La passione ha il tuo nome. Capitolo 3

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Marzo.

Eric.

Alle prime luci dell'alba mentre la città si accenna a un nuovo giorno, mi reco da Sheila. È il mio passatempo preferito, il sesso con lei, mi compiace. Dopo il nostro incontro, quando il sole ormai cala, vado in ufficio. <<L'ha cercato ancora, sembra tanto cara ma noi due, dobbiamo scoprire chi è, prima che Eric possa mettersi nei guai. Più di quanto non sia successo con Margharet, perché in questa faccenda potremmo essere coinvolti tutti>>. La voce di Tanya si sente dalla porta socchiusa, con Felicia che ribatte <<hai ragione, noi dobbiamo proteggerlo stavolta, ma non penso sia proprio la stessa cosa. Io credo di aver capito>> <<in ogni caso potremmo chiamare Rose>> propone Carl e Tom chiede <<per fare cosa?>> <<Per comprendere se è Annie. Oppure potremmo rischiare e cancellarle il ricordo di Eric>>.

Come osano confabulare alle mie spalle! Spalanco la porta furiosamente, <<eravate così affaccendati a tramare che non mi avete nemmeno udito>> dai loro volti bianchi come la porcellana trapela sorpresa e timore, <<voi non vi azzarderete a fare nulla di ciò che avete detto se non lo ordinerò io!>> minaccio e andando via lascio Tom a gridare, <<aspetta, parliamone>>. Il tempo trascorso lontano, mi era servito per distrarmi da lei, per non cedere alla tentazione d'irrompere in casa di mio fratello e rapirla per farla mia prendendo il suo sangue anche con violenza se sarebbe stato necessario. Quella ragazza aveva turbato i miei giorni fino al punto di pensare io stesso di chiamare Rose, ma la mia famiglia non capiva che fosse meglio per tutti noi tenerla fuori dalle nostre vite private specialmente se si trattasse di Annie, ma adesso avremmo aperto le carte. Per prima cosa, l'identità di Emily doveva venire fuori, in un modo o nell'altro.

Parcheggio l'auto in via Cavour, nei pressi del Colosseo, dove si trova la sua libreria, e traggo un respiro per calmarmi. Finalmente entro nel negozio: "Libri e libri" e mi guardo intorno, mi aspettavo un'attività modesta, invece non vendeva solo libri, ma anche video giochi, tv, telefonia e pc di ultima generazione e tutto ciò che riguarda il mondo della musica e dei film. La cerco con gli occhi, non la vedo, ma percepisco il suo odore e quando tra le altre sento la sua voce, infilo le mani nelle tasche e lentamente mi muovo tra gli scaffali. Arrivo al piano superiore, nel reparto di libri per l'infanzia, è lì a sistemarne alcuni e parla con una piccola umana.

Emily.

Intanto è trascorsa una settimana da quando Adriana mi aveva riportato a casa e dall'ultima volta che avevo visto i Bilmar. Mi ero messa in contatto con Tanya e Felicia, con il pretesto di ringraziarle ancora, chiedendo di Eric, ma avevo ottenuto soltanto risposte vaghe. La mia vita è tornata ai ritmi di sempre, soltanto che si era aggiunto un particolare: Lui. Lo penso spesso e mi chiedo, dove fosse e se anche lui facesse la stessa cosa. Nei giorni della mia convalescenza avevo più volte contrapposto il desiderio di andare via a quello di restare, ma da quando lo avevo rincontrato, le cose erano cambiate. Lui ha uno strano effetto su di me. La sua personalità mi affascina tanto da voler approfondire la sua conoscenza. Pietro, intanto, aveva ripreso a tormentarmi con le sue solite "attenzioni" ed io infastidita temo ancora che mi possa accadere qualcosa, ma con l'esperienza avuta, stavolta terrò alta la guardia.

Siccome nei giorni scorsi, a causa dell'incidente, la mia nipotina aveva sentito la mia mancanza, penso di farle una sorpresa. La sono andata a prendere all'asilo e dopo essere state al parco, l'ho porta in libreria per stare ancora insieme.

Verso sera, mentre finisco di sistemare alcuni libri sento <<Emily>> e mi blocco. È la sua voce calda e suadente, con il suo lieve accento americano. È tornato! Mi giro lentamente e vedendolo, ho la certezza che non sono stata solo una parentesi nella sua vita. Lo guardo negli occhi e il mio cuore accelera. Lui mi sorride, ed io trattengo il fiato per un attimo: cavolo, ammazza sempre il respiro quando sorride! E quando si avvicina, d'impeto, gli butto le braccia al collo in una stretta calorosa, dicendo <<bentornato!>>. Il suo contatto mi procura sempre quel brivido caldo lungo la schiena solo che questa volta sembro attraversata da piccole scariche di elettricità. Oh mio Dio! E che buon profumo che ha. È una fragranza fresca, selvaggia, qualcosa di mistico che mi sconvolge i sensi. Resterei a bearmi tra le sue braccia per sempre. <<Che esagerazione accogliere un cliente in questo modo>> <<tu non sei un cliente e poi per me, sei speciale>>. E scostandomi da lui, con riluttanza, <<sono felice di rivederti, come stai? Temevo non sarebbe successo, con tutti i tuoi impegni>>. Nello stesso momento Letizia, tirandogli il pantalone per richiedere la sua attenzione dice, <<io sono Letizia Gini, tu chi sei?>> e lui guardandola come fosse infastidito <<Eric Bilmar>> <<sei tu che mandi i fiori alla mia zia?>> Eric con tono stizzoso le risponde <<no! Ora però zia Emily mi racconta tutto!>> poi osservandomi con attenzione, aggiunge <<e lo faremo in privato!>> e si avvia all'uscita. <<Zietta. Se quell'uomo antipatico ti fa arrabbiare, dimmelo così gli do un calcio nelle palle>>. La guardo con gli occhi spalancati: uhhh mammamia cos'ha detto! Cercando di mantenere un'espressione seria, tossendo per non ridere, mi piego alla sua altezza e la rimprovero <<le parolacce non si dicono e se ti sento ripetere una cosa del genere farò la spia a tua mamma così ti metterà in punizione a vita>>. Mi rialzo e spedisco Letizia dalla madre ripromettendomi in futuro di non aprire più bocca se lei fosse stata nei paraggi e raggiungo Eric. È poggiato a una Ferrari Spider nera, <<è la tua auto questa?>> gli domando, <<sì, ci hai fatto anche un giro, ma ovviamente non lo ricordi>> <<stupenda! La mia Smart in confronto diventa niente, ma dove andiamo adesso?>> <<Dove mi spiegherai cosa è successo in questi giorni!>> <<Bene, a due passi c'è un bar, andiamo lì?>> <<Per me, è uguale>>. Mentre camminiamo, sul marciapiede, l'uno di fianco all'altro, noto il suo sguardo corrucciato, forse si è pentito di essermi venuto a trovare? O per quello che aveva appena sentito? Beh, se così fosse, allora la faccenda si complica parecchio. Adoro quella bambina ma, certe volte, lei riesce a essere così inopportuna...

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