Il Loft

2.9K 135 22
                                    

Dopo essersene andato se ne stava vicino ad un laghetto rigirandosi un coltello tra le mani sempre più velocemente. Il suo Parabatai lo aveva fatto innervosire, possibile che d'un tratto nutrisse così tanta confidenza con i Nascosti

Alec dopo aver lasciato controvoglia lo Stregone al locale, era partito alla ricerca di Jace e quando finalmente lo vide in lontananza, iniziò a correre e lo raggiunse. -Jace! - gridò prima di fermarsi a qualche passo da lui col respiro leggermente ansante.

Il biondo scagliò il coltello senza guardarlo, e quello si conficcò in profondità nella corteccia dell'albero alle spalle di Alec sfiorandogli l'orecchio.
-Che c'è? - chiese in tono freddo.
-Che diavolo ti prende? - disse allora Alec, sentendo una fitta di dolore, come se il coltello lo avesse colpito veramente.
-Non sai tenere a freno la lingua, presto ti caccerai, ci caccerai nei guai. - rispose freddo il Parabatai guardandolo deluso, faceva male anche a lui dire quelle cose, ma non lo avrebbe mai mostrato.
-Se non sai essere un Nephilim... beh, non so che dirti. - aggiunse con tono glaciale e secco.
-Ma cos'ho fatto?! - gridò allora Alec sgranando gli occhi e sentendo un tremito attraversarlo.
-Lui ha capito da solo che siamo Nephilim! E mi ha parlato lui di te... aveva già capito tutto e io non gli ho detto niente! Avremo parlato sì e no due minuti... - aggiunse poi riducendo la voce ad un mormorio tremante.
-Certo, come se si capisse che siamo Parabatai. -rispose Jace senza guardarlo.
-Sì, ma che problema c'è? Lo hai detto tu che è il "sommo Stregone di Brooklyn" cosa dovrebbe importargliene a lui, se siamo Parabatai o meno?! - ribatté Alec sempre più incredulo.
-Ancora non capisci Alec? Ti ficcherai nei guai, stavolta però, non ti rincorrerò per salvarti il culo.- Mentiva, non sarebbe mai riuscito ad abbandonare il suo Parabatai. -Torna dal Nascosto, e all'istituto quando magari pensi con il cervello attivo.- Avrebbe continuato il discorso, ma non voleva proseguire oltre, si avvicinò al coltello alle spalle di Alec e lo estrasse dalla corteccia.
-Perché dovrei ficcarmi nei guai?! Sei tu quello che si ficca sempre in situazioni del cavolo e sono sempre io a salvare te Jace! Non fare la ramanzina tu a me, perché non ne hai il diritto. Ora se voglio parlare con un Nascosto finisco nei guai?! Oh scusa, mi dispiace, la prossima volta esco da solo di notte imbattendomi in un branco di demoni e rischio di farmi ammazzare. - le parole erano uscite automatiche dalla sua bocca, non voleva dire quello che aveva detto, ma ormai era troppo tardi, gli stava facendo male, si stavano ferendo a vicenda, ma il suo cuore non riusciva a sopportarlo.
Jace trattenne il respiro sentendo uno strano calore avvolgerlo fin dentro agli occhi, ma poi sbuffò e gli diede le spalle, allontanandosi senza dire una parola, rinfoderando il coltello.
-Dove vai? - chiese Alec, quasi pregandolo di rispondergli.
-A fanculo... a farmi un giro. - rispose il biondo, prima di iniziare a correre via.
Il moro strinse i pugni lungo i fianchi e si voltò a sua volta, iniziando a camminare, senza sapere nemmeno lui verso dove.
Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò di fronte al locale dove era stato fino a poco prima, capì subito che ormai era vuoto e una fitta di apprensione lo pervase, aveva lasciato Magnus al tavolo come se nulla fosse e il suo Parabatai era sparito chissà dove. Fece un respiro profondo ed entrò lentamente guardandosi intorno. Ovviamente era vuoto, Magnus se ne era tornato sicuramente a casa, era ovvio che non lo avrebbe aspettato, ma con mano leggermente tremante, prese il telefono dalla tasca e digitò il numero sul biglietto.
Magnus se ne stava tranquillamente al loft in mutande e camicia e prese il telefono, rispondendo, anche se non conosceva il numero.
-Si? -
-M-Magnus! - esclamò in risposta, arrossendo da solo e si diede un colpo in fronte con la mano, stava facendo la figura del cretino pure al telefono.
-Io... sono al locale, scusa per prima - aggiunse poi, per recuperare.
-Ehm... tu sei? - chiese Magnus guardando ancora al display del telefono, corrugando la fronte.
"Oh porca merda" imprecò Alec tra sé, allora rispose:
-Sono Alec... il Nephilim di prima...-
Il ragazzo, che nel frattempo si era accorto che sul biglietto c'era scritto anche l'indirizzo, e che, guarda un po'? era proprio l'edificio di mattoni accanto al locale, aveva salito le scalette esterne ora si ritrovava di fronte al citofono, indeciso se suonare o meno.
-Alec? Se sei il ragazzo con gli occhi azzurri, non mi hai detto il tuo nome. - aveva notato il ragazzo sul display del citofono e quindi sorrideva guardandolo fingendo di non capire.
Lo Shadowhunter, si morse il labbro inferiore nervoso.
-Io... sì, sono il ragazzo con gli occhi blu, ma... scusa, non volevo disturbare... me ne vado-
-Puoi salire- dichiarò lo Stregone riattaccando al telefono e gli aprì il portone, schiacciando il bottone sul citofono.
Alec sgranò gli occhi quando il portone si aprì, aveva già capito che si trovava lì? Il cuore iniziò a battergli all'impazzata nel petto, entrò e iniziò a salire timidamente le scale che si ritrovò davanti. Magnus aprì la porta del piano di sopra vi si appoggiò, guardandolo salire.
-Allora è questo il tuo nome: Alec? È un diminutivo, immagino. -
Il ragazzo arrossì, vedendo l'uomo in cima alle scale che lo scrutava.
-Si... completo è Alexander Lightwood- rispose allora raggiungendolo sul pianerottolo e notando subito il fatto che fosse in mutande.
-Un Lightwood? - il Nascosto, alzò un sopracciglio pensando a quanto potesse essere dannata la genetica: i Lightwood non avevano mai avuto gli occhi azzurri e i capelli neri.
-Ehm... sì- rispose Alec mordendosi il labbro nervoso, forse avrebbe fatto meglio a tornarsene a casa e basta.
-Se vuoi tornare all'istituto, non ti fermo. - gli lasciò la porta aperta ed entrò in casa dandogli le spalle. Il Nephilim alzò lo sguardo su di lui arrossendo ancora, che lo stesse cacciando?
-Magnus...- cominciò facendo un passo incerto dentro.
-Si, Alexander? - Lo Stregone si voltò verso di lui per guardarlo.
-Scusami per prima... - nonostante volesse abbassare lo sguardo, per la vergogna, tenne gli occhi nei suoi e ancora una volta, ne rimase incantato.
A quelle parole, Magnus socchiuse le labbra preso del tutto contropiede: un Nephilim che si scusava con lui? Da quanto non capitava?
-Eh... non dovresti. - negò con la testa e accennò un sorriso guardandolo.
-Si invece che devo. - ribatté, ma si morse il labbro inferiore guardandolo, sembrava un cucciolo indifeso e pentito -io... ti ho lasciato lì come se nulla fosse e... non avrei dovuto, mi dispiace- concluse e questa volta, si ritrovò ad abbassare di nuovo lo sguardo e a giocare con l'orlo della sua maglietta.
Magnus abbassò lo sguardo sulla maglia logora di lui e accennò un sorriso, addolcito da quella visione.
-Alexander, sei così... ingenuo davanti a ciò che hai di fronte. I Cacciatori non si scusano con i Nascosti, okay? È un principio fondamentale che dovresti aver imparato con il tempo e poi... mi hai appena conosciuto. Di che cosa ti preoccupi? -
Sentire il suo nome completo, gli regalò un brivido lungo la schiena.
-Io conosco le regole dei Nephilim, so il codice a memoria, sono sempre stato nella legge e mai contro di essa. Ma... sono anche un uomo di principio e... tu ti sei comportato bene con me, che tu sia un Nascosto o meno, io ti ho trattato male e messo involontariamente in una situazione spiacevole, per poi abbandonarti come se nulla fosse, chiederti scusa è il minimo che io possa fare.- questa volta, all'ultima frase, rialzò lo sguardo verso di lui, e nei suoi occhi non c'era più traccia di timidezza o vergogna, ma solo di sincerità e pura determinazione.
-Dovrei scusarmi io... ho interrotto una serata tra Parabatai... non ne avevo intenzione. Non c'è niente di cui devi preoccuparti lo stesso...-
Alec si grattò la nuca distogliendo lo sguardo al pensiero.
-Siamo pari? - chiese allora riportando lo sguardo su di lui in un sorriso timido, nella speranza che l'altro concordasse.
-Ma certo- gli sorrise Magnus in risposta e si stravaccò sul divano.
Lo Shadowhunter, osservò la sua eleganza anche nello stravaccarsi e ne restò affascinato, ma non sapeva che fare, non era abituato a certe cose, non si era ma trovato da solo con un uomo, o comunque in una situazione del genere, non sapeva se avrebbe fatto meglio ad andarsene, o se il suo stravaccamento fosse un chiaro invito a sedersi.
-Mi sembri un po' nervoso...- disse lo Stregone guardandolo e leccandosi le labbra.
Una scossa percorse il corpo di Alec quando lo vide leccarsi le labbra, Raziel, nessuno lo aveva mai fatto davanti a lui. -Ehm io...- si passò una mano tra i capelli imbarazzato -non so cosa devo fare- ammise, sentendosi appena più leggero dopo averlo detto.
Magnus capì che era alle prime armi con tutto questo -dammi un minuto...- gli sorrise alzandosi e andò in camera.
Il ragazzo annuì guardandolo, ma il sguardo, non poté evitare di indugiare un'altra volta sulla sua schiena e poi scivolare sul suo sedere... coperto solo dalle mutande.

<<Sei Così Adorabile Quando Arrossisci>>Where stories live. Discover now