22. When I'm gone.

953 56 30
                                    

Leggete lo spazio autrice, è importante.

GENN'S POV
Cammino fino ad arrivare a casa. C'è mia madre <<Torni a quest'ora? Senza neanche avvertire.>> dice lei.
<<ma se ti sei accorta solo ora che non c'ero>> Ribatto io.
<<E quindi? Se ti fosse successo qualcosa non l'avrei saputo.>>
<< vabbe, ciao ma' sto andando a casa di Alex, dobbiamo provare.>> le dico mentre prendo la chitarra e gli spartiti che metto in uno zaino.
<<torni a piedi o devo passarti a riprendere io?>>
<<non mi aspettare.>> mi chiudo la porta alle spalle senza aspettare il suo saluto.
Prendo il telefono, sono le 4, sono in anticipo di un'ora, decido di aspettare in una piazzetta che non si trova troppo lontano da casa. Arrivo e mi siedo su una panchina, non c'è quasi nessuno, giusto due o tre bambini che giocano nel parco affianco.
Accendo una sigaretta, cerco di non pensare a ciò che è successo, a ciò che ho detto.
È molto freddo, inizia a piovere, entro in in bar mi siedo e ordino un caffè.
Non posso non pensare a lei. Non posso non pensare a me che riesco a ferire tutti.
Poche ore, poche ore mi sono bastate, per far del male ad una persona con cui non avevo mai parlato prima.
Mentre bevo il caffè, guardo le persone che si trovano all'interno del bar insieme a me, non le conosco, non le conoscerò mai, siamo tutti nello stesso posto, siamo vicini eppure non ci parleremo mai, non ci ricorderemo mai l'uno dell'altro. Siamo tutti qui senza fissa dimora, passiamo e andiamo via, senza mai restare, senza mai tornare e mentre siamo qui non facciamo neanche in modo di esserci davvero, troppo occupati a pensare ai soldi, alla fama, al potere, ad umiliare il prossimo per sentirci migliori, come potrei sentirmi parte di loro? Parte del mondo?
Son già 20 anni, 20 anni eppure mi sento così estraneo a tutti e a tutto, straniero nella mia stessa città, un urban strangers, nient'altro che questo.
Continuo a guardarmi intorno, continuo a guardare i loro visi, non si accorgono di nulla, non si accorgono di me, a loro non interessa, è come se fossero ciechi, come se per loro fosse sempre notte, eppure, eppure fuori c'è il sole, eppure io pensavo di aver camminato al sole, e magari oggi non vedrò il tramonto, non farò in tempo a vedere la luna ma saprò comunque di essere stato al sole.
Mi chiedo "chi sono?" Beh. Non uno di loro. Io non passerò per le strade senza che nessuno se ne accorga, per adesso mi trovo solo nelle strade sbagliate, io riuscirò a lasciare una parte di me a tutti e dopo tornerò. Tornerò e toccherà a me, toccherà a me portare l'alba in questo posto.

Prendo una penna e un foglio dallo zaino e inizio a scrivere, dopo tanti mesi, rinizio a scrivere miei pensieri, mie frasi, frasi che diventeranno una canzone.
---------------------------------------------------------
SPAZIO AUTRICE:
Buon pomeriggio!
Oggi ho cercato di fare una cosa in cui in realtà non so se sono riuscita o no.
Anyway adesso lo scoprirò.
Allora per scrivere il capitolo ho preso una delle canzoni degli urban e ho cercato di immaginare in che modo questa sia stata scritta, quindi i pensieri di Genn è più o meno sono ciò di cui parla la canzone che ho scelto.
Non so se mi sono spiegata *risata isterica*
Tutto questo per dire: quale è la canzone che sta scrivendo Genn nel capitolo secondo voi?
Vi prego di rispondere per capire se sono riuscita o no nel mio intento.
Ok. Adesso non mi caga nessuno e io sarò una triste Mariagrazia.

Detto ciò, al prossimo capitolo♡
Ricordatevi di commentare. Ok. La smetto. Ciao.

FRASE:
I know someday you'll have a beautiful life
I know you'll be a sun in somebody else's sky, but why?
Why? Why can't it be?
Why can't it be mine?
Pearl Jam (Black)

TRADUZIONE:
So che sarai un sole nel cielo di qualcun altro, ma perché?
Perché? Perché non può essere?
Perché non può essere il mio?

Urban strangers || I'll follow you into the dark•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora