Nove

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Perché tornare a vivere è sempre difficile e, se qualcuno è solo, diventa quasi impossibile.

Per questo le persone che si hanno accanto sono sempre importanti.

Perché danno la forza per non mollare; perché mostrano che non tutto è perduto.


I piedi marciano silenziosi sulle piastrelle del corridoio, senza interrompere il flusso di tutti quei pensieri che gli affollano la mente, chiudendolo in quella bolla che lo tiene separato da tutto ciò che lo circonda. Sospira lentamente, provando a mantenere la calma, cercando di evitare che l'immenso casino che ha in testa non intralci quel che deve fare.

Dopotutto, per Ashton Irwin, il tirocinio che sta facendo all'ospedale non è una passeggiata – come non lo è per nessuno studente di Medicina – e non può permettersi distrazioni di alcun genere. Eppure non ci riesce, non riesce a non pensare a Calum – visto pochi minuti prima – uno dei suoi migliori amici, ridotto in quel modo a causa di un qualcosa per cui nessuno può fare più niente ormai. Sono passati due anni da quando è cambiato tutto, ed Ashton aveva sperato fino in fondo che le cose potessero in qualche modo tornare quelle di un tempo; che i rapporti tornassero forti come erano sempre stati. Invece tutto è andato perduto, niente si è salvato; nessuno di loro è più lo stesso. E lui non sa più come risolvere la situazione; non sa più come fare per tenere in salvo quel poco che resta.

Si passa nervosamente una mano tra i capelli e segue il resto del gruppo del tirocinio tra i vari reparti, senza riuscire a prestare un po' di attenzione alla spiegazione dell'insegnante. E tutto quello che fa dopo gli pare lontano da lui. È come se la sua mente fosse da tutt'altra parte, sintonizzata su quelle poche, pochissime cose che gli stanno troppo a cuore e che non riesce mai a mettere in secondo piano quando gli si presentano davanti.

Legge i referti, le cartelle; prescrive medicine; osserva le ferite; si assicura che il battito dei pazienti sia regolare; scrive numeri e parole che non lo scalfiscono minimamente, che non gli restano in testa. Perché il viso di Calum predomina su tutto il resto, come quei due occhi verdi che lo fanno capitolare in un istante, troppo intensi, belli, veri, troppo importanti per lui. Quegli occhi verdi per cui darebbe tutto ciò che ha pur di vederli felici

Il cuore comincia a battergli forte nel petto, e piccole gocce di sudore freddo gli scendono lungo la schiena, facendolo rabbrividire, distraendolo ancora di più da ciò che dovrebbe fare.

«Ashton?» lo chiama Willow, una sua compagna di corso, attirando la sua l'attenzione.

Lui la osserva in silenzio, limitandosi a portare i suoi occhi lucidi sulla figura della ragazza castana davanti a lui, sperando di trovare negli occhi color ghiaccio di lei quella risposta di cui ha bisogno da troppo tempo, ma che ancora non è riuscito a trovare.

«Va tutto bene?» chiede l'altra, seriamente preoccupata.

Il ragazzo scuote la testa, impercettibilmente, e sospira di nuovo, stanco di tutto. Vorrebbe tanto capire perché la vita debba essere così complicata, e che senso abbia tutto il dolore che chiunque si ritrova a provare, in un modo o nell'altro. Vorrebbe capire, ma sa che è umano, e certi limiti non si possono superare, non del tutto.

«Vuoi parlare un po'?» continua ancora Willow; la voce bassa, il tono pacato, per niente invadente.

«Tanto non cambierebbe niente.» ammette il riccio, per poi passare a controllare l'ennesima cartella clinica.

Burn with you || c.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora