La passione ha il tuo nome: capitolo1-2

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Ludovic avvolto nel mantello nero, in sella al cavallo galoppava veloce sulla strada fangosa, alla periferia di Parigi sotto la pioggia torrenziale nella notte fredda come il suo cuore. L'uomo aveva il cervello pervaso dall'odio. Tutti l'avevano ingannato iniziando dai quei vampiri, poi la strega e finendo con il suo stesso sangue, suo fratello Philippe, pagando con la vita. La sua mente laboriosa, spenta di ogni umanità, mise in atto la sua vendetta: tutto era collegato alla piccola umana che aveva prelevato da una grotta in cui era stata nascosta insieme al grimorio che ora portava con lui. Lei era la causa di tutto e per questo non sarebbe più esistita, poi avrebbe continuato scatenando guerre sanguinarie e penurie. E pervaso dall'odio lanciò il richiamo per uno dei suoi discepoli: Caleb.

Capitolo 1

Roma, oggi.

Emily

Una giornata invernale, più fredda e uggiosa di così non poteva capitare per influenzare ulteriormente il mio umore che oggi non è dei migliori. E Adriana sa essere esasperante quando ci si mette, ma le voglio bene e per questo, continuo a fare una plateale alzata di occhi al cielo, quando per l'ennesima volta, mi dice <<tu stai commettendo un errore! Lo sai che quando intuisco una cosa è sempre come dico io!>>. È tutta la mattinata che mi assilla, adesso, però deve proprio smetterla e spazientita <<uffa con questa storia, saranno solo coincidenze. Non ti preoccupare>>.

Lei ha uno spiccato senso dell'intuizione, da sempre, ha la capacità di capire quando le situazioni, per gli altri, possano evolversi in bene o in male, ma io dovevo sistemare la faccenda con Pietro a dispetto di tutto. <<Non sottovalutare il mio dono speciale>> mi dice scherzosamente come avvertimento, andandosene verso la cassa ignorando, come suo solito, uno sguardo di ammirazione di un cliente. È una donna con un corpo da sballo, ma quello che incanta gli uomini a primo colpo, sono i suoi occhi di un brillante verde smeraldo e la lunga massa ondulata di capelli biondi che ricadono selvaggi sui lineamenti delicati del volto. Dandogli le spalle, mentre catalogo i libri, sorrido alla mia socia, ventitreenne, coetanea e migliore amica. Lei si preoccupa per me, mentre avrebbe dovuto dare retta al così detto suo "dono" per lei stessa, poiché si caccia spesso nei guai. Anche se, una parte remota e segreta di me, suggerisce: è sbagliato quello che stai per fare! Se non fosse stata per una giusta causa, avrei concordato pienamente, ma vivere con i sensi di colpa mi faceva stare male e quindi andava fatto.

Finito l'orario di lavoro, saluto Adriana, ma appena fa per aprire bocca, la ammonisco al silenzio con un'occhiataccia, e saliamo nelle nostre auto. Roma la città Santa, pulica sempre di stranieri e questo è uno di quei giorni in cui il traffico è ingestibile. Sbuffando, e invocando pazienza vieni a me, fermandomi al quinto semaforo rosso in via Giulia, mentre ricambio un sorriso a un turista che attraversa la strada, vedo una coppia giovanissima, sotto a un portone di legno intarsiato di un antico palazzo, che si scambiano delle tenerezze e penso a quanto fosse bello poter avere qualcuno da amare e che ti amasse davvero, insomma incontrare la propria anima gemella. Scaccio immediatamente quei pensieri, perché l'amore è un lusso che non voglio permettermi, al massimo, posso concedermi un immenso affetto come quello che provo per Adriana. Finalmente scatta il verde.

A casa, dopo una doccia veloce, indosso un vestitino di seta nero e siccome fa freddo e per richiamare il tema della serata, San Valentino, indosso anche un cappotto di lana rosso. Non che avessi qualcosa da festeggiare ma solo perché adoro il rosso.

Alle nove in punto, traggo un respiro profondo per cercare di sembrare meno tesa e mi reco ad aprire la porta: ho il cuore in gola. Su forza, m'incoraggio. La spalanco e a Pietro gli si allarga un sorriso accompagnato da un'espressione felice. Mi abbraccia con esitazione, non volendo forse esagerare con le esternazioni, <<Emy, sei davvero bella! Ecco, questa è per te. >> <<Grazie, e tu sei il solito adulatore>> rispondo mentre mi prendo l'oggetto di scambio per questa cena. Poggio la busta da lettera sulla mensola dell'ingresso sotto uno svuota tasche di sèvres bianco, sono tentata di controllare il contenuto, ma sarebbe una mossa offensiva nei confronti di Pietro. Così chiudo la porta di casa, c'incamminiamo verso la sua auto e noto che questa sera si è superato nel prepararsi per apparire al meglio di se, anche se non ne avesse bisogno. Tutte, lo trovano un bel tipo: occhi scuri, capelli castani corti, carnagione olivastra, un fisico alto e asciutto, e in divisa da poliziotto il suo fascino si duplica sulle donne. Prego costantemente che trovasse una donna che lo amasse come meritava e che gli donasse quello che io non posso dargli. Da quando l'ho lasciato, sono trascorsi tre mesi e per tutto il tempo, lui non ha fatto altro che mandarmi fiori e inviti a cena, ricevendo sempre rifiuti, ma questa sera ho ceduto. Non lo amo e questo lui lo sapeva, ma nonostante ciò aveva provato di tutto, anche colpi bassi, pur di farmi cambiare idea.

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