II - Phoenix

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ISAIAH
Quanto odiavo quel grande stronzo. Al cambio dell'ora mi fiondai fuori per non incrociare quel biondino irritante e grazie a non so quale dio non trovai né lui né la sua piccola Ombra per il resto della giornata. Stavo giusto informando Jade della grande botta di fortuna che avevo avuto quando due braccia femminili mi circondarono il collo da dietro.
- Mio Alpha, è sempre un piacere rivederti - rispose la voce seducente di Angel, capitano delle cheerleaders e membro del mio branco.
Prima ancora che potessi girarmi lei premette il suo seno contro la mia schiena, facendomi trattenere un ringhio. Si avvicinò lentamente al mio orecchio e sussurrò con le labbra vicino al lobo:
- Se non hai voglia di fare le prossime ore, sai dove trovarmi -
Ringhiai di rimando sfoderando i canini, mentre lei si allontanava verso il tavolo della squadra.
Jade mi guardò divertito, portandosi la sua ragazza Roxanne ancora più vicino.
- Devi smetterla fratello, amplia i tuoi orizzonti. Angel non è l'unica ragazza della scuola - ghignò Jade.
- Jade ha ragione, io mi annoierei al posto tuo. Se devi divertirti, assaggia qualcosa di nuovo - disse Roxanne picchiandomi il braccio scherzosamente. Rox non era come noi, no, lei era umana. Quando due anni fa Jade mi disse che aveva trovato una ragazza umana mi misi a ridere; poi arrivò con Roxanne: capelli rosso fuoco, occhi verdi e l'energia di un uragano. Fu l'unico momento della mia vita in cui invidiai Jade. Da quel momento fu come se Rox divenne parte del branco, una delle mie più care amiche e la persona più intelligente che avessi mai conosciuto. Jade ci aveva visto giusto.
- Cos'è, fate i consulenti adesso? - risi fingendomi indignato.
- perché? Non hai voglia di qualcosa di nuovo? -
- Tipo? -
- Tipo lei -
Rox indicò la porta. Ombra entrò in quel momento, con alle spalle Simon, Isabelle e i fratelli Lewis. Il branco al completo. Ombra faceva vagare lo sguardo tra i tavoli, sapevo che stava cercando Sophie; avevo capito subito che quella ragazza aveva suscitato in lei un certo interesse, diverso da quello di tutti gli altri studenti. Sentivo le voci quando passavo per i corridoi: guarda, la Fenice! Oddio Isaiah ha una Fenice! L'Alpha ha sbagliato! Forse si starà indebolendo e avrà bisogno di reclute!
Stronzate. Lei non è un errore.
- Ti sta fissando - disse Jade interrompendo i miei pensieri.
- Chi? -
- Cecily - per un attimo rimasi confuso, troppo abituato a chiamarla Ombra. I miei occhi incontrarono i suoi, scuri come il cielo notturno senza stelle. Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio prima che il suo viso si distorse in una smorfia disgustata e proseguisse con il più giovane dei fratelli. In compenso, l'occhiata che mi lanciò Simon mi fece passare la voglia di fissare.
- Sapete, mi chiedo perché Ombra ce l'abbia tanto con me; non l'ho mai capito -
- Forse già il fatto che non la chiami per nome... -
- Hey Rox, lei mi chiama idota! -
Mi difesi,ma questo mi costrinse a pensare al fatto che quel soprannome mi venne spontaneo quando la vidi per la prima volta, non per la sua posizione nel branco ma per il colore dei suoi capelli. Ma questo rimarrà il mio segreto professionale.
- Scusate se interrompo i vostri interessantissimi discorsi, ma avete per caso visto Sophie? -
Cazzo. Perché quella pulce spariva sempre? Mi tallonava tutto il giorno ma quando la cercavo non c'era mai. Mi guardai in giro e grazie al cielo la trovai in fila per prendere il cibo. Sophie aveva 16 anni, due in meno di me e degli altri, ma sembrava addirittura più piccola. Non importa cosa possano dire gli altri, lei non sarà mai la mia Fenice, lei sarà sempre il mio Beta.
- Sophie! - gridai per farmi vedere mentre lei cercava il nostro tavolo. Anzi no, non lo stava cercando. Stava guardando quello di altri. Seguendo la traiettoria del suo sguardo arrivai al tavolo di Simon. Un moto di rabbia mi percorse la spina dorsale e mi fece illuminare gli occhi di un rosso accesso, tipico degli Alpha. Sophie se ne accorse subito e accellerò il passo verso di noi.
- Perché li stavi guardando? - ringhiai.
- S-s-scusa Isaiah, mi ero distratta - piagnucolò sedendosi di fronte a me.
- Non è una spiegazione, ragazzina - ribattei.
- Fratello... -
- No Jade, lo sai che mi da fastidio che si abbiano rapporti con quelli là -
- Ma io stavo solo... -
- Tu non stavi niente! Io sono il tuo Alpha, non Simon! -
Fu un attimo, Sophie si alzò e corse via piangendo. Avevo esagerato, certo, ma odiavo quandola gente mi paragonava al biondino. Io non sono lui e non lo sarò mai. Fine della storia.
Con la coda dell'occhio vidi Ombra alzarsi e seguire Sophie ignorando le parole del più grande dei fratelli Lewis.
- Allora fratello ? Cosa spetti? - mi rimproverò Jade.
Sbuffando mi alzai e seguii le due ragazze fino alla scala esterna antincendio. Sophie stava piangendo e io non avevo idea di come si trattasse una donna che piange, così aspettai che fosse Ombra ad aiutarla,mentre io mi nascosi dietro la colonna.
- Sophie, giusto? - chiese Ombra avvicinandosi.
- S-si. Tu chi sei? - sussurrò tra un singhiozzo e l'altro.
- Mi chiamo Cecily,ma puoi chiamarmi Lily. Vuoi un fazzoletto? -
La piccola annuì e Ombra proseguì - io sono come te, ti capisco. La vita di una Fenice non si può scegliere, è lei che sceglie te: bisogna conviverci -
Sophie la guardò per un secondo, facendo brillare gli occhi di arancione, il colore tipico di una Fenice.
- Sai cosa mi disse una volta mio fratello? Che i colori degli occhi dei licantropi non sono casuali. L'Alpha ce li ha rossi perché è dece trasmettere forza, coraggio ma anche affetto per i membri del branco. I Beta hanno gli occhi gialli perché, come raggi di sole, devono proteggersi l'un l'altro con energia e fedeltà. Le Fenici ce li hanno arancioni, colore della felicità. Sai perché? Perché le persone che passano i momenti più duri regalano i sorrisi più belli. Essere una Fenice non è un disonore. È una salvezza -
Sophie aveva la faccia palesemente colpita, nessuno aveva mai parlato a favore di quelli come lei. Cercai di non darlo a vedere, ma le ultimi frasi mi avevano colpito, tanto da provare qualcosa che non provavo da tanto tempo: sollievo.
Gli occhi di Sophie luccicarono ancora e si asciugò le lacrime. Ombra se ne stava in piedi affianco a lei, braccia lungo i fianchi e capelli che le ricadevano come una cascata di petrolio.
- Non essere dura con Isaiah, lui è il tuo Alpha e sono sicura che se ti ha scelto c'è un motivo. Lui non sbaglia mai - le sorrise. Mi stava difendendo davvero?
- Hai ragione, ora è meglio che vada. Grazie Cec- ah no, Lily. - L'abbracciò velocemente e tornò verso la mensa senza vedermi. Ma con Ombra non fui altrettanto fortunato. Prima che potesse parlarmi, Sophie si fermò bruscamente e si girò: - Ah, una cosa: lo so che in realtà non sei come me. Tu sei diversa, lo vedo nei tuoi occhi, anche se non sono illuminati. Ma grazie lo stesso, le tue parole sono state di grande conforto - sorrise prima di proseguire. Se io non avevo capito dove andava a parare, Ombra lo capì benissimo e strinse i pugni. Sophie era a conoscenza di qualcosa che non doveva essere rivelato. Motivo in più per scoprirlo.
- Non ti immischiare, idiota - ringhiò fredda.
- Mi sento quasi offeso,Ombra -
- Lo so che hai ascoltato tutto. Non ti illudere, ti ho difeso solo perché mi fai pena e perché penso davvero ciò che ho detto. Quella ragazza sarà la tua debolezza; sei diventato vulnerabile,piccolo Alpha. Qualcuno ne approfitterà, stanne certo -
- Chi?Simon? Non ho paura di lui -
- Dovresti,ma non mi riferisco a lui. Divertiti fin che puoi, lupetto, i nostri giorni sono finiti -
E se ne andò prima che potessi riapondere. Capii che sapeva molto di più di quello che dava a vedere dopo aver utilizzato "nostri giorni" e capii anche che c'era solo un modo per dimostrare all'intera città di essere migliore di Simon in tutto: prendere ciò che era suo.

Decisi in quel momento che avrei iniziato dalla sua Ombra.

The Alpha's WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora