5. I thought you died alone, a long long time ago.

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GEN'S POV
Io sono Gennaro, ma chiamatemi Genn. Ho 19 anni, frequento il 5° anno di liceo, lavoro come cameriere in un bar ed amo la musica, è l'unica cosa che mi fa sentire libero, scrivo anche canzoni mie, diciamo che è un modo per "esorcizzare" ciò che ho dentro. Ho una band con il mio amico Alex, siamo gli Urban Strangers.
Wow. Detto così sembro quasi una persona normale, ma no. Sono l'opposto. A volte è stancante, ti senti messo in disparte dal mondo, loro non ti capiscono, e tu non capisci loro. Ho tanti pensieri nella mente, sono tutti incasinati, spesso mi ci perdo dentro, non distinguo la realtà. È stancante, è stressante. Perché a me? Vorrei urlare, non posso, fa male tenerseli dentro. Non voglio. Non voglio pensare. Io sono uno! Loro sono troppi! È tutto così veloce. Ho bisogno di tempo. Non c'è tempo. Vado avanti. Corro. Scappo. Veloce. BASTA. BASTA. SMETTILA. CONCENTRATI. DI' SOLO QUELLO CHE DEVI DIRE.
Va bene.
. .
Stavo lavorando quando Alex entrò nel bar con due ragazze, Sara, sua cugina, e se non ricordo male, Laura, abbiamo parlato per la prima volta oggi ma l'avevo già vista in giro, sta quasi sempre da sola con le cuffiette nelle orecchie, un po' come me.
Mi avvicino ai tre, li saluto ed Alex mi propone di saltare la scuola la mattina seguente per andare con loro, accetto senza farmi troppi problemi. Cercavo di iniziare una conversazione con Laura quando Antonio, il proprietario del bar, mi urla contro che non devo perdere tempo. Prendo l'ordinazione, tre caffè. Li preparo, li porto al tavolo e mi allontano, ma riesco a sentire ancora i loro discorsi.
SARA: "sono le sei, che facciamo?"
LAURA: "mmh, è molto freddo, io direi di tornare a casa..."
ALEX: "non saprei, a me non va di tornare, forse rimango a fare compagnia a Genn, voi potete andare."
Finiscono il caffè e si salutano.
SARA: "va bene, a domani allora"
LAURA:"ciao Alex"
ALEX: "ciao."
Alex viene da me.
ALEX: "Genn a che ora finisci il turno?"
IO:"10 minuti e stacco."
ALEX:"ti va se ti aspetto? Volevo parlare un po'."
IO:"va bene, puoi aspettare seduto lì. Pulisco il bancone ed arrivo."
Prendo le mance, saluto il proprietario ed usciamo.

Io ed Alex ci conosciamo da 5 anni, il nostro è un rapporto particolare, diciamo che riesce a capire i problemi, i difetti e i limiti che ho, sa che ho bisogno dei miei spazi e sopratutto di tempo. Ho bisogno di tempo, è quello che mi manca, mi serve per conoscermi, devo capire chi sono e cosa voglio fare, ma quando cerco di farlo è come se cadessi in un limbo, non so spiegarlo bene, ma mi perdo, le cose diventano tutte uguali, non so distinguere. Vorrei scappare. Ma come si fa a scappare da se stessi? Non si può. Devo affrontarmi e finché non ci sarò riuscito, io non posso andare avanti. Come posso stare con gli altri se non so chi sono?
Tutte le mie conoscenze sono basate sulla finzione. Mi costringo a fingere di essere come gli altri. Di essere felice e socievole. L'unico mio vero amico è Alex, lui sa tutto, non gliene ho mai parlato, ma lui sa, lo so.

Andiamo in una piazzetta lì vicino, mi sembra abbastanza preoccupato. Per tutto il cammino non mi rivolge la parola. Arriviamo a destinazione. Ci sediamo su una panchina ed iniziamo a parlare.
ALEX:"Genn io sono preoccupato."
IO:"ehm" fingo di non sapere di cosa sta parlando "di cosa?"
ALEX:"DI TE IDIOTA! Senti dovresti smetterla di fingere di nulla, Genn tu sei uno psicopatico! E non lo dico tanto per dire! Sono serio"
IO:"ma che stai dicendo?!"
ALEX:"non sei credibile. Io ci tengo a te, ti voglio bene ma in questo periodo stai diventando sempre più strano, sei apatico e anafettivo, ecco cosa sei. Mi fa male vederti così! Abbiamo anche interrotto le prove del gruppo!"
GENN:"sono solo stressato."
È in quel momento che mi sono reso conto che Alex aveva fottutame ragione. Il mio migliore amico stava male per causa mia, e tutto ciò che ho saputo dire è stato "sono solo stressato". Non mi interessava come si sentisse lui. Per me c'ero solo io, anzi non c'era più nessuno, anche io ero svanito, non ero più niente, ero vuoto, non avevo più sentimenti, ero solo una grande parola APATIA. Cosa dovevo fare? Dire all'unica persona che teneva a me che non mi importava di come si sentisse lui? Probabilmente non era la cosa giusta, per quanto non avessi emozioni ero ancora in grado di distinguere "giusto" e "sbagliato".
IO:"hai ragione. Mi dispiace, ma non so cosa fare."
ALEX:"Smettila di sentirti superiore! Te ne vai in giro con quell'aria da strafottente, distaccato dalle cose intorno a te. "non mi tocca niente" mi dispiace deluderti, ma ti sbagli. Le cose non ti hanno solo toccato, ti hanno trafitto l'anima fino a farla svanire."
IO:"IO CI STO PROVANDO! CAZZO! NON PRENDERTELA CON ME! NON È COLPA MIA!"
ALEX:"Genn non ci stai provando, tu fingi, lo sappiamo entrambi. Io cerco di aiutarti, MA DEVI SMETTERLA DI MENTIRE ANCHE A ME! PORCA PUTTANA! TI È CHIARA LA COSA!?" Disse avvicinandosi finché non fummo a pochi centimetri di distanza.
IO:"Sì. È chiara. Scusa." mentii un'altra volta.
ALEX:"domani vedremo come ti comporterai..."
Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi Alex riprese il discorso, ma con tono più pacato.
ALEX:"ehy, amico, lo faccio per te. Dico sul serio. Io ci tengo. Qualunque cosa, non me ne vado, resto qui." Mi abbracciò e mi salutò.
Alex andò a casa, erano le 7:30, io rimasi lì, sdraiato sulla panchina, senza un motivo. Non ho idea del perché. Per pensare a ciò che era appena successo? No. Mi ero solo perso. "Solo" e "perso" di nuovo. Restai lì per molto, non so quanto di preciso, non avevo più la concezione di tempo.
Tornai a casa, non ricordo se i miei mi dissero qualcosa. Non cenai e andai a letto, lì ripensai a una sola parola del discorso di Alex "psicopatico". No. Psicopatico non lo sono, preferisco definirmi "creativo". Sì. Adesso va meglio. Chiusi gli occhi e cercai di dormire.
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Spazio autrice:
Buongiorno♡
Volevo farvi alcune domande perché ho bisogno di sapere anche il vostro punto di vista riguardo la storia, quindi se rispondeste ve ne sarei grata:
-Cosa ne pensate del capitolo?
-Credete che abbia esagerato con Genn? E sopratutto, vi piace che descriva la sua psicologia?

P.S. Ho deciso che a fine capitolo metterò sempre una frase che ritengo affine a ciò che ho scritto.

FRASE:
Non sono uno psicopatico, Anderson, sono un sociopatico iperattivo, informati.
                                   -Sherlock Holmes

Urban strangers || I'll follow you into the dark•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora