senza togliere lo sguardo dal suo -se vuoi ricomporti.- Concluse con un sorriso.
Alec arrossí ancora di più e sentì dei brividi attraversargli tutto il corpo, ma non riuscì a seguire l'indicazione, perché i suoi occhi, si rifiutavano di scollarsi da quelli di quel sexy Stregone di fronte a lui. Prese il biglietto stringendolo in mano e annuì, si sentiva il viso in fiamme.
L'uomo glitterato si passò la lingua tra le labbra prima di sorridere dolcemente, ma al tempo stesso malizioso e si voltò tornando con passo felino e sensuale, al proprio divanetto appartato.
Al solo vedere quell'uomo passarsi la lingua sulle labbra, il suo corpo fremette, non si era mai eccitato cosi tanto per un semplice sguardo o...gesto... o meglio, nessuno si era mai mostrato in un modo del genere con lui, quando il nascosto si voltò, non poté fare a meno di indugiare con lo sguardo sulla sua schiena fino a scendere sul suo sedere sodo, coperto da quei pantaloni di pelle nera strettissimi, e immaginarsi come sarebbe stato stringerlo... "per Raziel..." imprecò mentalmente arrossendo e decise di andare in bagno, ne aveva veramente bisogno. Una volta in bagno, si sciacquò il viso e fece dei respiri, cercando di calmarsi, sentiva il cuore battere a mille. Quando riuscì finalmente a calmarsi, tornò dal suo Parabatai. L'uomo glitterato tenne gli occhi fissi su di lui guardandolo tornare al tavolo e bevve tranquillamente il proprio drink.
-Ce ne hai messo di tempo, tutto bene Alec?- chiese Jace guardando il suo Parabatai con preoccupazione.
Il ragazzo dai capelli corvini, cercò di non arrossire e annuì.
-Si... mi ero perso...e c'era fila- borbottò in risposta prendendo un drink sul tavolo, che Jace doveva aver ordinato nell'attesa, e lo bevve in un sorso, senza riuscire ad evitare di lanciare un'occhiata in direzione del nascosto.
Jace lo guardò storto.
-Puzzi di Nascosto.- Dichiarò lanciando un'occhiata nella stessa direzione del suo sguardo fugace e notò una figura brillare nel buio.
-Beh...- cominciò Alec abbassando lo sguardo imbarazzato, poi si sforzò di guardarlo di nuovo -ho parlato con un nascosto... tutto qui.- Aggiunse allora.
-Intendi il Nascosto all'angolo?- Chiese allora Jace.
Alec arrossí lanciando uno sguardo in quella direzione e poi annuì.
-Si, quello...-
-Magnus Bane.- Disse Jace sbuffando.
Alec lo guardò sgranando gli occhi.
-Come sai il suo nome?- Chiese esterrefatto.
-È il sommo Stregone di Brooklyn. Che ti ha detto?- Rispose Jace con tono annoiato.
-Oh... nulla di che... mi ha detto che sei carino.- Farfugliò Alec imbarazzato.
-Questo? Davvero ti ha detto questo?- Chiese Jace girando appena lo sguardo, non gli credeva minimamente.
-Beh, si... e ha fatto un apprezzamento su di me e poi mi ha indicato il bagno... nulla di che.- Rispose distogliendo lo sguardo con la parola 'succulento' che gli rimbomba ancora in testa.
-Pff, i nascosti. Sta attento perfavore.- Si raccomandò allora Jace con un sorriso.
Alec stava per rispondere, ma appena Jace ebbe terminato la frase, l'uomo glitterato si avvicinò a loro e indicò il posto vuoto al loro tavolo, mentre teneva uno dei tanti drink in mano.
-Posso?- Chiese con un sorriso.
Alec si ritrovò ad avvampare a quella vista.
-S-si- balbettò in risposta annuendo.
-Certo.- Gli fece eco Jace guardandolo.
Magnus accennò un sorriso e si sedette con la grazia di un felino accavallando le gambe.
-Allora... tu sei?- Chiese lo Stregone guardando Jace e prendendo un sorso del proprio drink.
-Jace.- Rispose secco il ragazzo.
-E siete qui, in questo locale per...?- Chiese ancora Magnus con un sorriso.
-Passare un po' di tempo insieme e divertirci.- Rispose allora Jace con tono freddo.
Magnus girò la cannuccia nel bicchiere con un dito e osservò, alzando gli occhi verso di lui:
-A me sembra che però tu adesso non ti stia divertendo...-
-Beh, non puoi nemmeno immaginare cosa faccia io per divertirmi.- ribatté Jace.
-Oh, io penso invece di saperlo, ma potrei benissimo ignorarlo.- Rispose con tono pacato Magnus per poi volgere lo sguardo verso di Alec penetrandolo con i suoi occhi verde-oro e un sorriso.
Alec si ritrovò ad avvampare ancora a quello sguardo, quegli occhi creavano una lotta interiore in lui, tra il volerli esplorare e lo sfuggire da tanta bellezza.
-Null'altro.- Rispose infine Jace mordendosi con forza l'interno del labbro, notando l'espressione del fratello.
Magnus inarcò un sopracciglio all'espressione di Jace rivolta ad Alec.
-Beh... non sapevo che l'amore tra Parabatai fosse... concesso.- Mormorò ghignando con un luccichio negli occhi.
"Gli ha detto tutto?! Anche che siamo Parabatai?! Ma dove ha il cervello questo?" Pensò tra sé Jace innervosito e lasciò le chiavi della moto ad Alec.
-Quando saprai che vuol dire essere un Nephilim, torna a casa.- Disse Jace per la prima volta freddo e distaccato nei confronti di Alec e si mescolò alla folla uscendo dal locale. Alec sgranò gli occhi alla scena e prese le chiavi di riflesso, spostò lo sguardo tra Jace e Magnus incapace di parlare.
Magnus corrugò la fronte guardando Jace andare via.
-Non era mia intenzione essere sgarbato... dico sempre tutto ciò che penso... mi spiace, puoi buttare il mio numero, se vuoi. Se mi avessi detto che eri impegnato, mi sarei evitato una brutta figura.- Mormorò allora lo stregone riportando l'attenzione su di Alec.
-Io... ma...noi non stiamo insieme...lui è il mio Parabatai, io...- balbettò il Nephilim scuotendo il capo, non ci stava capendo più nulla. Era innamorato di lui...o almeno, era sempre stato convinto di questo, eppure... non voleva seguirlo, non ora che aveva Magnus di fronte a sé, non lo conosceva, ci aveva parlato per nemmeno due minuti, eppure... eppure voleva conoscerlo veramente.
-Non butterò il tuo numero, se puoi... resta qui, forse riesco a tornare.- Disse per la prima volta veramente determinato. Detto questo si voltò e uscì velocemente dal locale, alla ricerca di Jace.
Magnus lo guardò negli occhi e trattenne il respiro alle parole dello Shadowhunter, ma poi lo seguì con lo sguardo: non era Will, eppure glielo ricordava. Ma solo lontanamente... non sapeva nemmeno il nome di quel ragazzo che lo aveva appena lasciato lì, da solo, nel suo stesso locale, per la prima volta qualcuno l'aveva lasciato solo. Faceva leggermente male, non era mai successo.
-VIA SPARITE TUTTI.- gridò accendendo le luci e spegnendo il resto, sbattè fuori gli invitati e andò a sedersi sopra un tavolino.

<<Sei Così Adorabile Quando Arrossisci>>Where stories live. Discover now