XIX - Fight her

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CONSIGLIO : leggete il capitolo ascoltando Castle of Glass dei Linkin Park

ISAIAH

Mi sembrava di essere sull'orlo di un precipizio e di mettere continuamente una gamba avanti per sfidare la sorte, come un bambino. Non vedevo il fondo, ma mi attirava come una calamita, nonostante fare un passo indietro fosse decisamente meno pericoloso. C'era una cosa che avevo capito in quel periodo e consisteva nel fatto che c'era una linea sottile tra il pericolo e la sicurezza, e che quest'ultima non era sempre sinonimo di fare la cosa giusta. Quel pomeriggio Kalar ci aveva convocato tutti nella sua villa per discutere della formazione d'attacca e ne aveva approfittato per scusarsi dell'attacco a Sophie e Chester; avevo intuito che c'era lui dietro, ma mi aveva garantito che aveva ordinato a quei due idioti un attacco diretto a Cecily, mentre i beta avevano fatto di testa loro. Gli credevo, dopotutto non aveva motivo di mentirmi. Quell'uomo mi aveva salvato la vita, mi aveva dato un potere che mi aveva permesso di affrontare ogni difficoltà e mi aveva affidato un branco. Lui si fidava di me e io gli dovevo molto. Per anni lui era stato la mia sicurezza.

Poi c'era lei. Schiena dritta, i capelli bianchi come la luna scendevano fino ai fianchi, il vestito strappato e lo sguardo fiero. Vicino a lei, Simon aveva tutta l'aria di poter bruciare il mondo pur di proteggerla e Isabelle aveva già i canini affilati e gli occhi dorati. I fratelli Lewis, quasi in simbiosi, fecero gli stessi movimenti e si misero nella stessa posizione di battaglia.

Lo sguardo di Cecily era carico d'odio e di sete di vendetta. Un brivido mi percorse la schiena e per la prima volta mi chiesi se mi trovassi dalla parte giusta del campo.

"Combatterò come Arianne Morgenstern, sorella di Xander Morgenstern, l'uomo che tu hai ucciso brutalmente solo per prenderne il potere"

Ci misi un po' per collegare ciò che aveva detto.

Arianne Morgenstern. Non Cecily. Quello era il suo vero nome.

Suo fratello era Xander, il precedente Alpha di Columbia. Ma non era un assassino: era una vittima. Una vittima di Kalar.

Vidi una chiazza bianca muoversi a velocità inaudita, per poi abbattersi su Kalar. Cecily, perché per me rimaneva la mia Cecily, lanciò un pugno contro l'Alpha ma fu prontamente bloccata.

- Occupatevi degli altri, la ragazzina è mia - ci ordinò.

Peter non perse tempo e si scagliò sul più piccolo dei fratelli trascinandolo con se in un duello, sfoderando un sorriso maligno che raramente soppiantava la sua tipica espressione annoiata.

Isabelle invece non aspettò di venir attaccata; precedette Angel e le conficcò gli artigli in faccia. Richard si trovò a parare un calcio di Jade, mentre io mi trovai Simon davanti al naso.

- Non pensavo sarebbe finita così - sussurrò affinché lo sentissi solo io.

I nostri pugni si incontrarono, creando una forza d'urto che ci sbalzò indietro. I nostri occhi erano diventati cremisi e le fattezze umane ci stavano abbandonando. Voleva fare sul serio e io non glielo avrei impedito.

Pian piano al posto di Simon comparve un lupo bianco, elegante ed agguerrito. Ironicamente, Simon era il mio esatto opposto: il mio manto era nero come l'inchiostro e il cielo notturno.

Ci fissammo per qualche istante ma i suoi occhi scivolarono per un istante verso Lily. C'era da aspettarselo: non l'avrebbe mai abbandonata.

Seguii la sua traiettoria e vidi la ragazza con il vestito imbrattato di sangue, il suo. La sfida era impari in partenza, nonostante qualche colpo andato a segno Kalar e il suo ghigno divertito resistevano. Lily però non si arrendeva, continuava a tirare calci e pugni con grazia e forza. Aveva uno stile unico, furioso ma elegante; non dava segni di dolore o stanchezza nonostante le numerose ferite, si rialzava ogni volta, ma un velo di paura oscurava quei due pozzi d'ossidiana.

The Alpha's WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora