Capitolo XIV

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Prima di cominciare con il capitolo, volevo fare una piccola premessa. "Eloise" è nata come una trilogia un paio di anni fa e un anno fa il primo libro è stato completato. Ho cominciato anche il secondo, ma dopo un po' di capitoli ho avuto un blocco e non sono più riuscita ad andare avanti. Ho deciso di revisionare tutta la storia da capo, ecco perché a voi appare completa quando in realtà non lo è. Il primo volume di Eloise conta in tutto 40 CAPITOLI! NON FINISCE COSÌ. Essendo questa una revisione, ho già detto un miliardo di volte che procederò con molta calma, prendendomi tutto il tempo di cui ho bisogno. Al momento mi sto dedicando completamente sulla trilogia "Dark Angel", di cui sto provando in tutti i modi a pubblicare anche il cartaceo. (Potete capire quanto io ci tenga!)
Posso anche scusarmi con voi per i ritardi, ma al tempo stesso non è esattamente così che la penso. Per me scrivere significa libertà ed io scrivo quando ne ho voglia, quando ho l'ispirazione, quando lo sento dentro di me. Scrivere sotto costrizione non ha senso, diventa quasi un lavoro. Io non scrivo per gli altri, scrivo per me stessa e lo faccio molto liberamente. La scrittura è la mia più grande passione da quando sono piccola, non un OBBLIGO! Potete non seguire più la storia, o me, odiarmi, segnalarmi, criticarmi. Non mi interessa. Io sono una persona sincera e quella che vi ho raccontato non è altro che la verità. Detto ciò, vi invito a smetterla con i mille commenti in cui scrivete "Aggiorna" (e non solo, molti di voi sfiorano i picchi della maleducazione), perché non serviranno a farmi aggiornare più velocemente. Spero di essere stata chiara. Buona lettura!




«Ciao». Una parola lieve, detta con voce roca. Vidi sbucare dal giardino una chioma bionda e due pozzi azzurri. Sorrideva ed era bellissimo, ma io dovevo scacciare quei pensieri su di lui.

«Salve» mormorai, si trattava del mio padrone e dovevo essere gentile. Ma feci un grande sforzo, sapevo che era venuto per portarmi al patibolo. «Immagino siate qui per la mia punizione.»

Scosse la testa e lo guardai perplessa, non capendo. «Credo tu ne abbia avuta abbastanza» si sedette accanto a me, il cespuglio era grande da poter ospitare entrambi. «Sono qui per rilassarmi un po'.»

«Se volete vado via.»

«No no, resta pure», ancora una volta rimasi sorpresa, ma non dissi nulla. Un momento del genere non sarebbe capitato di nuovo, per la prima volta nella sua espressione non vedevo cattiveria o malizia.

Il silenzio regnò sovrano, nessuno fiatava e la situazione cominciava a diventare imbarazzante. Lui rimase all'ombra, ben nascosto fra gli alberi. Come vampiro, non poteva trascorrere molto tempo al sole. Allenandosi aveva sviluppato una certa resistenza, ma si trattava di pochi minuti. Lo vidi sporgersi di più per assaporare la luce solare sulla pelle, socchiudere gli occhi e lasciarsi accarezzare dai raggi di fuoco.

«Cosa fate?» balzai, spaventata. Così si sarebbe ucciso. «In questo modo morirete» lo afferrai per un braccio con l'intento di trascinarlo via e lo vidi sorridere.

Eloise - Figlia di una schiavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora