La passione ha il tuo nome. Capitolo 24

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Eric.

Il mio piano ha funzionato. Mio padre, come il resto della mia famiglia, ha ascoltato la mia chiacchierata con Emily. Adesso tutti credono nei miei sentimenti per lei, anche se fingo. Non ho prove tangibili che Rose avesse usato la magia, ma come me, mio padre ha sospettato, che in nostra assenza, lei avesse fatto uso delle arti occulte su Emily. E quelle non erano azioni lecite, andavano contro le leggi di Albert e del documento che avevo firmato. E per questo il mio creatore mi ha appoggiato totalmente. Emily ha reagito come mi aspettavo, nei confronti di Rose, pronta a difendere il più debole e ora mi sto divertendo a spiarla, insieme a mio padre e ai miei fratelli, con il satellite dal pc. Emily diventa sempre più sconvolta e Albert esclama, divertito <<questi aggeggi umani incantano. Da quando ne possiedi uno?>> <<Da anni ma quest'applicazione solo da stamattina! Guarda Emily, sta quasi per urlare di frustrazione>> <<affascinanti macchine infernali, ne voglio una!>>. Mi sembra ora che si mettesse al passo con i tempi e non solo riguardo alla tecnologia. Poi sempre fissando lo schermo, mi dice <<Eric, ti ho accontentato contraddicendo ancora una volta Rose, ma se Emily correrà qualche altro rischio, non potrò più fermarla. L'hai marchiata con il tuo seme, si sente a chilometri di distanza la scia del tuo odore e questo è un pericolo in più, perciò cerca di non deludermi. Lei deve essere trasformata>> <<lo so. Non temere padre. Vogliamo tutti la stessa cosa perciò lo farò quanto prima>> lo rassicuro. Poi inizio a dargli le prime nozioni d'informatica. Tornano verso sera, e lei entra in casa stravolta e senza dire una parola, si butta sul divano coprendosi gli occhi con un braccio. Ignoro Rose, che oltrepassa la porta insieme alle guardie, con le braccia cariche di buste. Il conflitto tra di noi è aperto e non sarò di certo io a deporre l'ascia di guerra. Lei mi deve rispetto. Per adesso però devo continuare solo a recitare il mio ruolo da innamorato con Emily. La guardo e con ironia le domando <<hai comprato qualcosa?>> <<No! Il tuo patrimonio è al sicuro>> <<non sembri felice della tua idea! Non ti sei divertita con Rose?>> <<Oddio, quella donna non si è risparmiata un negozio, ha comprato di tutto anche cose insensate. Per strada ci guardavano e indicavano tutti con curiosità vedendoci scortati da dieci guardie del corpo, che non si sono dimenticati nemmeno di controllare un camerino e i gabinetti del ristorante, prima che lo usassi. È stato imbarazzante. Persino Irma che sembra fregarsene di tutto ha chiesto pietà a Felicia a un certo punto. Ha detto che preferiva fare escursioni in Africa con il fratello>> <<infatti, è ritornata, ha fatto la valigia ed è partita, ovviamente dopo che le ho parlato e con la scorta>> <<quella ragazza mi odia>>. Fa una pausa, come se stesse riflettendo sulle sue parole, poi si solleva sui gomiti e con aria minacciosa <<se ti permetti di litigare ancora con qualcuno della tua famiglia, ti picchio a sangue>>. Allargo le braccia, per mostrarmi e ancora più ironico le dico <<mi hai visto bene?>> <<Io so difendermi dagli orchi come te>> <<davvero?>> <<Non stuzzicarmi Bilmar>>. Bene! Creiamo un po' di movimento a questa serata che si prospetta monotona. Le afferro un polso tirandola dal divano <<adesso mi farai vedere, ma non qui. Ci sono troppi spigoli>> e la porto fuori di casa <<avanti fatti sotto piccola hobbit>> la provoco. Lei si toglie il cappotto e gettandolo a terra con irritazione, <<io non sono un hobbit>> mentre Tom, divertito annuncia <<ehi, venite a vedere. Emy sta per picchiare mio fratello>>. Si riuniscono tutti fuori di casa, comprese le guardie di Rose, mentre il mio team e altre creature sovrumane ci spiano senza farsi vedere. Sento Rose che dice, <<Albert, se quell'essere, le spezza un solo osso, lo elimino>>. Emily, invece mi lancia una scommessa <<se vinco, uno: tu ti riappacificherai con Rose. Due: niente più scorta>>. Le vado vicino <<se vinco io, uno: avrai la scorta>> poi nel suo orecchio con tono suadente <<due, pretendo un tuo bacio proibito>>. La guardo in viso, è arrossita e imbarazzata, poi si passa la lingua sulle labbra. Accidenti, strega come mi ecciti così, e lei tendendomi una mano, lanciandomi uno dei suoi sguardi seducenti <<affare fatto Bilmar>>. Le stringo la mano e senza distogliere lo sguardo dal suo dico <<il primo che cade perde. Tom, cinque minuti. Cronometra il tempo>>. In questo stesso attimo, credendo di cogliermi di sorpresa, lei mi dà un pugno al volto, che scanso spostandomi dietro di lei e le afferro entrambe le braccia tenendole incrociate in avanti <<liberati. Se ci riesci>> la provoco. Sforzandosi con tutte le sue forze, spinge con il sedere sotto la mia cinghia, facendosi spazio, poi scivola giù e voltandosi, mentre continuo a tenerle i polsi, lei reggendosi su un piede, mi dà un calcio tra le gambe. Istintivamente, la libero e balzo all'indietro, prima che mi colpisca, poi la avviso <<è scorretto usare colpi bassi Gherardi. Non si fa>> <<non ho mai detto di giocare pulito Bilmar>> risponde rialzandosi. Sorrido, non lo facevo mai nemmeno io. È una delle mie filosofie di vita. Faccio per afferrarla, ma lei mi lancia del terreno sul volto e mi dà una ginocchiata nello stomaco. Mi piego poggiando le mani sulle gambe fingendo di prendere respiro e lei saltando, in una specie di danza vittoriosa, dando pugni all'aria <<sì! Sì. Ti ho colpito>>. E in questo suo momento di distrazione, scatto in avanti, le afferro le gambe, facendola gridare mentre mi atterra sopra, poi mi volto imprigionandola sotto di me con le mani sulla testa <<ho vinto>>. Tenta ancora di liberarsi spingendosi contro il mio corpo. Com'è seducente in questa posizione e sorrido pensando al mio premio mentre Tom annuncia <<tempo scaduto>> <<porca tro... >> <<attenzione al linguaggio, altrimenti te la strappo la lingua>> la minaccio e lei si morde un labbro trattenendosi. Attendo che si rialzi, poi infilando le mani nelle tasche del jeans, sul suo sedere, la tiro con decisione facendola aderire ai miei pantaloni <<hai perso la scommessa, piccola hobbit. Niente più obiezioni, la scorta resta!>> <<Dio! Voglio eclissarmi, all'istante>> si lamenta avvilita. <<Dove vorresti, diciamo, apparire?>> ci riflette qualche secondo con gli occhi rivolti al cielo, poi dice <<a Machu Picchu>> <<ci sono solo rovine lì, non mi piace>>. Incrocia le braccia sul petto e con rabbia <<non rovinarmi il sogno di una vita! Un giorno io ci andrò>> <<se è quello che vuoi, allora ci andremo adesso. Pochi minuti e saremo lì>> <<Eric! Machu Picchu si trova in Perù>> mi spiega, con aria da saputella di chi sta parlando a un ignorante, <<lo so, dove si trova e ti assicuro che ci stiamo andando>>. Annuisce con la testa, sorridendomi con furbizia, poi si volta dietro di lei <<Albert, per caso, tuo figlio possiede una navicella spaziale?>> <<Ha di tutto, ma proprio quella no, mia cara>> risponde mio padre, scuotendo il capo. Mi prende la mano <<dicono che i pazzi vanno assecondati e poiché trovo assurdo quello che hai detto, rilancio la scommessa, se perdo raddoppio, ma se vinco decade tutto>> <<è un piacere fare accordi con te. Andiamo>> rispondo sentendo la mia famiglia ridere. Oltrepassiamo la casa di Carl e pochi metri dopo, apro la porta di un altro chalet <<basta approfittare dell'ospitalità di mio fratello. Da adesso staremo qui, in casa mia e senza fantasmi>> dico accendendo due lampade. Prendo la mia sciarpa dalla poltrona e andandole vicino <<è indispensabile, per il viaggio>>. Le bendo gli occhi, poi velocemente dal mio pc do le direttive impostandole sulla tv. Soddisfatto, tenendola per le braccia la guido verso il divano, mi accomodo, poi la faccio sedere tra le mie gambe e le tolgo la benda annunciandole <<si parte!>>. Le immagini in tempo reale di Machu Picchu scorrono sullo schermo al plasma, <<non ci posso credere>> esclama stupefatta. Prendo il mouse, e lo dirigo sulle rovine <<immaginati mentre saliamo le scale. Faticoso eh? Adesso stiamo passando in mezzo a delle abitazioni. Oh, questo è un Tempio, lasciamo stare le divinità è inutile perdere tempo qui, continuiamo a salire. Eccoci in cima a un osservatorio astronomico! La senti l'aria pulita e frizzante che ti entra nei polmoni? Lo so fa freddo sulle Ante peruviane, ma da questa cima stiamo guardando le valli e le vette circostanti, ne vale la pena. Accidenti! Una nuvola ti ha inghiottito. Non ti vedo più>>. La circondo con le braccia <<eccoti! Ben tornata da Machu Picchu>>. Si volta per guardarmi <<come hai fatto? Nessuna azienda produce un programma simile, voglio dire, così avanzato>> <<possiedo un satellite militare!>> <<Chi sei tu?>> <<Sono Eric>> <<no! Tu sei pazzo. Non scommetterò mai più con te>>. Con il pollice accarezzo il mio premio, le sue labbra, dicendole, <<peccato, perché io vinco sempre!>> <<Viaggiamo ancora? Mi piacerebbe andare sul Kilimangiaro>> <<credevo scegliessi qualcosa che rientrasse nell'ordinario femminile, tipo Parigi, Londra o che ne so Venezia>> <<queste città romantiche, per me, vanno viste da vicino. Magari per un viaggio di nozze. Prendile come suggerimento>>. Quell'arpia ci sta spiando. Avverto la sua presenza fuori di casa, nemmeno si arrende al fatto che lei è mia. Le poggio un dito sulle labbra e con aria grave le dico <<schhh. Rose, potrebbe attivare il suo radar e ascoltare attraverso le mura>> <<e tu spezzaglielo>> mi sussurra divertita. <<Impossibile c'è l'ha incorporato e per la cronaca ti ho proposto Parigi qualche mese fa. Chissà, forse avevo intenzione di darti l'anello lì>> <<cenando sul battello, mentre attraversava la Senna?>> <<No, troppo scontato e sdolcinato>> <<infatti, non sarebbe nel tuo stile, ma una donna può sempre sperare. Adesso mi vuoi portare sul Kilimangiaro?>>. Il romanticismo non è nelle mie doti, ma ci posso provare e non è lì che la voglio portare ma, bensì nel mio letto. Metto le labbra nei suoi capelli, dicendole <<un'altra volta. Abbiamo tutto il tempo>> Rose, continua a spiarci ed io devo togliermela dai piedi e così propongo a Emily <<andiamo a cena fuori?>> <<Con la scorta? No grazie. Per oggi mi è bastata. Preparo io qualcosa se il frigo è rifornito>> <<certo che sì. Io nel frattempo vado a cambiarmi, sto masticando ancora terreno>>. E si alza contenta di avere qualcosa che la impegni. Mi reco in bagno e mentre faccio la doccia, penso che lei mi stesse sfuggendo, per non pagare la scommessa, ne sono certo. Bene! Ho due missioni da portare a termine: liberarmi di Rose e farmi assecondare dalla strega. Indosso un pantalone nero di tuta in lino lasciandolo cadere sui fianchi poi una t-shirt, e scalzo la raggiungo. Lei volge la testa verso di me e s'incanta tenendo le mani sotto l'acqua. Le strizzo l'occhio e per creare un po' d'atmosfera, metto della musica, scegliendo un cd che parla d'amore, poi stappo una bottiglia di Gaja nebbiolo d'annata e verso il vino in due calici. Porgo uno a Emily, che lava dei pomodori <<grazie. A cosa brindiamo?>> <<Alla tua pessima arte culinaria>> <<vero, però apprezza la buona volontà. Questa per me è la prima volta che preparo la cena per un uomo>> <<non l'hai fatto nemmeno per il maiale?>> <<No, mai>> risponde e riprende ad armeggiare con i pomodori. Mi siedo sullo sgabello e poggiando il calice sul bancone <<perché mai?>> le domando ma giusto per fare conversazione. <<Non mi andava di farlo. E se t'interessa saperlo, non ho mai dormito con lui. Tu sei il primo con cui ho trasgredito le regole>> mi poggia davanti, un piatto con dei tramezzini al tonno e pomodoro e una ciotola con la macedonia, dicendomi <<è quello che mi riesce di più!>> <<Allora sono un uomo fortunato>> <<direi di sì>>. Si siede sullo sgabello di fronte e mangiando il suo tramezzino dice <<secondo te, dopo tanta gentilezza da parte dei tuoi fratelli, non è da maleducati, starcene per conto nostro, mentre la tua famiglia è di là>> <<loro sanno come sono fatto>> <<sì, ma Albert ha detto che questa vacanza serviva per stare insieme e se io avessi un padre in vita, non vorrei altro che stare con lui, poiché non lo vedi spesso>>. Voleva sfuggirmi, mettendola sul piano dell'affetto familiare, ma noi Vampiri, abbiamo sentimenti diversi al riguardo che lei non può comprendere. Versandole altro vino, le dico <<sono anni che Albert, mi ha lasciato camminare da solo e poi oggi sono stato tutto il giorno con lui, quindi adesso posso anche dedicarmi a te>>. Chiude gli occhi apprezzando la musica, poi riaprendoli, <<quattro tenori che cantano come usignoli. Adoro "Nights in white satin" le voci del Divo, ti entrano nell'animo. Sono stata anche a un loro concerto a Praga>> <<Bob Sinclair, Eminem, il Divo, è incredibile come salti da uno stile all'altro>>. Sorride e si alza ripulendo i piatti, poi li mette nella lavastoviglie. Si gira e poggiandosi al bancone, indecisa su cosa fare, si guarda intorno <<quindi, questa casa è tua>> dice mostrando con il braccio l'enorme ampiezza. <<Esatto>> <<se non me lo avresti detto, indovinavo di sicuro che fosse tua>> <<e da cosa l'avresti capito?>> <<Dal solito stile tetro e non ti scomodare, indovino anche dove si trova il bagno>> e si avvia in camera. Tetro? I mobili sono neri, ma di alto design! Non capisce proprio niente di arredamento, penso, sentendo il mio telefono vibrare. È un messaggio di Sheila: ho appena finito il mio turno di guardia, ti aspetto al solito posto. Lo spengo e lo getto sul mobile. Ho il fiato di Rose sul collo e quindi niente più sesso con lei. Emily sta facendo la doccia, sento l'acqua scorrere, e ne approfitto per bere il mio nutrimento. Ho bisogno di sangue, se voglio sopportare la sete del suo. Rose, continua a spiarci, ma non le do peso perché sono concentrato da diversi minuti nell'udire lei, <<ma dov'è finito! Lui e le sue manie di grandezza. E adesso come faccio. Oh, non se ne parla proprio, mi accontenterò di te>> ma con chi sta discutendo! Incuriosito, la raggiungo in camera e mi poggio all'anta della cabina armadio vedendola davanti allo specchio agitare le braccia con addosso, una delle mie camicie nere. <<Eccoti una nuova specie di cigno nero, potrei spiccare il volo, per come mi sta grande>> dice guardandomi dallo specchio. Scoppio a ridere. Non vuole proprio farsi vedere con le lingerie che le ho comprato, incredibile, ha l'imbarazzo dipinto sul viso, ritorno serio e le dico <<è sempre meglio del tuo pigiama, credimi quello è proprio orrendo>>. Si mette le mani sui fianchi e fingendosi arrabbiata <<gli sono affezionata, mi tiene calda e tu l'hai fatto sparire, brutto prepotente>> le vado vicino con passo deciso e abbracciandola <<qui ci sono parecchi gradi per riscaldarti>> e avvicinandomi alle sue labbra <<devi fare solo attenzione a non bruciati>> le sussurro. La bacio e inizio a sollevarle la camicia accarezzandole la coscia con le punta delle dita. Lei trattiene il respiro, gemendo nella mia bocca e si ritrae, ed io le domando, <<devi vomitare?>> <<No, però adesso me ne vado a letto>>. E mi lascia a mani vuote. Mi sta veramente evitando, per paura che la prenda con violenza come la notte scorsa. L'ho percepito nel suo odore il timore. Maledizione, devo contenermi e mostrarle che sono capace anche di altro. Andando in camera, percorro con gli occhi le sue gambe nude poi mi siedo sul bordo del letto al suo fianco ma prima che apro bocca, lei mi dice <<perché non ti distendi>> <<se lo faccio, so come va a finire e a me sembra che tu non lo voglia>>. E lei mettendosi in piedi sul letto, con una mossa sorprendente, molto lentamente, si abbassa la culotte di merletto fino a sfilarsela dai piedi tenendo sempre lo sguardo fisso nel mio. Accidenti, che gesto incantevole, e che desiderio folle mi prende. Allungo il braccio per toccarle la gamba, ma lei afferrandola stringe la mia mano e abbassandosi, si mette seduta cavalcioni su di me, poi mi toglie la t-shirt <<ti basta come risposta?>> mi sussurra all'orecchio. Stregato e attratto fatalmente da lei, la bacio, prima assaporando le sue labbra, poi dischiudendole con le mie cercando e incontrando la sua lingua. Stringendola, mi distendo tenendola su di me, senza toccarla come avrei voluto, però facendole sentire la mia eccitazione, muovendo un po' i fianchi tra le sue gambe. Emily si stacca dalle mie labbra, per baciarmi il collo e mentre scende sul mio torace, dice <<il tuo profumo... lo adoro>> e sempre con le labbra alternandole con la lingua, traccia il percorso fino al mio addome. Chiudo gli occhi, contenendo l'eccitazione per quei baci esitanti, ma a un tratto li spalanco. Sono nella sua bocca! Lei ha capito in che modo dovesse pagare la scommessa persa. Le infilo le dita nei capelli, tentato di spingere la sua testa più giù, ma mi trattengo altrimenti la soffoco, però accidenti, quello che sta facendo con la lingua supera le mie fantasie, mi sta facendo impazzire di piacere e le sussurro <<j'aime ta bouche sur moi>> nella lingua di Rose, nel dubbio che non le arrivasse chiaro. Poi non potendone più le stringo i capelli dicendole <<Emily, fermati>>. In risposta, lei aumenta il ritmo andando su e giù e le mie gambe si tendono nel tentativo di trattenermi <<Emily, fermati>> le dico di nuovo, ma con poca convinzione, sollevando i fianchi. Ormai il mio corpo anela il piacere, ma in quel modo lei ingerisce un mio liquido vampiresco. No, non deve succedere, se non per trasformarla, e in un attimo di lucidità, velocemente la afferro per il torace, la tiro su e con un unico colpo entro in lei, dicendole allo stesso tempo, con le labbra accostate al suo orecchio, per non farmi vedere da Vampiro, <<è qui che deve finire>> <<ahi>>. Questa l'ho sentita pure io, tanto da bloccarmi l'orgasmo. Maledizione, l'ho fatta male ed è irrigidita per trattenere il dolore! Ritrovando il controllo, ritraggo i canini e spostandola gentilmente <<fammi vedere se ci sono danni>> <<cosa! No, è passato. Non è niente, non ti preoccupare>> risponde con gli occhi bassi. Le poggio la mano sulla guancia arrossata e passandole il pollice sulle labbra, <<dici che non devo preoccuparmi e allora perché hai il broncio>> <<perché è già finita>> e solleva le palpebre con timida seduzione, sorridendomi. Questa donna è incredibile! Voleva che continuassi, anche se adesso ha più paura di prima. Perché io la percepisco dal suo battito. Quello che più mi sconcerta in questo momento, però, è che lei si vergogna di farsi guardare tra le gambe. Eppure ha un corpo stupendo, fatto per essere ammirato. Il suo atteggiamento è di chi ha poca stima di se e questo è un tabù che mi riprometto di farle superare, ma per adesso le mostrerò solo un altro lato del sesso con me. Sbottonandole la camicia, le dico <<questa la togliamo e poi non è ancora finita>> <<davvero? Io però non sento niente>> mi provoca. Le sorrido <<oh! Sentirai. Eccome se sentirai>> e le scopro le spalle baciandole lievemente. Le accarezzo la schiena e lei si agita. La tengo ferma bloccandole le braccia dietro i fianchi e con la mano le sfioro un seno <<vediamo se riesco a fartelo dire, questa volta>> <<cosa?>> <<Schhh! Fai la brava>>. Lei geme ed io prendo tra le labbra il capezzolo turgido, stuzzicandolo con la lingua, poi passo all'altro seno. Lei diviene smaniosa, ma la tengo ancora più salda e risalgo con le labbra la curva del suo collo, baciandolo e soffiandoci sopra. Rabbrividisce di piacere e accosta la guancia alla mia, cercando la mia bocca, ma quel contatto viene dopo. Deve attendere e girandomi, le lascio le braccia e la porto sotto di me. Le sollevo un ginocchio e accarezzandole la coscia, mi metto meglio e fissandola negli occhi, entro in lei, di poco ma molto lento. Accidenti è sempre così stretta, ma il desiderio la travolge e si apre pronta per me che temo di perdere il controllo e così esco nuovamente. Continuo a farlo, spingendomi ogni volta sempre più dentro sentendomi avvolto da lei e quando è vicino all'apice, mi fermo <<dillo>> la invoglio dolcemente. Lei mi fissa con gli occhi sbarrati e confusi ed io inizio da capo con controllata lentezza, senza perdermi nessuna sua reazione: ansima, mi lancia occhiate ardenti, il corpo rovente che s'inarca per accogliermi ed io gemo per trattenermi. Per la prima volta guardo negli occhi una donna, senza usare i miei poteri, mentre faccio sesso ed è una sensazione piacevole, ma è solo per questa donna che riesce a farmi perdere mentre mi risucchia nel suo corpo che vibra e si contorce sotto di me. Mi fermo e ritraendo i fianchi, a denti stretti, le ingiungo <<dillo>>. Afferra il lenzuolo e stringendolo tra le dita grida <<Eriiic, ti supplico! Ti voglio>>. Lei mi vuole! Chiudo gli occhi per un istante, sentendo formare un'altra crepa nelle mie difese, e tutto sparisce. Ammaliato da quelle parole e dalla sua luce, come Omero dal canto delle sirene, scivolo in lei lentamente sino a riempirla tutta e lei urla di piacere. Catturo la sua bocca con la mia, assorbendo i suoi respiri e il suo sapore: sangue reclama la mia gola. Lei mi accarezza la schiena, poi affonda le dita nella carne aggrappandosi e il mio desiderio accresce. Accelero, <<Eric>> mi supplica, di nuovo, sulle labbra con gli occhi chiusi. Ancora quel dolce canto che mi porta alla deriva e cingendola con un braccio la sollevo, spingo, in profondità, altre due volte e insieme esplodiamo, <<perfetto!>> le sussurro all'orecchio con il fiato spezzato e completamente trasformato. Alzo gli occhi alla finestra e incontro lo sguardo di Rose e leggo la soddisfatta certezza che morderò Emily senza alcun controllo. Oh, infida arpia, penso imponendomi una dolorosa disciplina. Mi tengo stretta Emily: è mia! Le faccio capire con questo gesto e resisto alla voglia tremenda del suo sangue mentre il suo corpo, tra le mie braccia, sembra senza ossa, una gelatina dolce che oscilla sciolta dal calore. Tramortito da questa sua nuova reazione, ritraggo i canini e l'adagio sul cuscino, poi mi sposto di lato senza staccare gli occhi dai suoi, persi in quella sorprendente estasi che incanta anche me, ma per vedere se la sua mente è ricettiva, le domando <<cosa stai pensando?>>. Lei sbatte le palpebre con le lunghe ciglia, mi sorride, e si rannicchia poggiando il volto sulle mani congiunte <<pensavo, che tu sia troppo grande per me>> <<nessuna donna si è mai lamentata per una cosa simile>> <<Eric, io mi riferivo all'età>> <<Aah! In effetti, scorrono molti anni tra di noi, forse, non dovresti frequentare un vecchio>> <<tredici anni, più grande di me, non ti rendono vecchio ma antico>> risponde con un sorriso. <<Già e tu, questa volta, potresti davvero scappare, se ti rivelassi quando sono antico dentro>> e resto a fissare il suo volto rilassato che riflette il mio, <<prima, mentre ti baciavo, hai parlato in francese, che io non capisco, adesso mi traduci la frase?>> <<Vuoi proprio saperlo?>> <<Sì, perché penso si tratti di un apprezzamento>>. E lo era, ma il suo sguardo trepidante, di ricevere un mio complimento, mi diverte e mentendo le dico <<non è vero. Stavo imprecando>> <<non mi sembrava e poiché non vuoi dirmelo, mi ritengo libera di pagare il resto della scommessa dopo aver frequentato un lungo, anzi lunghissimo, corso di francese>>. Le metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio poi con un dito disegno il contorno del suo viso fino alle labbra <<anche se non sono un tipo paziente, aspetterò! Ne vale la pena strega>>. Questo è il massimo che potevo concedergli come complimento diretto e ritraggo la mano infilandola sotto il cuscino. Basta, gesti teneri. Sorride con gli occhi che s'illuminano, poi mi domanda <<posso chiederti una cosa?>> <<Dimmi! Che cosa vuoi sapere>> <<perché non porti il cognome di Albert>> <<sui documenti sono Eric Bilmar de Fornier>> <<e perché ti presenti solo come Bilmar>> <<quello è il mio cognome dalla nascita. L'ho tenuto per non dimenticare da dove vengo e poi è d'obbligo mantenere un profilo basso, de Fornier risveglia la curiosità di molti>> <<hai anche una madre adottiva?>> <<No! Albert non è sposato>> <<e come ha fatto ad adottarvi e perché anche i tuoi fratelli hanno il tuo cognome. Raccontami, per favore>>. Rose, sta in ascolto ed è meglio che mi mostro loquace alla sua avidità di sapere e le dico, una mezza verità <<Albert era un prete, poi un giorno dovette rinunciare alla chiamata di Dio, per occuparsi della figlia del fratello, di Rose, che rimase orfana, ma si ripromise d'impegnare la sua vocazione in altro modo e così mi prese con lui salvandomi da un destino mortale, quasi in contemporanea prese anche Tom e poco dopo Carl. E poiché io volli tenere il Bilmar, mi sembrò giusto, che anche i miei fratelli, avessero il mio cognome. Con la burocrazia fu facile per Albert, aveva le giuste conoscenze>> <<dove ti ha trovato Albert?>> <<Per strada>> <<vuoi dire che vivevi in strada?>> <<Sì, combattuto tanto prima d'incontrare mio padre>>. Con gli occhi velati di lacrime immaginando chissà quale mia triste esistenza, ma non potendo mai arrivare alla verità, con un filo di voce, chiede ancora <<e la tua vera famiglia? Non ti ha mai cercato?>>. Stavamo andando con le domande in una vita passata che non mi va di rinvangare e accigliato le dico <<no! Sono morti. Avevi detto una domanda, adesso basta>>. Guardandomi con timore mi chiede <<posso venire vicino a te?>> <<Di solito mi abbracci quanto ti pare, adesso perché mi chiedi il permesso?>>. Portandosi dietro la coperta, si accoccola sul mio torace <<non volevo rovinare un mobile d'antiquariato>> scherza. Non voleva rovinare un momento felice con me, invece e sentendo il mio petto sussultare di una risata trattenuta, per avermi paragonato a un mobile, solleva la testa chiedendomi <<perché ridi?>>. Basta chiacchiere, le devo accendere di nuovo il desiderio per appagare la voglia che ho ancora di lei, e le dico <<pensavo che si possa invertire il ruolo del bacio. Mi domando che sapore hai lì>> <<Eriiic. No!>> esclama scandalizzata rotolando di lato con il volto in fiamme e coprendosi fino al collo. La afferro, per i fianchi e imprigionandola con la schiena premuta contro il mio petto, le chiedo <<sono io il problema? Oppure non ti è piaciuto>> <<non posso credere che tu me lo stia chiedendo davvero>> <<rispondimi, altrimenti ti lego al letto e poi faccio ciò che voglio>> <<oh, no!>> geme con la faccia sul cuscino. Sentendosi imprigionata dal mio corpo fa un gemito arrendevole e stando in quella posizione, dice <<non ho mai permesso a nessuno di toccarmi. Per me è tutto nuovo>>. Allento la stretta, subito, sentendomi il flusso sanguigno accelerare di una strana eccitazione che mi fa perdere le forze. Lei è vergine da ogni punto di vista. Dire stordito è poco! Questa donna è stata capace di tramortirmi, non solo facendo sesso ma anche raccontandosi e notando che sono rimasto immobile, lei si volta e poggia la mano sul mio petto <<come bette>> <<non dovrebbe, è sbagliato>> le dico impassibile con la barriera alta. Con un mezzo sorriso lei finge di non essere ferita dal mio umore poi scostandosi dal mio corpo, mi dà le spalle. Rimango con gli occhi fissi sulla pelle candida della sua schiena e penso che lei azzardasse la sfacciataggine per nascondere la timidezza dell'inesperienza e mi piaceva. Accidenti, come mi elettrizza l'idea di saperla totalmente inesperta: Cosa non ti farò, Emily! E sarò io a insegnarti fino a renderti senza freni morali, licenziosa nel mondo della lussuria, ma doveva fidarsi di me anche in questo campo, per poi plasmarla a mio gusto. Prima, però, devo rimediare a quello che le ho detto. E per farlo dovevamo essere soli: ma guarda che mi tocca fare e dire per una donna! Alzandomi dal letto, indosso il pantalone della tuta e nella cabina armadio mi metto le scarpe da ginnastica, poi prendo una tuta felpata per Emily. Ritorno in camera e lanciandoglieli, sbrigativo dico <<vestiti, sta per arrivare>> <<che succede>> lei mi domanda in ansia, sedendosi in mezzo al letto, mentre m'infilo la t-shirt, <<sbrigati! Stai perdendo tempo prezioso>> rispondo come se fosse di vitale importanza. Cerco di non ridere, assumendo un'espressione dura, mentre le passo le scarpe, vedendola vestirsi frettolosamente. Appena annoda l'ultimo laccio, le afferro un braccio che le trema e la trascino fuori di casa dirigendomi verso il bosco. Alzo la mano verso due guardie del mio team che ci seguono <<restate qui!>> <<come desidera signore>> e ritornano alla casa. M'inoltro nel bosco, a passo svelto, tirandomi lei dietro <<Eric dove stiamo andando?>> mi domanda in panico <<in un posto>>. D'improvviso mi fermo e lei sbatte contro il mio fianco, sbarra gli occhioni blu mentre le domando, fingendomi preoccupato, <<hai sentito?>> <<cosa?>> <<Si sta risvegliando. Presto, corriamo>> le dico e accelero il passo <<chi? Cosa?>> <<Risparmia il fiato>>. L'adrenalina scaturita dalla paura la spinge a correre veloce quando me, ma ogni tanto le lancio uno sguardo per accertarmi che stesse bene: affanna, ma può ancora resistere. Arrivati a est ai confini del bosco, mi fermo vicino a una quercia e mi arrampico sul primo ramo, <<dammi la mano>> <<cosa? Vuoi che salga lì sopra?>> domanda con il fiatone <<è vicino, muoviti>> le dico sporgendomi verso di lei. Esita qualche secondo, poi guardandomi decisa, afferra la mia mano. La tiro su, poi continuo a salire fin quasi alla cima scegliendo un ramo abbastanza robusto, <<oddio, come siamo in alto>> esclama impaurita. La cingo in vita con un braccio, per rassicurarla e lei mi chiede <<cosa ci facciamo, di notte, qui sopra>> la sollevo tra le braccia e lei spalanca gli occhi per timore che perdessi l'equilibrio, <<adesso lo vedrai>> e le sorrido. Lentamente, mi abbasso sedendomi nel punto della forcella del ramo, poi la metto su di me, con la schiena poggiata al mio torace tenendola stretta con un braccio in vita e le ordino <<stendi le gambe sulle mie e incrocia le caviglie>>. Appena fa come le ho detto, le infilo l'altra mano nell'elastico della tuta e la tiro giù scoprendole il sedere, <<Eric, cosa stai facendo>> domanda irrigidendosi e stringendosi al mio braccio <<un po' di trasgressione>> <<e vuoi farla qui sopra? Tu sei pazzo, ci uccideremo cadendo>> <<schhhh! Non rovinare tutto>>. La sollevo il tanto che basta poi libero l'erezione dai miei pantaloni, e molto piano, perché doveva essere piuttosto indolenzita, la calo sopra facilitato dall'essere lubrificata dal mio seme. Accidenti, il calore di questa donna è sconvolgente, sento d'incendiarmi a ogni millimetro in cui sprofondo. <<Eric, ti prego è pericoloso>> piagnucola girando il viso verso di me, <<non ti muovere. Rilassati e guarda davanti a te>> le dico circondandola con le braccia. Restiamo in silenzio scrutando l'orizzonte: il cielo della notte si sta schiarendo colorandosi di azzurro striato di rosa pesca con sprazzi di nuvole bianche, e puntuale il sole fa la sua apparizione sembrando sbucasse dal lago abbracciandolo con i suoi raggi. Emily affascinata esclama <<oh, l'alba! È spettacolare>>. La prima lezione di sesso fuori dagli schemi è iniziata, adesso le do la dose di romanticismo, per cancellare quello che le avevo detto a letto. Con la guancia accostata alla sua, dico <<c'è stato un tempo in cui ho temuto di non vedere sorgere la luce di un nuovo giorno. Gli esseri come me, conoscevano solo le tenebre, poi è accaduto il cambiamento e da quel giorno in qualsiasi luogo mi trovassi non mi sono perso un'alba, però trovandole per inerzia, tutte uguali tranne una e in un preciso posto>>. Rose, è nelle vicinanze che ascolta ed Emily con il cuore accelerato e lo sguardo fisso in avanti mi domanda <<quale? Vorrei tanto saperlo>>. Poggio la mano al centro del suo petto e con tono sincero <<questa! Stando dentro di te>>. E parlandole in inglese, perché resta sempre affascinata quando mi esprimo in quella lingua, accostando le labbra al suo orecchio, dico <<i care about you Emily>> lei sussulta trattenendo il respiro ed io sorridendo le bacio una tempia. Fatto! Il suo cuore sembra il suono d'incitamento di un tamburo. È così facile raggiungere e raggirare i sentimenti degli umani ora mi tocca prendere il premio. Spingo i fianchi in alto, strappandole un gemito di piacere, m'impossesso della sua bocca, continuando con brevi colpi poi affondo il volto nei suoi capelli svuotandomi in lei che scossa dal piacere si abbandona con il capo all'indietro sulla mia spalla: oh, il suo collo così deliziosamente teso verso le mie labbra. E il suo odore poi! È una tortura per la mia sete. <<Non siamo caduti>> sussurra incredula di quello che abbiamo appena fatto. Ritrovo, in tempo, il controllo nell'attimo in cui lei gira il viso verso il mio, dicendomi <<presumo che tu l'abbia fatto spesso questo tipo di trasgressione all'alba>> <<è la prima volta per me>> <<allora è ufficialmente dichiarato, tu sei un pazzo irresponsabile>>. Sollevandola da me, <<è una probabilità>> le dico sistemandole il pantalone, perché sento delle presenze avvicinarsi, <<Eric, tutto bene?>>. È Milo, che chiede, in compagnia di Raul. Guardo giù dicendo, <<io non vi ho chiamato. Cosa ci fate qui>> <<tuo padre è preoccupato e ci ha ordinato di cercarvi>>. Di Rose, non avverto più la presenza, quella vipera non si è convinta, vedendo con i suoi occhi, la scena che tengo veramente a Emily! Era corsa da mio padre raccontandogli chissà cosa per spingerlo a mandarmi i Vampiri. E adesso sicuramente sta escogitando qualche altro piano malefico per togliere la sua discendente dalla mia tutela. Piego le gambe e facendo leva con i piedi sul ramo, mi alzo portando su anche lei, <<e adesso?>> mi chiede aggrappata al mio torace. <<Scendiamo logico no! Vado prima io>> lei impallidendo annuisce e abbraccia il tronco. Appena raggiungo il ramo più in basso, <<Emily, allunga il piede, dove sto io>> <<Dio com'è alto, non c'è la faccio>>. E disperata presa dal panico stringe di più il tronco con rigida immobilità. <<Maledizione! Ho detto allunga la gamba Emily>> le impongo con rabbia. Vedendo la situazione in cui stavamo, Raul la raggiunge e staccandola dall'albero le dice <<credo che lei abbia bisogno d'aiuto signorina>> e sollevandola per i fianchi si piega sul ginocchio e la cala verso me. La prendo e allo stesso modo la passo a Milo che sta sul ramo sotto di me mentre lei prega sotto voce finché non poggia i piedi sul terreno, aggrappata al mio torace. Tenendola per mano, c'incamminiamo seguiti da quei due Vampiri, innervosito per il suo stupido comportamento alla presenza dei miei sottoposti che già giudicano la mia scelta di avere al mio fianco un'umana, per di più debole e timorosa, ma del loro giudizio poco m'importa. Quello che veramente occupa i miei pensieri è Rose: giuro che questa battaglia e principalmente a chi appartiene la sua discendente, la vincerò io. Devo solo mantenere i nervi saldi e portare Emily sempre più a costo mio.

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