Capitolo XXXII (Parte I)

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Il giorno del compleanno di Luke arrivò in fretta ed io fui costretta a tornare in quella casa che tanto mi aveva fatta penare. Quella casa che odiavo, che non avrei più voluto rivedere, ma che si ripresentò con tutti i suoi demoni e quei segreti che avevo sempre odiato più di ogni altra cosa al mondo.

Quando Agatha mi vide non disse nulla, né un "Bentornata", ma nemmeno un "Qui non sei la benvenuta". Dalla sua faccia traspariva solo una profonda apatia e un tremendo fastidio nei miei confronti, quello potevo notarlo. Mi guardò con indifferenza e passò oltre. Le sue aspettative non erano queste, io non dovevo essere viva e non dovevo essere lì.

«Madre» la chiamò Luke e lei si voltò appena «Ho impedito la sua morte, ora sarete contenta» e sorrise soddisfatto, noi avevamo vinto sì, ma ancora per poco. Lei non era una di quelle persone che amavano la sconfitta. Ero certa che avrebbe riconquistato la vittoria, in qualunque modo possibile.

Con quei tacchi che risuonavano per tutto l'ambiente, la donna andò via senza degnare il figlio di una risposta né di uno sguardo.

Il biondo, a sua volta, mi invitò a raggiungerlo in camera, dicendomi di avere una sorpresa per me. Era il suo compleanno, avrei dovuto fare io una sorpresa a lui eppure non avevo niente, niente di niente da regalargli se non tutto il mio amore.

Quando entrammo in camera si diresse direttamente verso l'armadio, lo aprì e ne estrasse un abito. «Questo è per te, vorrei che lo indossassi al mio compleanno» me lo mostrò. Era incantevole, un vestito troppo bello per i miei canoni, un qualcosa di meraviglioso che mai mi sarei immaginata di poter indossare, un giorno.

«Io... no, davvero, Luke, non mi sembra il caso» tentai di ribellarmi, non potevo accettare un tale regalo.

«L'ho comprato per te, Eloise» nel sentire quelle parole, rimasi un attimo paralizzata ad osservarlo. Aveva davvero acquistato per me un abito così bello? «Ti va di provarlo?»

Corsi ad abbracciarlo, senza pensarci su due volte e lui per un attimo rimase sorpreso, ma non m'importò. «Grazie... io davvero, sono senza parole» mi prese in braccio e mi baciò il viso e la fronte, mentre le lacrime per me ormai non avevano trovato più alcun ostacolo. Erano lacrime di gioia, di felicità, di certezza, la certezza di aver trovato la persona migliore al mondo. E non erano dovute a quello stupido vestito. Più i giorni passavano, più mi chiedevo come fosse possibile che proprio io avessi fatto breccia nel suo cuore, ammorbidendo l'animo duro di Luke Royalts.

Mi porse anche un paio di tacchi ed io indossai il tutto in una cabina nella quale lui si cambiava, all'interno della sua stanza. L'abito era verde bottiglia, scuro, tendente quasi al nero o al blu notte, era semplice, stretto in vita e poi si allargava con una gonna ampia: magnifico! Era rivestito da diverse file verticali di paillettes argento, che gli davano un effetto a dir poco fantastico, mentre un fiocco nero che mi stringeva la vita era legato all'altezza della schiena. Le scarpe alte mi rialzavano, mi davano una postura regale, quasi da Regina, tanto da farmi sentire importante. L'effetto finale era semplicemente perfetto!

Uscii lentamente mostrandomi a Luke e sorridendo impacciata. Il suo sguardo si posò su di me e le sue labbra si aprirono meravigliate. Probabilmente le mie guance assunsero una tonalità di rosso non ancora scoperta. «Non ho mai visto una donna più bella di te, sei una visione!» sorrisi ancora imbarazzata, era sempre in grado di farmi sentire bene «Sembri una principessa» mi afferrò a sé attirandomi per i fianchi e dandomi un profondo bacio sulle labbra «La mia principessa».

«Credo di sapere, adesso, che regalo farti per il compleanno» mormorai, finalmente lo avevo trovato. Era un regalo per entrambi a dire il vero, una cosa che mi era mancata e che desideravo con tutta me stessa.

Eloise - Figlia di una schiavaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora