Capitolo XXXVII

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Vampiri Originali
Coloro che sono Vampiri per nascita, nati da entrambi i genitori della medesima razza attraverso la procreazione e l'unione esattamente come quella degli Umani.

Vampiri Secondari
A questa categoria appartengono tutti gli Umani che sono stati morsi e hanno completato la trasformazione.

Allora io ero un vampiro secondario. Ovviamente c'erano molte più informazioni, come quella che i vampiri originali fossero superiori e dotati di maggiori poteri, che avessero più diritti di quelli secondari e potessero trattarli anche come schiavi. Insomma, solite cavolate e differenze che esistono fra ricchi e poveri, Umani e Vampiri, nobili e contadini. Nulla di più nulla di meno, dunque per me semplicemente sciocchezze.

Scoprii, grazie a quel libro, che i figli dei Primi erano resistenti alla luce del sole, anche se non del tutto - ma questo lo sapevo già - e soprattutto che esisteva un metodo per uscire fuori e non rimanere polverizzati dai raggi solari. Era un metodo ormai in disuso, non lo utilizzava più nessuno e bisognava chiedere l'aiuto di una razza misteriosa, che amava nascondersi e rimanere nell'ombra: le streghe. Evidentemente quel libro conteneva una marea di cavolate, io ero ancora dell'idea che le streghe non esistessero.

Eppure si parlava di anelli solari, di forme, dimensioni e colori differenti e a scelta. Erano riportati anche nelle immagini e sembrava fossero reali. Non poteva essere, sicuramente quel libro mentiva, ma non nascondo che mi sarebbe piaciuto averne uno. Io amavo il sole, mi piaceva sentirlo sbattere sulla pelle e accarezzarmi alla mattina appena sveglia. Era una delle poche gioie che provavo quando mi ritrovavo in quella vecchia stanza, buia e impolverata a Villa Royalts.

Di stanze ce n'erano a milioni, tutte sicuramente migliori della mia, eppure no. A me toccava stare in quel buco, perché ero una schiava. Ma se camere migliori erano disponibili, perché noi schiavi dovevamo essere relegati nel peggio del peggio? Beh, perché noi non dovevamo essere abitanti male. Non potevano viziarci. Non mi sarei mai fatta illusioni comunque.

«Cosa fai, ti informi meglio sul mostro che sei diventata?», sentii una voce e mi voltai, ma alle mie spalle non c'era nessuno. Allora girai lo sguardo avanti e mi ritrovai James, vestito semplicemente con un pantalone di tuta grigio e una t - shirt bianca, accompagnata da una felpa dello stesso colore dei pantaloni e il cappuccio sulla testa che quasi gli copriva gli occhi. Non lo avevo mai visto così sportivo. 

«Mi hai spaventata!», sbottai, irritata. Ancora non lo avevo pienamente perdonato per tutto ciò che aveva fatto. Uno stupro te lo porti dietro per sempre, ti resta impresso in mente e ti segna l'intera vita. Da quando ero diventata un vampiro le cose erano un po' cambiate, non soffrivo più per le offese o le battute sbagliate e dunque anche quel gesto non mi faceva più tanto male. Ma se ragionavo con quel lato umano che mi era rimasto e che lottava per avere la meglio, allora un brivido di paura mi percorreva tutto il corpo, quando mi trovavo il bel vampiro davanti.

«Oh, scusi, mademoiselle», ironizzò, facendo un sorrisetto sghembo «Sono qui per parlarti.»

«Come hai fatto ad entrare?», domandai. Che ci fosse davvero un passaggio segreto che collegava villa Royalts con la sua ed io non ero ancora riuscita ad inviduarlo? Ero paranoica.

«Avevi lasciato la porta socchiusa, Eloise», non guardavo troppi film e non leggevo troppi libri, era semplicemente la mia mente che amava fantasticare. Sciocca. Illusa. Ingenua.

«Ah già», abbandonai il discorso, sospirando e richiudendo il libro che stavo leggendo. Molte cose le sapevo già, altre non mi interessavano nemmeno e alcune erano sciocchezze, probabilmente. Come l'anello solare e le streghe, se davvero fosse esistito qualcosa di tutto ciò ero certa che Luke me lo avrebbe detto. «Allora? Cosa c'è?», chiesi poi al vampiro dai capelli scuri, il quale si avvicinò e si sedette su una sedia proprio di fronte a me.

Eloise - Figlia di una schiavaOnde histórias criam vida. Descubra agora