Una volta che ha messo abbastanza metri tra lei e quella casa, il passo diventa più regolare; la musica nelle orecchie riesce a calmarla un poco; il cuore smette di battere così veloce; il respiro torna tranquillo; mentre lei cerca di non pensare a niente, mentre aspetta l'autobus che la porterà all'ospedale. Cerca di non permettere a quell'affetto di penetrarle nel cuore. Perché sa di non meritarlo, sa che non può permettersi un lusso simile, che non si merita neppure un grammo dell'amore sconfinato di Azura nei suoi confronti.

Sospira, la musica che intanto la porta fuori dal mondo, la rinchiude per un poco in quella bolla di pace e di tranquillità di cui ha bisogno in quel momento; quella bolla che la difende e che non permette a niente e nessuno di infierire oltre. La protegge, anche se non sarà mai sufficiente per ciò che ha dentro e che non aspetta altro che farle male, divertendosi nel vederla agonizzante, preda di quella confusione a cui mai riuscirà a trovare un ordine.

Perché è passata una settimana da quando Calum Hood è riuscito a distruggere i suoi muri, la sua unica difesa. E sta facendo fatica, troppa, per rimetterli in piedi; mentre il dolore si fa più vivo, giorno dopo giorno, senza darle modo di poter mettere una fine a ciò che le fa male, con quel senso di vuoto, di incompletezza che le sta sempre dietro, come se volesse premere su quella ferita che mai guarirà. È per questo che sta mettendo nuovamente ogni grammo di se stessa, di ciò che è rimasto di lei; per far sì che quelle mura non cadano più, per nessun motivo; per renderle ancora più forti, impenetrabili e solide di quanto già non fossero. Perché non vuole più stare con il dolore addosso; vuole mandarlo via, ad ogni costo, pur di tornare a respirare, pur di tornare a vivere quella vita che le è stata strappata via troppo presto, prima che potesse anche solo capirla un poco.

L'autobus arriva e lei sale, sedendosi su uno dei posti in fondo sulla sinistra, la fronte poggiata al finestrino freddo e gli occhi color cioccolato puntanti sulle poche persone che sono lì dentro, magari sperando di poter trovare una risposta alle domande che le assillano la mente e a cui tuttavia non riesce a trovare una risposta. Per lo meno non ancora. Intanto continua a pensare, e la musica continua ad andare, a farle compagnia, mentre lei osserva tutto attentamente, con gli occhi di chi, a volte, riesce a cogliere l'attimo perfetto.

Ed è mentre quei pensieri le frullano per la testa, che si decide a prendere il suo quadernino verde, per sfogarsi un po'. E già soltanto sentire sotto i polpastrelli la carta ruvida la calma, più di quanto riesca a fare la musica. Apre la penna ed inizia a scrivere, a buttare giù parole su parole. Si sfoga; dà vita a tutte quelle cose mai dette le gravavano sul cuore. Scrive, e si sente un po' più leggera, un po' meno oppressa dal peso di quel buio che ha dentro. È come se mettere su carta i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la aiutasse a mandar via un poco di dolore, è come se la aiutasse a fare un po' più di ordine nel casino immenso che è la sua vita. Scrive sempre, Letizia; fin da quando era piccola è sempre stata l'unica cosa che non ha mai mollato, che le ha sempre tenuto compagnia anche nei momenti più bui; la sua unica passione, la sola via d'uscita per scappare da tutto il resto.

Ogni volta che lascia pieno campo alla sua mano e alla sua mente che buttano giù parole dopo parole, si sente meglio, in ogni senso, è più tranquilla e non potrebbe chiedere niente di più. Non è molto, ne è consapevole; ma per adesso quel poco che c'è riesce a far tanto, molto più di quanto lei si sarebbe mai immaginata.

Sospira e scrive. E la musica continua a tenerle compagnia, a scaldarle un poco l'anima, mentre lei tenta ancora di tenere lontano dal cuore Azura e il suo tocco delicato che, insieme a quegli occhi color caffè, riesce soltanto a mandarla in pezzi, più di quanto già non sia.

Scrive, ma la testa è da tutt'altra parte, ferma a quando la donna le ha fatto quella proposta circa tre mesi prima.

Era in camera sua, sul letto, la musica accesa che ben si sentiva dal PC anche se il volume era basso. Aveva il suo quadernino verde in mano e lo stava sfogliando, pur di trovare nella sua vita qualche cambiamento che avrebbe potuto aiutarla, che avrebbe potuto darle quella spinta in più che le mancava per reagire. Tuttavia, non riusciva a trovare niente che potesse anche solo darle un minimo di speranza.

Burn with you || c.hOnde as histórias ganham vida. Descobre agora