Prologo

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Quanto si è disposti a sacrificare per un'amica?
Era quello che mi chiedevo da ben dieci minuti. La mia, di amica in questione, continuava a sventolarmi dinanzi al volto due biglietti per una sfilata di moda che si sarebbe tenuta a Londra quella settimana stessa. Ovviamente era la settimana della moda e lai, fashion designer, non poteva mancare.
Solo che io per le sfilate di moda non andavo pazza.


«Dammi dei validi motivi per cui dovrei accompagnarti a quella fastidiosa sfilata» dissi mentre sistemavo dei fogli per il catasto.
«Be' in questo preciso momento non è che me ne vengano molti in...»
«Perfetto, allora non verrò. Semplice» dissi mentre poggiavo i gomiti sulla scrivania.
«Emy!» disse spazientita.
«Cassie!»
«Ti prego» continuò, venendo persino più vicina alla mia scrivania, con le mani congiunte a mo' di preghiera.
«Ma non se ne parla» dissi cercando di far funzionare un maledetto programma nel computer. «Dannazione, 'fanculo anche i programmatori!»
«E se ti dicessi che questa sfilata può cambiarti la vita?»
Lasciai da parte lo schermo del mio computer per guardarla in faccia. Ero proprio curiosa di vedere quale altra stronzata avrebbe sparato pur di farmi andare con lei.
«Sentiamo» le dissi, alzandomi dalla sedia.
«Be' prima di tutto è una sfilata diversa dalle altre... e poi perché...»
«Frena, frena!» dissi portando una mano in alto per farle capire di smettere di blaterare. «Che intendi per diversa dalle altre? Non sarà una sfilata di Victoria's Secret vero?»
«No, quella ci sarà Giovedì e ho già preso i biglietti per me e...»
«E allora che tipo di sfilata alternativa intendi?»
«E' una sfilata maschile»
Eh ti pareva. Sfilata maschile, il che voleva dire che tutti i modelli di cui lei era innamorata, per quanto un amore possa ridursi solo all'atto fisico, erano in città per sfilare.
Odiavo le sfilate, figuriamoci quelle maschili! Diciamo che non amavo, da tempo, il genere maschile. Credo che chiunque al mio posto, dopo aver scoperto di essere stata tradita per ben due anni da un uomo con cui aveva pensato di sposarsi, poteva permettersi di odiare l' altro sesso. E di certo non mi servivano degli uomini ben piazzati per cancellare ormai l'opinione che io avevo di loro. Perché tanto, per me, ormai erano tutti uguali.
Erano, diciamo, una sorta di interruttore. Avete presente l'interruttore no? Accendi, spegni. Accendi, spegni. Ecco ora al posto di "accendi", "spegni" mettete le parole cervello, pisello.
Negli uomini il cervello ed il pisello non vanno di pari passo, sono due cose che non si incontreranno mai, nemmeno per prendere una decisione.
«Così mi invogli di più a rimanere fedele alla mia risposta. Cioè no» dissi poggiandomi alla scrivania.
«Quanto la fai lunga Emy! Sono o non sono la tua migliore amica?»
«Arriva al dunque»
«E' passato un anno da quando ti sei lasciata con...»
«Non pronunciare il suono nome» dissi tra i denti. Anche se era passato un anno, proprio come diceva lei, io ancora non riuscivo a dimenticare. Non riuscivo ancora a cancellare dalla mia mente le immagini che mi avevano portato ad essere la donna stronza e calcolatrice che tutti pensavano fossi.
Però sarei stata davvero curiosa di vedere in che modo avrebbero reagito gli altri davanti alla scena del proprio partner che si scopava un'altra.
Ah, e volete sapere cosa mi disse in quel momento, quando lo trovai lì?
"Ehi non ti aspettavo per quest' ora"
Non si aspettava che rientrassi per quell'ora?
Schifoso.
Non gli dissi niente. Guardai la puttana che se ne stava nel mio letto e li lasciai lì.
Niente sfuriata, niente oggetti lanciati.
Niente di niente. Per un verme del genere di certo non rovinavo le mie collezioni di vasi cinesi.
«Ok, io non dico quel nome però tu vieni con me a quella maledetta sfilata»
«Ma perché?» sbottai infastidita questa volta. Il ricordo di lui non aveva certo contribuito ad addolcirmi.
«Perché devi smetterla di vivere solo per il lavoro, diamine - mi disse avvicinandosi - quando è stata l'ultima volta che sei uscita per svagarti? Quando è stata l'ultima volta che hai alzato quel cazzo di telefono per chiedermi di uscire?»
E aveva ragione. Sapevo che aveva ragione, ma non ci riuscivo. Non riuscivo ad uscire e fare finta che tutto andasse bene, non dal momento che mi sentivo colpevole. Per un periodo avevo pensato che il problema nella rottura con il mio ex fossi stata proprio io. Avevo pensato che se lui si era trovato un'altra donna era perché io non gli bastavo più, o che non lo incuriosissi più.
E mi ero sentita sbagliata.
«Emy, per favore» mi implorò addirittura.
«Cassie... - dissi cercando anche di prendere una decisione in quel breve istante, anche se la risposta ormai era una. - va bene»
«Sì!» esclamò Cassie correndo ad abbracciarmi. Abbraccio che io non ricambiai con particolare entusiasmo. Se l'accompagnavo a quella stupida cosa era perché lei ci teneva, non perché mi fossi finalmente decisa, o che fossi magicamente propensa a questo genere di cose.
«Ok, calma i tuoi animi goliardici. Quando ci sarebbe questa...»
«Venerdì sera!»
«E a che...»
«Alle 21.30, ma dobbiamo essere li per le 20. E prima che tu me lo chieda: vestiti elegante!»
Lei era eccitata alla sola idea di andarci, io ero entusiasta per i mille modi che avrei trovato per resistere fino alla fine.
«Perfetto, ora che hai ottenuto ciò che vuoi, mia cara streghetta, posso continuare il mio lavoro sul catasto?»
«Ora puoi fare qualsiasi cosa!» mi disse raggiante.
«Anche mandarti a 'fanculo?» chiesi con aria innocente.
«No, quello credo di no» mi disse e lanciandomi un bacio si apprestò a lasciare il mio ufficio.
Wow, in che bel pasticcio che mi ero cacciata.

Senza RiservaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum